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23 luglio 2010

1)Svolta in Europa:addio al Carbone2)I.Grandi e S.Cristicchi suonano presso la centrale di Cerano,la protesta esplode3)Basta indugi sul benzoapirene

Tratto da "La Stampa"
Svolta in Europa: addio al Carbone
Il carbone fornisce il 39% dell'elettricità prodotta nel mondo
Costose e inquinanti:
dal 2014 niente aiuti alle miniere
MARCO ZATTERIN
CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
Presto il carbone europeo sarà poco più di quello che spunta dalle calze della Befana che ancora si vendono nella stagione dell’Epifania hi-tech. Entro il primo ottobre 2014, propone la Commissione Ue, gli Stati membri dell’Unione dovranno chiudere il rubinetto degli aiuti ai produttori del minerale fossile, per lasciarli al loro destino, a vivere o a morire. Da soli. Senza i 26 miliardi di denari che i Ventisette hanno pompato fra il 2003 e il 2008 in un settore glorioso e obsoleto, una volta pulsante al punto da essere l’innesco dell’integrazione continentale postbellica. «Non ci sono dubbi - giura Joaquin Almunia, sceriffo dell’Antitrust a dodici stelle -. Tutte le miniere che non fanno utili devono chiudere».

È la fine di un’era. .....

Il mercato è in mani orientali. La Cina estrae il 47% del carbone planetario (2,7 miliardi di tonnellate l’anno), inseguita da Usa (un miliardo) e Russia (247 milioni). L’Europa deve importare 180 milioni di tonnellate per soddisfare le sue centrali, calcolando che il 40% dell’elettricità tedesca va a carbone, e in Italia si è intorno al 15%. Questo tradisce l’ambizione verde dell’Ue, anche perché la produzione interna, a bassa resa termica, comporta un alto volume di emissioni di CO2 e polveri. Elevati anche i costi. Chiaro che, senza il Pantalone pubblico, il settore ce la fa a fatica.

Per questo la Commissione di José Manuel Barroso chiede la fine dei sussidi, cosa che non piace per nulla alla cancelliera tedesca Angela Merkel che ieri s’è detta, «per metterla giù con cautela, non entusiasta del provvedimento». Bruxelles risponde con «la necessità di giustizia nei confronti dei concorrenti che operano senza aiuti di Stato» e difende una mossa «che va anche nell’interesse di contribuenti e governi, ora che la pressione per il risanamento finanziario è forte».

Soldi potranno averne solo per le riorganizzazioni finalizzate alla cessazione d’attività. I sussidi in essere - 2,8 miliardi nel 2008 - dovranno essere gradualmente eliminati sino al 2014, quando chi sarà in rosso dovrà chiudere. Almunia avrebbe voluto lasciare la porta aperta sino al 2023; i colleghi dell’Ambiente e Clima, Connie Hedegaard e Janez Potocnik, hanno fatto muro e vinto. Ora la proposta vola sul tavolo dei governi e del Parlamento Ue. Lo scontro lobbistico fra carboniferi (industria e Paesi come Spagna e Germania) e coscienze verdi sarà duro. L’esito, al solito, è tutto meno che scontato.
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Tratto da Noalcarbone

Irene Grandi e Simone Cristicchi suonano presso la centrale a carbone di Cerano, la protesta esplode


Come raccontato pochi giorni fa, impazza in rete la protesta dei brindisini che contestano la scelta dei due cantanti di spendere la loro immagine per coprire le falsità di enel, che li paga per esibirsi presso la centrale a carbone Federico II, un vero ecomostro tra i peggiori in Italia ed Europa.

Riportiamo alcuni stralci dell'
articolo che Repubblica ha dedicato al caso:

"Su Facebook
la stanno implorando di non andare a suonare. Utenti e fan scrivono da giorni sulla bacheca del profilo (ufficiale) di Irene Grandi 1, da quando è stato annunciato un concerto, il 7 agosto, sponsorizzato dall'Enel alla centrale di Cerano, provincia di Brindisi, in riva al Mare Adriatico.
Le chiedono di rinunciare, di non salire su quel palco, di ascoltare le loro storie. Di rendersi conto.
Così le ricordano che quella di Cerano, dove suonerà anche Simone Cristicchi nell'ambito della ressegna "Correnti musicali", è una centrale contestata.
La 'Federico II' è infatti una centrale termoelettrica a carbone e per estensione è la più grande d'Italia e una tra le maggiori d'Europa - circa 270 ettari. Secondo le denunce delle associazioni ambientaliste e le rilevazioni del ministero dell'Ambiente, le sostanze che rilasciano i composti solubili che emette negli anni avrebbero contaminato suolo, sottosuolo e falda idrica. I contadini hanno rinunciato ai raccolti, i casi di cancro si moltiplicano.
La zona idrogeologica è a rischio dissesto nonostante l'area sia sottoposta a vincoli rigorosi.

