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31 marzo 2011

1)La fonte energetica più pericolosa? Non è il nucleare 2)"Speranza di vita" e "speranza di vita SANA" non sono sinonimi. Parola di Medico

Tratto da Ecologiae


La fonte energetica più pericolosa? Non è il nucleare

Dopo tutto quello a cui stiamo assistendo in questi giorni proveniente dal Giappone, nessuno più si permette di dire (se non i più testardi) che il nucleare è sicuro.

Ma per essere onesti, bisogna anche ammettere che il nucleare non è la forma energetica più pericolosa di tutte.

Bisogna partire da un assioma, e cioè che ogni centrale può esplodere, solo che quando accade ad una nucleare, i tassi di mortalità risultanti, per non considerare il terrore generato, sono di gran lunga superiori a tutte le altre fonti messe insieme. Ma se volessimo contare i morti che provoca ogni fonte energetica, considerando anche quando funziona normalmente, scopriremmo che il carbone è più pericoloso persino di una bomba atomica.



Tutti sembrano dimenticare che la combustione del carbone emette continuamente un flusso incontrollato di mercurio e radionuclidi. Ci sono infatti degli impatti diretti e indiretti sulle vie respiratorie dovuti al flusso costante di emissioni di particelle provenienti dal camino durante la combustione del carbone. Come spiega Phil McKenna suNew Scientist:


Le particelle fini delle centrali elettriche a carbone uccidono circa 13.200 persone ogni anno solo negli Stati Uniti, secondo il Boston Clean Air Task Force. Gli incidenti mortali provengono dall’estrazione e il trasporto di carbone, e altre forme di inquinamento connesse. Al contrario, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica e le Nazioni Unite stimano che il tributo di morte per cancro dopo la catastrofe di Chernobyl del 1986 raggiungerà i circa 9000 morti.

I Governi nazionali e le organizzazioni scientifiche stanno cercando il modo per rendere sicuro il nucleare, ma dovrebbero rendersi conto che, se non passiamo alle rinnovabili, anche le altre forme che dovrebbero accompagnare l’atomo sono altrettanto o più pericolose. Perché non si fa lo stesso con il carbone? Questa fonte fornisce oggi al mondo più energia di quanta ne fornisca il nucleare, eppure a nessuno sembra importare delle vittime che fa.

....

Ancora una volta il ricorso alle rinnovabili si dimostra la scelta più saggia.

[Fonte: Treehugger]

Stralcio da Ecologiae


Inquinamento: oltre 13 mila morti negli Usa a causa del carbone

Gli autori hanno citato l’azione EPA nel 2005 nel quadro del Clean Air Interstate Rule come fattore fondamentale nella mortalità in declino. Anche se il CAIR è stato abrogato dalla corte federale nel 2008, i requisiti di riduzione dell’inquinamento rimangono in vigore ancora oggi, ed altre regole ancora più ferree sono previste per il futuro.

L’inquinamento da carbone negli Stati Uniti è solo il fattore più pesante dell’inquinamento atmosferico industriale, ma di certo non l’unico. Anche se con un numero molto ridotto, secondo il rapporto le emissioni di anidride solforosa e di ossidi di azoto delle centrali elettriche

continuano a richiedere significativi dazi sulla salute e la longevità di milioni di americani.

Nel complesso, afferma il rapporto

tra tutte le fonti di inquinamento atmosferico industriale, nessuna pone maggiori rischi per la salute umana e l’ambiente quanto le centrali elettriche a carbone.

Una relazione simile fatta l’anno scorso per valutare i costi sanitari e ambientali delle 400 centrali elettriche a carbone della nazione ha stimato che i costi nascosti della combustione del carbone ammontassero a circa 62 miliardi di dollari (48 miliardi di euro) l’anno.

Fonte: [Treehugger]

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Tratto da Savona News

Marco Caviglione: "Speranza di vita" e "speranza di vita SANA" non sono sinonimi. Parola di Medico

Sul sito della Commissione Europea per la Salute, i grafici che smentiscono la classica difesa degli industriali: "Si vive di più, quindi l'inquinamento non fa male." Ma COME si vive?

......... “Probabilmente il progresso tecnologico non ha fatto solo danni…”
Ecco, allora guardiamole, le statistiche: ma non solo quelle che riguardano la durata della vita, perché sappiamo tutti benissimo che la speranza di vita media si è allungata grazie ai progressi della scienza medica.
Guardiamo anche quelle relative alla vita SANA, che vengono presentate sul sito della Commissione Europea per la Salute.
Scegliendo, come indicatore, l’aspettativa di vita alla nascita (Life expectancy at birth) e l’aspettativa di salute alla nascita (Health life years at birth), troviamo dati molto interessanti, che riportiamo qui sotto:

L’aspettativa di vita alla nascita è spettacolarmente in aumento: una galoppata verso l’alto che sembrerebbe dare pienamente ragione ad Atzori e in generale a tutta l’industria.



Ora, però, guardiamo l’aspettativa di SALUTE alla nascita.
Questa è quella degli uomini
:



E questa è quella delle donne:



Le cose cambiano un pochino, non è vero?
Purtroppo, se i grafici sono chiarissimi, le immagini non sono perfette e nella colonna destra non si leggono bene i nomi dei diversi Paesi a cui si riferisce il grafico. Si vede, però, la crocetta che indica l'Italia: quindi da questa potrete capire facilmente come siamo messi.
Poiché io sono un medico di famiglia e non uno specialista in oncologia, preferisco lasciare il commento di questi dati alla collega Patrizia Gentilini, oncologa e scienziata di fama mondiale, che così dichiara:

“E’ chiaro per tutti che nel nostro paese, a partire dal 2003 vi è un crollo dell’aspettativa di vita in salute, crollo che è ancora più repentino nelle donne che non nei maschi: la vita continua ad allungarsi, ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l’altro, non aveva mai fatto prima.
Cosa sta succedendo?
E’ evidente che la nostra salute sta rapidamente deteriorandosi per l’aumentare di patologie cronico-degenerative fra cui, in primo luogo il cancro, che purtroppo colpisce non solo gli anziani, ma sempre più spesso giovani e bambini.
Questo dato, del resto perfettamente coerente con l’aumento del 60%, nel consumo di farmaci di classe A nel nostro paese dal 2000 al 2009, dovrebbe suscitare estrema attenzione non solo fra cittadini e addetti ai lavori, ma ai più alti livelli istituzionali se non altro per i costi economici ed assistenziali che tutto ciò comporta.
E’ davvero sensato puntare tutta l’attenzione sulla ricerca di nuovi farmaci, senza di fatto mai puntare l’attenzione sulle cause di queste malattie, evitando fra l’altro di fornire ai cittadini informazioni scientificamente corrette, chiare, complete e dettagliate sui tanti agenti cancerogeni presenti nel nostro habitat?
E’ ora di passare dalle parole alle azioni: guardiamoci intorno, chiediamoci che ruolo hanno pesticidi, diossine, nichel, cadmio, cromo, piombo, mercurio, benzene, PCB, IPA ... e gli altri numerosissimi veleni presenti ormai stabilmente non solo in aria, acqua, cibo, ma nel nostro stesso corpo.
E’ ora di intraprendere azioni decise per ridurre la presenza di tali sostanze nell’ambiente, evitando ad esempio, di bruciare rifiuti o di inzuppare le nostre terre di pesticidi.
Non mi sembrano cose difficili da capire; di certo, senza tema di smentita, posso affermare che il cancro da cui certamente - nel 100% dei casi - si guarisce è quello di cui NON ci si ammala!
Riscopriamo quindi la Prevenzione Primaria, investiamo risorse per ridurre l’esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti e difendiamo una informazione rigorosa, indipendente, scientificamente corretta sui rischi ambientali, solo così potremo sperare di invertire la rotta e risalire la china".

Ogni ulteriore commento appare superfluo.
Aggiungo solo che la prevenzione primaria certamente diminuirà i fatturati delle industrie farmaceutiche dei chemioterapici...
ma farà senz'altro diminuire anche la spesa sanitaria complessiva, che in Italia, e non solo, continua ogni anno ad aumentare anche per le sempre più numerose indagini diagnostiche collegate alle neoplasie e alle malattie croniche in genere.

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