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08 novembre 2009

BRINDISI "Ora la Regione coinvolga l'Asl.

TRATTO DA SENZA COLONNE.IT

"Ora la Regione coinvolga l'Asl"
SABATO 07 NOVEMBRE 2009

Brindisi - Entro la prossima settimana la Regione predisporrà la bozza delle convenzioni da presentare all’Enel e a Provincia e Comune di Brindisi.
L’onere assunto dall’ente presieduto da Nichi Vendola è anche al centro dell’attenzione dell’Ordine dei Medici della Provincia di Brindisi che, con un intervento dettagliato, sollecitano la Regione affinché si adoperi per affrontare la questione legata all’inquinamento ambientale, anche attraverso l’adozione di appositi strumenti legislativi.
«Considerato lo status di area ad alto rischio di crisi ambientale - si legge nel comunicato a firma del presidente Emanuele Vinci - sarebbe necessario pensare ad un intervento legislativo regionale che per ragioni sanitarie impedisca ulteriori insediamenti che emettono sostanze tossiche e prescriva rimedi per la riduzione di quelli esistenti in tempi ragionevoli ma compatibili con il valore della vita e della salute.
Il settore energetico ha in particolare sviluppato tecnologie già ora disponibili per realizzare, a parità di energia prodotta, un sensibile minor impatto ambientale e sanitario di quello fin qui realizzato.

L’Ordine sollecita altresì la Regione Puglia e la Asl Brindisi a dare pronta attuazione al progetto triennale “Valutazione del rischio correlato ad esposizione ad inquinanti” recentemente finanziato col Documento di indirizzo Economico Funzionale del 2009, rendendosi disponibile ad ogni forma di collaborazione. L’Ordine rivolge alla Regione Puglia un appello perché l’Arpa sia potenziata per poter far fronte alle esigenze di controllo suddette ed il Dipartimento di Prevenzione della Asl Brindisi sia messo in condizione di sviluppare attività di prevenzione anche delle malattie ambientali».
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Tratto da NO AL CARBONE DI BRINDISI
08 novembre 2009
Carbone, inquinamento e salute


CONVEGNO DIBATTITO A TORCHIAROLO BRINDISI



08 novembre 2009
Rispetto per i Medici contro arroganza e pretestuosità
Pensavamo di averle sentite tutte ma in realtà ci sbagliavamo. L’ultima uscita del comitato Si al carbone “pulito” con il quale si attacca l’Ordine dei Medici della Provincia di Brindisi ha infatti oltrepassato ogni limite e decenza.
Leggi tutto l'articolo dal Sito di "NO AL CARBONE DI BRINDISI"_______________________________________________________________________________
Tratto da No AL CARBONE di BRINDISI
12 ottobre 2009
Enel, sedici centraline per tutte le misurazioni

Brindisi –Sveglia all’alba per iniziare le misurazioni per conto della Procura: sedici centrine elettroniche con“sensori” sistemate in otto punti, coincidenti con le villette abitate dagli agricoltori nel raggio di mezzo chilometro dalla centrale “Enel-Federico II” e dal nastro trasportatore.
Il perito nominato dai pm ha iniziato ieri alle 6 e ha finito alle 20, ripetendo le operazioni a intervalli di due ore. Oggi si replica, idem lunedì, martedì, mercoledì e giovedì, ultimo giorno stabilito per gli “accertamenti tecnici irripetibili” nell’ambito dell’inchiesta sulle emissioni di polveri di carbone nata dall’esposto consegnato dai residenti nell’agro di Cerano.