I fan brindisini sono i più delusi, e nelle poche righe concesse dalla 'bacheca' urlano alla loro maniera. Ma né Irene Grandi né Simone Cristicchi danno segni di voler rinunciare.



La centrale è un dente che duole. Irene Grandi avrà a che fare con gli abitanti di Brindisi, con i militanti di
Greenpeace arrestati per aver calato dal tetto della centrale lo striscione: "First Climate Killer in Italy" (Primo killer del clima in Italia). Avrà contro i contadini. Tutti quelli che sanno che la centrale termoelettrica vanta una potenza di 2.640 megawatt ed emette 14,9 milioni di tonnellate all'anno di anidride carbonica (CO2).

Sul sito Filippo G. è preciso, si rivolge a entrambi i cantanti e spiega: "Le analisi svolte dal ministero dell'Ambiente e validate dall'Arpa hanno riscontrato la presenza di pesticidi e metalli pesanti oltre i limiti consentiti nelle coltivazioni di ortaggi destinati alla vendita, nel sottosuolo e nella falda profonda del territorio compreso tra Brindisi e Cerano. Ossidi di azoto e di zolfo, oltre a nanoparticellle e microinquinanti di vario genere danzano allegramente nei polmoni degli ignari (o quasi) salentini. In questo scenario la città di Lecce appare colpita direttamente dalle incidenze neoplastiche diffuse dal Registro tumori jonico salentino. La classifica delle tre province salentine configura proprio Lecce al primo posto con un'incidenza pari all'11,8 per cento dei casi di tumore alle vie respiratorie, seguita dai due poli industriali del territorio, Brindisi (9,3 per cento) e Taranto (8,3 per cento)".

Le facce del libro mettono video di
YouTube. Chiedono che la musica non li tradisca. Sono pronti a perdonare la loro eroina. Ma deve andare via, non salire sul palco.. ....
L'appello per Irene Grandi e Simone Cristicchi passa anche dalle voci in coro dei Sud Sound System che scrivono:
"Non sappiamo se siete informati o meno di quello che produce la centrale a carbone Federico II, ma sappiamo che come noi avete la necessità di comunicare usando il linguaggio della musica, un linguaggio che supera le barriere. La centrale di Cerano è la seconda fabbrica italiana per emissioni di diossina e la prima per anidride carbonica. Ha fatto e sta facendo ammalare gli abitanti del Salento. Tutto questo è documentato da primari, ricercatori, giornalisti e dall'amministrazione regionale. La musica è amore, è vita, la centrale di Cerano no. Come avrete capito le informazioni riguardo a questa quotidiana ingiustizia sono spesso confinate alla nostra regione, vi chiediamo di riflettere e, se ve la sentite, di spendere la vostra voce per dire 'no' a tutto questo".
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Tratto da Peacelink
Lettera aperta

Basta indugi sul benzo(a)pirene:I DOVERI DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE,DELLA REGIONE,DELLA PROVINCIA E DEL COMUNE.


La Regione Puglia ha il dovere di intervenire sul piano di azione immediato e sul piano di risanamento dell'atmosfera; il Comune di Taranto ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini; la Provincia ha il dovere di adempiere ai compiti delegati dalla Regione in termini di controlli e verifiche
22 luglio 2010 - Altamarea (Coordinamento di cittadini e associazioni)

Il 7 giugno 2010. una delegazione di AltaMarea contro l'inquinamento Coordinamento di Cittadini ed Associazioni di Taranto ha illustrato all'assessore regionale all'ambiente dr. Nicastro, coadiuvato dal responsabile del settore ing. Antonicelli, la diffida già inviata al Presidente Vendola sulla importante questione dello sforamento nel 2008 e nel 2009 dell'obiettivo di qualità di 1 ng/mc fissato per il benzo(a)pirene con normativa nazionale in vigore fin dal 1 gennaio 1999.Una foto dell'Ilva

Al termine dell'incontro la Regione, con un comunicato stampa, affermò: Nel corso dell'incontro odierno, ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste è stato chiarito come non vi siano dubbi in relazione all'esigenza di conseguire la riduzione della concentrazione di benzo(a)pirene ben prima del 31 dicembre 2012, prospettato dal Ministero dell'Ambiente. Ci siamo impegnati ha detto Nicastro - a promuovere presso il Ministero, responsabile del procedimento per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per lo stabilimento ILVA, una forte azione di sollecitazione volta alla definizione delle misure necessarie per ridurre il contributo emissivo. Tali misure - ha precisato - potranno e dovranno essere anche più stringenti di quelle previste dalle BAT, come peraltro stabilito dalla norma in casi limite come questo. Questo assessorato ritiene che considerata la situazione ambientale che si è determinata nella città di Taranto l'accoglimento di tale richiesta sia doveroso da parte del Ministero dell'Ambiente. In parallelo la Regione si è attivata per la redazione di un piano di azione finalizzato all'immediato rientro nei limiti previsti dalla legge nel benzo(a)pirene già nel 2010.

