Tratto da edilone.it
Rapporto Ipr-Univerde, il carbone e' 'il passato' per l'80% degli italiani
Secondo l'indagine di
opinione sulle rinnovabili, nove italiani su dieci sono disposti a
puntare ma in molti sono frenati dalla burocrazia
Gli italiani sono quasi interamente
convinti che “il futuro è solare”: secondo il IX
Rapporto "Gli italiani e il solare", presentato da
Ipr Marketing e Fondazione
UniVerde in occasione di SolarExpo,
l'89% degli italiani 'sceglie' l'energia solare, e il 69%
(+13% rispetto all'anno precedente) è convinto che il mercato
seguirà la stessa linea puntato sulle energie alternative.
Il dettaglio delle opinioni rilevate
dall'indagine mette in evidenza un 79% degli italiani che afferma
di voler prendere in considerazione l'utilizzo della tecnologia
solare, sebbene gli ostacoli da superare sono molti: il 68% la
trova burocraticamente difficile, il 48% - dato in calo rispetto
al passato - la considera tecnicamente complessa e il 56% la vede
come economicamente dispendiosa.
Dopo il solare, gli italiani sono
favorevoli a: eolico, idroelettrica, geotermica, biomasse,
nucleare, gas, petrolio e carbone, la cui valutazione è stata
fatta per la prima volta quest'anno nel focus "carbone, carbon
tax e smart grids".
Sul carbone, in particolare, gli
italiani rivelano una propensione sempre più 'ecologica': per
l'80% degli intervistati rappresenta il passato, ed è
considerato il combustibile fossile più pericoloso dopo il
petrolio e il più inquinante insieme all'olio combustibile. E
l'indagine scende nel dettaglio della consapevolezza: per il 62%
degli intervistati chiudere le centrali di carbone entro il 2020 è
doveroso, per un altro 28% sarà doveroso però difficile. Anche per
quanto riguarda la possibilità di tassare le attività che
producono emissioni di C02, la stragrande maggioranza degli
italiani (84%) è d'accordo, ma il 40% pensa che sarà difficile da
realizzare.
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MA ECCO NUOVI PROBLEMI IN ARRIVO PER I CITTADINI , CHE SI VOGLION AFFIDARE AL SOLARE: COSTI..... IN ARRIVO DALL' AUTORITA' PER L' ENERGIA.
Leggete su Qualenergia
Grid parity fotovoltaico, quando l'arbitro decide di alzare l'asticella
L'Autorità per l'Energia ci sta dicendo che
i costi di mantenimento e sviluppo della rete e del sistema elettrico
non devono più essere ripartiti in base ai prelievi di elettricità dalla
rete, ma sui consumi, anche quelli dal mio impianto fotovoltaico.
Si
tratta di una posizione radicale di politica energetica, e non certo di
una misura regolatoria. Una approccio che non sta in piedi, nemmeno nei
numeri.
Era nell’aria. Da mesi l’Autorità parlava, in consessi pubblici e privati, di generazione distribuita come fuga dal mercato.
Parlava più del futuro, della potenziale diffusione di fonti
rinnovabili non incentivate presso le utenze, che del presente,
rappresentato da almeno 25 terawattora di produzione fossile presso gli insediamenti storici della manifattura italiana, da sempre esentati
dalla copertura dei costi del sistema elettrico.
Eravamo preparati ad
un atteggiamento cauto, per non dire critico, dell’Autorità rispetto
alla generazione distribuita. Ma mai ci saremmo aspettati di leggere le
premesse del documento di consultazione 183/13 (vedi Qualenergia.it, L'Autorità per l'Energia all'attacco dell'autoconsumo: si paghino gli oneri).
Perché una cosa è tagliare incentivi, una cosa è eliminare benefici ad hoc quali l’esenzione dagli obblighi di programmazione della produzione, ben diverso è intervenire su elementi costitutivi del sistema elettrico al fine precipuo di prevenire la diffusione di soluzioni che non necessitino di incentivazione esplicita
Alla prospettiva di tecnologie in grado di confrontarsi con l’asticella della grid parity, l’arbitro decide di alzare l’asticella.
Prima ancora che il merito, è il metodo che lascia basiti.Leggi l'articolo integrale
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