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04 agosto 2010

1)Tirreno Power, il circolo Pd di Bergeggi: “No al raddoppio della centrale”2)Prc: depotenziamento e metanizzazione3) Incidenti mortali nelle miniere

Tratto da IVG

Tirreno Power, il circolo Pd di Bergeggi: “No al raddoppio della centrale”

Bergeggi. “Il circolo di Bergeggi del partito democratico ha già espresso più volte la sua contrarietà al raddoppio della centrale a carbone della Tirreno Power, esprimendo la totale condivisione sia di quanto dichiarato da Monica Giuliano, capogruppo Pd a Vado Ligure, sia di quanto comunicato dal segretario provinciale Livio Di Tullio”- scrive in una nota il segretario del Circolo Pd di Bergeggi, Elena Fedi.

“Ribadiamo pertanto che la salute dei cittadini non può essere ulteriormente minacciata da una società che, da troppo tempo, disattende le richieste di riduzione dell’inquinamento dell’aria avanzate dalle associazioni e dagli enti locali. Il ricatto occupazionale non è più accettabile”.

“Riteniamo di dovere rilevare ancora una volta, come il governo di Centro destra, che tanto si dichiara a favore del federalismo, non tenga in alcun modo conto delle posizioni sostenute in più occasioni dai rappresentanti delle Amministrazioni locali. Sosteniamo quindi, come circolo territoriale del Pd di Bergeggi, le posizione fortemente critiche espresse dal presidente della Regione Burlando e dall’assessore all’ambiente Franco Zunino”.

“E’ gravissimo che la Regione Liguria sia stata esclusa dalla procedura di Via, sbagliata la scelta di aumentare la produzione di energia elettrica dal carbone, scelta che contrasta con il Piano di risanamento della qualità dell’aria. Assolutamente non condivisibile insistere con l’uso di combustibili fossili, anzichè incentivare l’uso delle tecnologie alternative: il vento e il sole, che nelle nostre zone abbondano”.

“Il territorio del Comune di Bergeggi sarebbe altrettanto esposto agli effetti negativi derivanti dall’ampliamento della centrale. Confidiamo che l’Amministrazione Comunale sarà in prima fila, assieme ai comuni di Vado Ligure e Quiliano, nell’opporsi a questa scelta, inutile per il nostro territorio e dannosa per la salute dei cittadini” –
conclude il coordinatore di Circolo, Elena Fedi.

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Tratto da Albenga Corsara


No ampliamento Tirreno Power: “La difesa della salute deve essere un impegno di tutti“


di Giovanni Milano In questi giorni assistiamo ad una offensiva di Tirreno Power per la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone nella centrale di Vado. Tante contraddizioni e prepotenze. Approfittano anche del rilassamento estivo per fare breccia.

Purtroppo le organizzazioni sindacali si fanno abbagliare dallo specchietto dei posti di lavoro e sono disponibili all’accordo a “prescindere” da tutto il resto. C’è il pericolo di una conferenza dei servizi, che potrebbe superare le opposizioni delle amministrazioni locali e, sopratutto, dell’opinione pubblica. Il p.d. ha preso le distanze del caso.

Sarebbe opportuno che anche i partiti della sinistra di alternativa manifestassero pubblicamente (meglio se in modo unitario!) la loro opposizione e il loro impegno. Non si può più giocare con la salute pubblica.

E, in una democrazia che si definisce moderna, non si deve più decidere contro il parere dei cittadini.

È importante che intervenga, con iniziative e/o comunicati, anche l’associazionismo, i movimenti, ecc. La difesa della salute deve essere un impegno di tutti.

* Giovanni Milano – membro del Comitato del Coordinamento Provinciale Savona di Sinistra Ecologia e Libertà

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centrale TP 00

Tratto da Albenga Corsara


No ampliamento Tirreno Power, Prc: “la strada da seguire è quella che porta al depotenziamento e alla metanizzazione”

Con la popolazione e le Istituzioni in larga parte contrarie, Tirreno Power tenta di superare gli ostacoli rivolgendosi alle categorie sindacali nazionali (Filctcem CGIL, Flaei CISL, UILcem) al fine di sponsorizzare l’ampliamento della centrale di Vado Ligure e Quiliano arrivando ad ipotizzare la chiusura dell’impianto qualora il potenziamento non venisse concesso. Un intervento che segue la presa di posizione favorevole ad progetto delle segreterie regionali di FIM, FIOM e UILM. Due interventi pesanti nel giro di pochi giorni da parte di chi si rifiuta di accettare la contrarietà dei comuni interessati, della Regione e della popolazione.