Mentre AltaMarea attendeva fiduciosa di conoscere il piano di azione della Regione per l'immediato rientro del benzo(a)pirene già nel 2010, il giorno 1 luglio 2010 il responsabile Ilva per i problemi dell'ambiente, in apposita conferenza stampa ha dichiarato Sulla cokeria siamo in regola con la legge. Le emissioni sono state abbattute del 50%. Ci difenderemo contro ogni tipo di ricorso. A tale tracotante affermazione, priva di riscontri oggettivi e certificati, Altamarea ha contrapposto il fatto incontrovertibile che la concentrazione di benzo(a)pirene misurata nella centralina di via Machiavelli come media di parte del 2008 e di tutto il 2009 supera del 30% l'obiettivo di qualità di 1 ng/mc. ARPA Puglia, che è un Ente tecnico pubblico certificato, ha accertato che oltre il 90% del benzo(a)pirene che arriva nella suddetta centralina proviene dai processi produttivi condotti dallarea a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva e, in modo maggioritario, all'interno di tale area, l'impianto di distillazione del carbon fossile per la produzione di coke metallurgico (cokeria).

Il 12 luglio 2010 ARPA Puglia ha comunicato al Comune e alla Provincia di Taranto nonché alla Regione Puglia che nei primi cinque mesi del 2010 il valore medio mensile di benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi di Taranto è salito a circa 3 nanogrammi a metro cubo. Il valore di legge da non superare per il benzo(a)pirene, lo ripetiamo ancora una volta, è di 1 nanogrammo a metro cubo con concentrazione calcolata su base annua come media di tutte le rilevazioni mensili. .....E' lapalissiano, quindi, affermare già oggi, senza tema di smentite, che il valore di legge fissato dalla normativa vigente sarà superato anche nel 2010, come si temeva...

.AltaMarea ribadisce ancora una volta che la normativa vigente dal 1° gennaio 1999 stabilisce che l'obiettivo di qualità per il benzo(a)pirene è di 1 nanogrammo a metro cubo e che le concentrazioni rilevate nell’area urbana di Taranto devono rimanere assolutamente al di sotto di tale valore.
Tale norma ha valore cogente e si applica ad un inquinante che è classificato dallo IARC (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro) al vertice della pericolosità in quanto è sicuramente cancerogeno (classe 1).

AltaMarea ritiene che nessun cavillo giuridico possa confutare la verità conclamata che la responsabilità dello sforamento del benzo/a)pirene rilevato nella centralina di via Machiavelli sia della cokeria Ilva e ribadisce, pertanto, che è l'azienda che ha il dovere di dichiarare cosa intende fare per far sì che per il benzo(a)pirene sia rispettato finalmente l'obiettivo di qualità di 1 ng/mc nelle centraline urbane. .....

La proiezione matematica dei morti collegati alla quantità di benzo(a)pirene presente nell'atmosfera e rilevata nella centralina urbana con valori superiori all'obiettivo di qualità, numero di morti evincibile dalla relazione di ARPA Puglia del 4 giugno 2010, non consente a nessuno, e innanzitutto a nessuna delle Amministrazioni Pubbliche coinvolte, di tergiversare o eludere provvedimenti su fatti così gravi ed urgenti.

Sulla questione benzo(a)pirene la Regione e gli Enti locali hanno compiti precisi da concertare sinergicamente:

la Regione Puglia ha il dovere ineludibile di intervenire sul piano di azione immediato e sul piano di risanamento dell'atmosfera; il Comune di Taranto ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini; la Provincia ha il dovere di adempiere ai compiti delegati dalla Regione in termini di controlli e verifiche.
Di contro, il Ministero dell'ambiente deve emettere l'Autorizzazione Integrata Ambientale con prescrizioni severe a tutela dell'ambiente e conseguentemente della salute di cittadini e di lavoratori, a conclusione di un procedimento fortemente e colpevolmente già in ritardo di 3 anni.

Alle Autorità Pubbliche spetta operare con severità e tempestività, lungi dalle cerimonie degli atti di intesa, dei tavoli tecnici, dei permessi e di altre pastoie burocratiche, ricorrendo se del caso anche ai Carabinieri del NOE, per fare quello che non hanno saputo finora: adoprarsi e controllare che quell'obiettivo di qualità a Taranto, non rispettato dal 1 gennaio 1999, sia finalmente rispettato, ad ogni costo.

Se non accadrà nulla di tutto ciò, saremo costretti a bussare a porte dove non si dovrebbe mai bussare quando sono in campo le Amministrazioni Pubbliche.
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