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27 maggio 2013

1) EMISSIONI ANOMALE DALL' ILVA SULLA CITTA' DI TARANTO 2)Ilva, il tesoro dei Riva: gli affari della famiglia Riva sempre difesi dallo Stato.

Tratto da La Repubblica Bari

lva, nubi rosse sulla fabbrica
Peacelink: "Chiediamo chiarezza"


Alba rossa all'Ilva e immediatamente parte l'allarme. Intorno alle sei di questa mattina intense nubi di polveri rosse si sono levate dai reparti della fabbrica. Le emissioni sono state subito riprese da operai e passanti. Peacelink si è rivolto al garante per l'esecuzione dell'Aia Vitaliano Esposito chiedendo un intervento. "In virtù dei compiti e delle funzioni svolte nel Suo ruolo - si legge nella lettera di Peacelink - le chiediamo se quanto accaduto alle ore 06.15, in data odierna presso gli impianti dello stabilimento Ilva è in linea con le disposizioni di legge e con le prescrizioni Aia e lì dove queste non rispettate se a seguito di quanto accaduto ci saranno iniziative di informazione e consultazione con le istituzioni locali al fine di assicurare la massima trasparenza per i cittadini. Proprio in materia di trasparenza nei confronti dei cittadini tarantini e della provincia, e dei lavoratori dello stabilimento, ci chiediamo quali sono stati i rischi intercorsi in tale episodio e quali sono state le incidenze in termine di salute sugli stessi e sull'ambiente. Alleghiamo - conclude la nota - le fotografie scattate alle 06.15 in data odierna 27.05.13 da cittadini e operai che hanno assistito all'episodio" di MARIO DILIBERTO

Tratto da Zeroemission

Ilva, Della Seta/Ferrante: "Colpevole anche la politica"
Lunedì, 27 Maggio 2013 | Ambiente
Il commento dei due ex-senatori del PD, che nella scorsa legislatura furono i due soli parlamentari democratici, a non votare la fiducia al governo Monti sul cosiddetto decreto salva-Ilva

Sequestri per 8,1 miliardi alla famiglia Riva, commissariamento dell'azienda e via al piano di riqualificazione societaria e ambientale. Questo è quanto sta accadendo in questi giorni a Taranto, a seguito dell'indagine della Magistratura.
 "Il damma ambientale, sanitario, sociale dell'Ilva di Taranto certo è figlio di una famiglia, i Riva, che come si legge negli atti della magistratura ha agito da associazione a delinquere più che da imprenditore - hanno dichiarato Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, ex-senatori PD, Ecodem - ma non ci si può fermare a questo, bisogna dire con forza e con chiarezza che a generarlo, questo dramma, è stata anche una politica - di destra e di sinistra, locale e nazionale - che per decenni e fino a ieri con rare eccezioni ha fatto finta di nulla nei casi migliori e nei peggiori si è comportata da complice di chi avvelenava Taranto impunemente e contro ogni legge. Lasciare l'Ilva un minuto in più in mano agli attuali proprietari, da chiunque rappresentati, equivarrebbe a perpetuare tutto questo".Leggi l'articolo integrale _______________________

Da Il Fatto Quotidiano

Ilva, il tesoro dei Riva: gli affari della famiglia sempre difesi dallo Stato

Dall'Iri all'Alitalia, la politica negli anni ha aiutato la dinastia dell'acciaio, che in cambio esportava capitali e devastava l'ambiente. Infine, con il decreto del governo Monti, esautorando l’autonomia della magistratura, al gruppo è stato consentito di continuare a produrre e vendere nello stabilimento di Taranto.

Ilva di Taranto
Per i pm è una fucina di acciaio e reati. Per il governo è l’ennesima soluzione da trovare.
 L’ultima di una lunga serie, che inizia nel 1994, quando l’Iri gestita da Romano Prodi svende l’ex Italsider alla famiglia Riva. E continua fino cinque mesi fa, quando il governo Monti emana il decreto Salva Ilva, frapponendosi come uno scudo tra i Riva e la magistratura. 
Gli interventi dello Stato sono stati molti, e sempre vantaggiosi per i Riva, ma loro cos’hanno dato in cambio? Stando alle accuse, la famiglia ha incassato vantaggi e restituito trucchi e omissioni. In altre parole: reati gravissimi.....

Lasciamo perdere il profilo finanziario e passiamo a quello industriale: negli atti della procura di Taranto si contano ben 34 omissioni, tutte relative alla sicurezza e all’ambiente, e il modello organizzativo implementato dai Riva è considerato una fucina di reati.

 E il disastro ambientale? Oltre 100 decessi causati dall’emissione di polveri sottili e 2mila capi di bestiame abbattuti per la diossina. ....... 

 Per anni trattano con lo Stato sui protocolli d’intesa, che la magistratura definisce “una colossale presa in giro”. 

 Il risanamento operato dai Riva, in realtà, è considerato dai pm “un’opera di maquillage”. Dai protocolli d’intesa si passa all’Autorizzazione integrata ambientale del 2011: un avvocato dell’Ilva, intercettato con Fabio Riva, dice “l’abbiamo scritta noi”. Nonostante l’abbiano scritta loro, pochi mesi dopo il governo Monti decide di modificarla: concede una nuova Aia nell’ottobre 2012. Niente da fare: “Allo stato – scrive la procura di Taranto non si ha evidenza di alcuna iniziativa intrapresa dalla società al fine di ottemperareledisposizioni”. Il 26 luglio 2012, il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri sequestra l’area a caldo dell’acciaieria. Il 26 novembre sequestra 1,8 milioni di tonnellate di acciaio. L’Ilva minaccia la chiusura e Taranto sprofonda nel panico.

Lo Stato ancora una volta accorre in soccorso dei Riva: il governo Montiesautorando l’autonomia della magistratura – emana la legge Salva Ilva che consente al gruppo Riva di continuare a produrre e vendere acciaio. A scapito della salute di operai e cittadini.
Due giorni fa l’ordine di sequestrare alla Riva Fire 8,1 miliardi di euro necessari “per effettuare tutte le opere di risanamento ambientale”. Sabato il cda dell’Ilva, per tutta risposta, annuncia le sue dimissioni.  
Obbligando lo Stato – che nel 1995 affidò ai Riva il ricco affare Ilva – a intervenire ancora in loro aiuto.
di Francesco Casula e Antonio Massari
Leggi l'articolo integrale su  Il Fatto Quotidiano

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Il dossier Ilva arriva a Palazzo Chigi

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