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25 febbraio 2012

1)I “Nobel dell'ambiente” contro il mito della crescita2)"L'Italia ha difeso l'inquinamento a Bruxelles"

WWF: "Schierati dalla parte dei combustibili meno puliti"


Il WWF non ha dubbi: in Europa l'Italia avrebbe votato insieme ai Paesi che hanno bocciato la proposta che mirava a incentivare l'investimento nelle tecnologie più efficienti dal punto di vista ambientale

Roma, 24 febbraio 2012 - Dalla parte dei 'cattivi'. Il WWF non ha dubbi: l’Italia avrebbe votato a Bruxelles insieme ai Paesi che hanno difeso i combustibili più inquinanti. Quelli, per intenderci, con più carbonio. Bocciata, anche grazie al 'no' italiano, la proposta che mirava a incentivare l'investimento nelle tecnologie più efficienti dal punto di vista ambientale.
Si legge in una nota: “il nostro Paese, insieme a Spagna, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lituania e Ungheria si ritrova a far parte di una minoranza di inquinatori. In occasione del voto del Comitato di Esperti per la revisione della direttiva sulla qualità dei carburanti, infatti, i voti sono stati 89 a favore della proposta della Commissione, 128 contro e 128 astenuti".
I combustibili fossili rappresentano il 95% di tutto il consumo energetico nel trasporto su strada nell’Unione Europea. La differenza nel modo in cui vengono prodotti i carburanti si traduce in notevoli disparità nella loro intensità di carbonio. La proposta che si è votata stabilisce che i fornitori devono calcolare e riportare l’intensità di carbonio dei combustibili fossili e di energia elettrica. Per semplicità, si classificano i diversi tipi di combustibili fossili in base alla loro intensità di carbonio media.
Si distingue giustamente tra i combustibili non convenzionali, prodotti da carbone, gas naturale, olio di scisto e bitume naturale (o sabbie bituminose) e combustibili convenzionali prodotte dal petrolio greggio.

La proposta della Commissione consente ai fornitori di dimostrare che la loro estrazione specifica o il metodo di produzione è a più bassa intensità di carbonio rispetto alla media del settore. Questo crea un incentivo ad investire in processi e tecnologie più efficienti a parità di condizioni e di leale concorrenza di mercato.

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