Ed è grave che i sindacati, regionali e nazionali, abbiamo scelto di scavalcare il territorio.
I motivi che ci spingono a dire no all’ampliamento sono noti, ambiente e salute su tutti, per questo sottolineiamo una volta di più che per noi la strada da seguire è quella che porta al depotenziamento e alla metanizzazione, è quella che porta alle energie rinnovabili, è quella che porta ad un’altra idea di società.
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Tratto da Noalcarbone

Rossano calabro, il carbone minaccia il settore agricolo

Comunicato nocarbonerossano.org

"IL SOSPETTOSO SILENZIO DELLE CONFEDERAZIONI AGRICOLE CALABRESI SUL PROGETTO DI RICONVERSIONE A CARBONE DELLA CENTRALE ENEL DI ROSSANO: CHI DIFENDERA’ LA NOSTRA AGRICOLTURA DI ECCELLENZA DAL CARBONE?

Mentre ormai l’Italia si accinge a “chiudere per ferie” con il solleone d’agosto, sul tema della riconversione a carbone della centrale termoelettrica ENEL di Rossano non ci può permettere di andare in vacanza buttandosi tutto alle spalle: la Conferenza dei Servizi ha ormai aperto i battenti e si attende da parte del Ministero per l’Ambiente il pronunciamento circa la Valutazione d’Impatto Ambientale, tassello importantissimo per decidere sul futuro dell’impianto rossanese.

Come se non bastasse, da sempre in Italia è proprio col favore della disattenzione dovuta alla “febbre delle vacanze” che spesso sono stati confezionati provvedimenti legislativi poi fortemente criticati e a volte addirittura rispediti al mittente.


In questo quadro continua l’attività di sensibilizzazione del CODIS (COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE) per allargare il fronte del NO al carbone, fronte sul quale è mancato, finora, un pronunciamento deciso e ufficiale da parte delle confederazioni agricole calabresi. In data 21 luglio scorso il nostro Comitato ha recapitato ai Presidenti regionali di CONFAGRICOLTURA CALABRIA , COLDIRETTI CALABRIA , CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DELLA CALABRIA C.I.A. , UNIONE COLTIVATORI ITALIANI U.C.I. CALABRIA e CONFEDERAZIONE PRODUTTORI AGRICOLI CO.P.AGRI. CALABRIA una lunga missiva nella quale si denunciava la loro totale astensione dal dibattito sulla riconversione a carbone della centrale ENEL di Rossano.

Mentre moltissimi operatori economici, liberi cittadini e tutte le istituzioni pubbliche del territorio si sono ormai mobilitati per esprimere il loro dissenso su un progetto che porterebbe gravissimi danni all’equilibrio economico e sociale della Piana di Sibari, sconvolgendone, per sempre, l’economia basata principalmente sull’agricoltura, sulla pesca e sul turismo ed arrecando altresì serie minacce alla salute dell’intera cittadinanza.....Leggi l'articolo integrale

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E la lunga fila delle vittime del carbone continua ad aumentare nell'indifferenza più totale

Tratto da Noalcarbone

Due incidenti mortali nelle miniere di carbone cinesi

Swissinfo:
SHANGHAI - In Cina dieci minatori sono morti e sette sono rimasti intrappolati a causa di una esplosione in una miniera di carbone avvenuta per una fuga di gas. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina.
L'incidente è avvenuto stamattina intorno alle 09:30 nella provincia sud occidentale del Guizhou, nei pressi della città di Guiyang.
Stamattina era stato annunciato un incidente simile in un'altra miniera di carbone, con nove vittime e sette dispersi, mentre 24 minatori sono ancora intrappolati a causa delle inondazioni da sabato in fondo alla miniera la miniera Hengxinyuan a Jixi, città della provincia dell'Heilongjiang.
ANSA.it:
(ANSA) - SHANGHAI, 3 AGO -
Nove persone sono morte e 7 sono ancora intrappolate in una miniera nella regione centrale cinese dell'Henan a causa di una fuga di gas. Ieri sera dopo la mezzanotte 127 minatori erano a lavorare nella miniera di carbone Sanyuandong a Baiping, nella citta' di Defeng, quando c'e' stata una fuga di gas. Tra i minatori, 111 sono riusciti a mettersi in salvo uscendo dalla miniera. Per nove non c'e' stato nulla da fare, mentre i soccorritori cercano di portare in salvo 7 ancora intrappolati.

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