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20 novembre 2012

1)Sconvolgente rapporto della Banca Mondiale sul global warming: 4 gradi in più quasi inevitabili 2)La lotta tra carbone e rinnovabili in Cina

Tratto da Greenreport

Sconvolgente rapporto della Banca Mondiale sul global warming: 4 gradi in più quasi inevitabili

«Effetti disastrosi dell’inazione: inondazioni urbane, aumento della malnutrizione, distruzione delle barriere coralline e canicole insopportabili»

Si intitola "Turn Down the Heat  - Why a 4°C Warmer World Must be Avoided" ed è il nuovo rapporto che esamina i rischi legati ad un riscaldamento climatico di 4 gradi entro la fine del secolo, ma stavolta non sono gli scienziati dell'Ipcc o qualche associazione ambientalista a lanciare l'allarme, ma il cuore del gotha economico planetario il Gruppo della Banca Mondiale che, insieme al Potsdam Institute for climate impact research (Pik) e Climate Analytics, ha messo insieme I dati ed I rapporti dei quali ha spesso scritto greenreport.it ed ha lanciato un preoccupante e preoccupato allarme sugli «Effetti disastrosi dell'inazione: inondazioni urbane, aumento della malnutrizione, distruzione delle barriere coralline e canicole insopportabili». 
Il rapporto avverte che «Senza misure concrete di lotta contro il il cambiamento climatico, la comunità internazionale potrebbe subire le conseguenze catastrofiche  di un aumento di 4 gradi della temperatura media entro la fine del secolo, compreso onde di calore estremo, un calo  degli stock mondiali delle derrate alimentari ed un innalzamento del livello dei mari che potrebbe toccare centinaia di migliaia di persone». 

Sono minacciate tutte le regioni del pianeta ......... Leggi tutto

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La lotta tra carbone e rinnovabili in Cina e gli accordi sul clima

La Cina è responsabile del 29% della produzione mondiale di CO2, ormai più di Usa ed Europa. La causa delle emissioni è da imputare all'uso del carbone. Al contempo è in programma un forte sviluppo delle energie rinnovabili.

La settimana prossima inizia a Doha, nel Qatar, la 18° Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici - COP 18, un passaggio del percorso a ostacoli che entro il 2015 dovrebbe consentire di trovare un accordo globale per contenere le emissioni climalteranti al 2020.
Ma intanto qual è il panorama globale? La Cina, che alla firma del Protocollo di Kyoto nel 1997 aveva emissioni pari alla metà degli Usa, l’anno scorso è stata responsabile del 29% della produzione mondiale di anidride carbonica, più di Europa e Stati Uniti messi insieme. .....
Principale imputato il carbone. La superpotenza asiatica lo scorso anno ha consumato 3,7 miliardi di tonnellate, circa la metà della produzione mondiale.

 .......In realtà questo sistema sta scricchiolando. Non solo per i 2.500 minatori che muoiono ogni anno o per le terribili conseguenze sanitarie che stanno provocando vere ribellioni, come quando lo scorso dicembre 30.000 residenti hanno bloccato la costruzione di una nuova centrale nella provincia di Guandong. 
 In discussione sono i profitti. Il rallentamento dell’economia e il blocco delle tariffe stanno infatti provocando grosse perdite ai produttori elettrici cinesi. Così, gli investimenti in nuove centrali a carbone nel 2011 si sono dimezzati rispetto al 2005 e le centrali che verranno completate nel 2012 sono la metà rispetto allo scorso anno.
Nel frattempo continua la corsa delle rinnovabili. Con 63 GW installati alla fine dello scorso anno la Cina ha rafforzato la sua leadership mondiale nella potenza eolica installata e dovrebbe raggiungere 2-300 GW al 2020. Nel fotovoltaico, comparto che vede il Paese asiatico dominare la produzione internazionale di celle e moduli, il mercato interno è appena decollato, 3,5-4 GW installati nel 2012...........

Dunque, il sistema energetico cinese è in fase di rapido cambiamento. L’accordo mondiale sul clima dipenderà molto dalla forza che acquisiranno all’interno della potenza asiatica i settori della green economy (rinnovabili, efficienza, mobilità sostenibile) rispetto a quelli dominanti legati al carbone.


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