COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

20 luglio 2016

Qualenergia :Per disinvestire dalle fonti fossili ci vogliono banche carbon-free

Tratto da Qualenergia

Per disinvestire dalle fonti fossili ci vogliono banche carbon-free

Un articolo del Guardian rilancia il tema del disinvestimento da carbone, petrolio e gas. Qualche consiglio su come eliminare i propri risparmi dai fondi “sporchi” e riposizionarli su prodotti finanziari più ecosostenibili. E poi c'è il rischio bolla del carbonio che potrebbe colpire l’industria delle fossili.
Disinvestire dalle fonti fossili per reinvestire nelle energie pulite: che cosa comporta, in concreto, una simile strategia? Quali scelte abbiamo davanti?
L’argomento è stato ripreso da un articolo del Guardian, che a sua volta ha citato una guida finanziaria pubblicata di recente da Ethical Consumer, un magazine britannico dedicato al consumo etico e responsabile di prodotti e servizi. Ci sono diverse campagne per il disinvestimento da carbone, gas e petrolio. Peraltro, sono “solo” duecento all’incirca le compagnie che possiedono la fetta maggiore delle riserve mondiali di carbone e idrocarburi.
L’obiettivo delle iniziative fossil-free è coinvolgere innanzitutto gli investitori istituzionali come fondi pensione, università, istituti religiosi, compagnie assicurative, cercando di ridurre il più possibile la loro esposizione finanziaria su azioni e obbligazioni legate all’industria “sporca” ........
Per quanto riguarda l’energia, quindi, disinvestire dalle fonti fossili significa credere anche nello scoppio della cosiddetta bolla del carbonio. Le società che più di tutte hanno puntato sulle risorse tradizionali, sostengono i promotori delle campagne fossil-free, sono destinate a implodere, perché si ritroveranno, presto o tardi, con una serie di attività e infrastrutture non più remunerative.
Piattaforme offshore obsolete, pozzi di shale gas esauriti o troppo costosi da mantenere in funzione, centrali termoelettriche sopravanzate dagli impianti eolici e solari: ecco qualche esempio di stranded assets, cioè beni che andrebbero eliminati. Il problema è che per eliminarli in molti casi bisogna sopportare costi elevati per smantellamenti e bonifiche ambientali.
Allora è meglio prevenire il rischio bolla e scommettere su altri settori dell’economia verde?  Continua a leggere su Qualenergia

Nessun commento: