Tratto da Leggioggi
La Regione Marche impugna in Corte Costituzionale la nuova disciplina sui servizi pubblici locali
“Violato l’esito del referendum popolare con la manovra bis ” (art. 4 DL 138/2011)
2. La norma appare contrastare con l’esito del referendum di giugno sull’art. 23 bis del decreto legge 112/2008, in quanto esso, come affermato in sede di giudizio di ammissibilità dalla Corte costituzionale, non riguardava solo l’acqua ma l’intero art. 23 bis, vale a dire la disposizione che intendeva favorire la gestione dei servizi pubblici locali da parte di soggetti privati scelti a seguito di gara ad evidenza pubblica.
3. La caducazione dell’art. 23 bis a seguito del referendum suddetto, così come sostenuto dalla Corte costituzionale nel giudizio di ammissibilità, comportava, in assenza dell’intervento legislativo statale, l’applicazione immediata nell’ordinamento italiano della normativa comunitaria che, come è noto, è meno restrittiva rispetto a quella oggetto di referendum, nel senso che essa non impone forme di privatizzazione forzata;
4. L’art. 4 della legge n. 148/2011 introduce una disciplina ancora più favorevole alla privatizzazione dei servizi pubblici locali di quella contenuta nell’art. 23 bis abrogato per referendum;
5. La suddetta disposizione neutralizza e sovverte l’esito del referendum di cui trattasi, laddove circa 27 milioni di cittadini hanno inequivocabilmente e sostanzialmente dichiarato che il ‘privato’ non è necessariamente la soluzione ma molto più sovente il problema”.
Sul sito il testo della mozione approvata dal Consiglio regionale delle Marche, che, per le superiori ragioni, “impegna la Giunta Regionale a proporre ricorso dinanzi alla Corte costituzionale per la declaratoria di illegittimità costituzionale dell’art. 4 del decreto legge 13 agosto 2011, n.138 convertito, con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148″.
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Tratto da NOalcarbone
CO2 da combustibili fossili: record nel 2010
dal Corriere.it"Mai le attività umane avevano emesso in un anno nell'atmosfera una quantità simile di anidride carbonica. Il 2010 ha battuto ogni record, secondo i dati premilinari del Centro di informazione e analisi del diossido di carbonio (CDIAC) del dipartimento dell'Energia statunitense: sono stati immessi nell'atmosfera 33,5 miliardi di tonnellate di CO2, con un aumento del 5,9% rispetto al 2009 e del 4,5% rispetto al record del 2008. Il livello complessivo raggiunto lo scorso anno, sottolineano gli esperti, è più alto di quello usato dall'Ipcc, l'organismo Onu sui cambiamenti climatici, per descrivere lo scenario peggiore dal punto di vista dei cambiamenti climatici.
IMPUTATI - I principali imputati sono sempre gli stessi due: Stati Uniti e Cina, che da soli sono responsabili per la metà dell'anidride carbonica emessa sul pianeta. Per quanto riguarda gli Usa, le emissioni sono cresciute del 4% ma, grazie alla crisi economica, sono rimaste in termini assoluti sotto il record registrato nel 2007. La singola fonte energetica che ha fornito il maggiore contributo è il carbone, che ha fatto registrara una crescita delle emissioni dell'8%.
LIMITE - La concentrazione di anidride carbonica misurata nel 2010 nell'atmosfera è di circa 390 ppm (parti per milione), con una crescita di circa 2,2 ppm all'anno. Stime attendibili della concentrazione nel 1850 fanno ritenere che la concentrazione si aggirasse intorno a 290 ppm. Alla conferenza sul clima di Cancun 2010 si era raggiunto un accordo - non vincolante - per limitare a 2 gradi il riscaldamento globale e per raggiungere questo obiettivo diminuire le emissioni di CO2 per non superare i 450 ppm, ma solo l'Unione europea ha approvato direttive stringenti sull'argomento.
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