Che al momento si sviluppa seguendo due ipotesi di reato:il getto pericoloso di cose (le polveri, appunto) e il danneggiamento (delle coltivazioni e più in generale delle piante). I risultati dovranno essere consegnati nel termine di trenta giorni, assegnato dai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza, Silvia Nastasia e Cristina Fasano, venerdì pomeriggio al momento del conferimento dell’incarico, alla presenza di tutte le parti: da un lato ci sono gli autori della denuncia (potenziali parti offese) riuniti in due Comitati, uno chiamato “Codiansa” rappresentato dall’agronomo Antonio Nigro, l’altro battezzato come “Associazione Natura” con Vito Panettieri presidente, rappresentati dagli avvocati Vincenzo Farina, Giovanni Brigante e Giorgio Dello Monaco; dall’altro ci sono dodici indagati, dieci tra dirigenti e funzionari ex ed attuali della società elettrica e gli altri due imprenditori brindisini in veste di amministratori unici delle “srl” che si occupano della movimentazione su strada del carbone. Il professore Claudio Minoia, direttore del “Laboratorio di Misure ambientali e tossicologiche della Fondazione Maugeri”, nonché responsabile della Scuola di Specializzazione in “Medicina del Lavoro” dell’università di Pavia, dovrà accertare se e in che termini ci siano emissioni nocive sotto forma di polveri di carbone derivanti dall’attività di produzione di energia elettrica in aria, nel suolo, nelle cisterne di acque piovane e nelle abitazioni degli agricoltori. L’attualità del getto pericoloso con conseguente inquinamento rappresenterebbe la condizione necessaria e sufficienti per il sequestro del nastro trasportatore del combustile, chiesto dai firmatari della denuncia Non ci sarebbe altra spiegazione di fronte all’accelerazione che i pm hanno impresso all’inchiesta. Anche in considerazione del fatto che hanno espresso contrario all’istanza per l’incidente probatorio chiesto dai legali dell’Enel. Le villette ritenute determinanti ai fini della misurazioni e per questo inserite nell’accertamento tecnico irripetibile, sono otto: si tratta delle abitazioni ricadenti nel raggio di cinquecento metri dalla centrale Enel di Cerano, individuate nelle settimane scorse dagli agenti della Digos e della Scientifica nel corso di sopralluoghi, partendo dal contenuto dell’esposto. Le cosiddette matrici dell’inquinamento devono essere accertate nella case di proprietà di: Vito Panettieri, Alessandra Uggenti, Oronzo Suma, Giovanni Spedicato, Massimo Spedicato, Romeo De Falco, Luigi Zinzari e Giuseppe De Leo. Sono loro i più esposti alle emissioni. Ieri, quindi, il perito del pm, assistito da un collaboratore e alla presenza dei consulenti di parte, ha sistemato le centraline elettroniche necessarie per le rilevazioni in due punti per ciascuno delle costruzioni: una è stata posizionata all’esterno, sul tetto delle villette, in maniera tale da essere al riparo dagli agenti atmosferici; l’altra all’interno delle abitazioni, in stanze di volte in volta segnalate come quelle in cui – a detta delle famiglie – si sarebbe accumulata la polvere di carbone. Le operazioni sono andate sino alle 20: ogni due ore le “membrane” sono state visionate e il controllo è stato annotato e fotografati dagli agenti che non hanno permesso a nessuno di avvicinarsi alle abitazioni per non inficiare il risultato delle rilevazioni.L’area a ridosso della centrale, infatti, resta off-limits, sotto lo sguardo attento degli uomini della Digos, diretti da Vincenzo Zingaro, sino a giovedì, giorno che il perito ha stabilito per le ultime rilevazioni utili ai fini dell’inchiesta. Stando a quanto previsto dal protocollo posto a base dello svolgimento degli accertamenti, alla fine di ogni giornata, le parti (agricoltori e indagati, con i rispettivi avvocati e consulenti) dovranno sottoscrivere un verbale negli uffici della questura. Che proprio perché vidimato avrà valore nell’ambito dell’inchiesta.
Leggi anche gli articoli seguenti
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Tratto da it.euronews.net
Bruxelles chiede a Pristina di chiudere una centrale a carbone molto inquinante

La Commissione Europea ha chiesto la chiusura di Kosovo A, la centrale a carbone che fornisce metà del fabbisogno elettrico della Repubblica balcanica autoproclamatasi indipendente nel 2008. L’impianto è talmente inquinante da aver costretto il quaranta per cento della popolazione della zona a trasferirsi altrove.
“E’ inutile piantare semi, tanto non cresce nulla, a causa della polvere e della cenere. Quando proviamo a coltivare qualcosa, non dura piu’ d’un paio di giorni. Prima non succedeva. Le mucche producono pochissimo latte e il veterinario dice che non dobbiamo berlo”, dice un abitante della zona.
La centrale, vecchia di 47 anni, ha in funzione tre delle cinque unità iniziali. La Commissione ne ha disposto la chiusura entro il 2017, anche se il Kosovo non è membro dell’Unione europea, in virtu’ di un trattato internazionale sull’energia.

“Kosovo A è un impianto estremamente inquinante, con livelli d’impatto ambientale centinaia di volte superiori agli standard ammissibili nell’Unione europea”.

Il governo di Pristina sta cercando di costruire una nuova centrale, ma non ha ancora trovato gli investitori esteri necessari. Il Kosovo rischia insomma di dovere importare, entro qualche anno, la totalità della sua energia.

Guarda il Video
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Considerazioni di Uniti per la Salute

EPPUR SI MUOVE ANCHE SE CON MOLTA FATICA DA PARTE DI TUTTI: MEDICI DELL'AMBIENTE ISDE, ORDINI DEI MEDICI,ASSOCIAZIONI,COMITATI,CITTADINI E TANTE PERSONE DI BUONA VOLONTA' CHE IMPIEGANO LE LORO COMPETENZE PER UN FUTURO SPERIAMO DIVERSO....(a Brindisi,come a Civitavecchia come a Savona e....)
E SOPRATTUTTO PIU' RISPETTOSO DELLA NOSTRA SALUTE E DEL NOSTRO AMBIENTE.
VORREMMO ,PERO'A QUESTO PUNTO , VEDERE ANCHE ATTI CONCRETI DA PARTE DELLA POLITICA E DEGLI AMMINISTRATORI.



A breve metteremo in rete,sempre nell'ottica di una capillare e corretta informazione(sul nostro sito tramite YouTube)gli interventi dei relatori dell'incontro del 23 ottobre al Teatro Chiabrera di Savona dal titolo:
Centrali a carbone:un pericolo per la nostra salute e il nostro territorio?

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