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08 giugno 2019

Fridays For Future: è ora di andare oltre le manifestazioni

Tratto da Il Cambiamento

Fridays For Future, è ora di 

andare oltre le manifestazioni

Le manifestazioni giovanili per chiedere interventi decisi contro 
i cambiamenti climatici sono state un segnale importante, ma ora
 occorre andare oltre, fare ulteriori passi avanti.
 Occorre passare dalla protesta alla proposta e c'è il modo per farlo.




Le manifestazioni degli studenti ispirate da Greta Thunberg in tutto il mondo per 

protestare contro l’immobilismo della politica sulla grave emergenza climatica sono 

state un segnale epocale, spontaneo e inimmaginabile. Sacrosante proteste verso 

politici e imprese senza scrupoli che pur di mantenere potere e fare guadagni 

stratosferici, non esitano a portarci all’autodistruzione. Manifestare il proprio 

dissenso, a maggior  ragione se fatto dai giovani che vedono il loro futuro a rischio,

 è senz’altro importante ma è necessario un passo ulteriore.


Come dice giustamente Greta Thunberg, i politici se ne sono fregati fino ad ora e 

continueranno a fregarsene, aspetteranno che le manifestazioni si esauriscano, faranno

 dichiarazioni di facciata e prenderanno blandi provvedimenti stando bene attenti a non

 turbare il proprio elettorato con interventi o svolte radicali che sono le uniche che

 devono essere attuate. Quindi va bene da parte degli studenti fare pressioni sulla 

politica, avere sempre più visibilità con le manifestazioni ma i risultati veri e reali si 

otterranno solo con una azione diretta di cambiamento. Bisognerebbe passare ad 

una fase due, ovvero mettere in pratica tutta una serie di comportamenti che

 hanno risultati immediati e grande impatto.


Solo per fare alcuni dei mille esempi, innanzitutto gli stessi studenti dovrebbero iniziare 

a fare un piano per fare diminuire drasticamente le emissioni delle loro scuole e renderle il più possibile ecologiche. Coinvolgere anche i professori e assieme studiare tutti i modi possibili e

 immaginabili per raggiungere questi obiettivi. Da fare ce n’è così tanto che ci sarebbe 

l’imbarazzo della scelta. Dal monitoraggio dei consumi energetici e idrici alla loro 

riduzione, dall’installazione di fonti rinnovabili a piani di mobilità sostenibile, dal cibo

 biologico e locale nelle mense scolastiche all’istituzione di orti scolastici laddove ci 

siano gli spazi disponibili, dall’uso consapevole di materiali e risorse alla riduzione 

drastica dei rifiuti. Tutto questo e altro, corredato da studi e approfondimenti che 

avrebbero non solo risultati immediati e farebbero risparmiare soldi alle scuole e agli 

studenti stessi ma che darebbe anche un quadro interessante di quelli che potrebbero

 essere i loro possibili lavori in futuro. Altro aspetto positivo è quello che ciò che gli 

studenti imparano a scuola in questa direzione, possono poi trasferirlo alla famiglia

 ottenendo un doppio risultato positivo.

Creare quindi un circuito di riferimento delle varie scuole con lo scambio di procedure

 e dei risultati che si ottengono nella riduzione dei consumi energetici dei rifiuti e 

conseguentemente calcolare la diminuzione della propria impronta ecologica. Nelle

 gite scolastiche iniziare a fare visite guidate non solo in città d’arte o simili ma anche 

nei centri per le energie rinnovabili in Italia, come ad esempio il Parco dell'Energia

 Rinnovabile in Umbria, e in Europa che sono uno stimolo e ispirazione ormai da 

decenni per milioni di persone.

Attraverso queste esperienze i giovani potrebbero elaborare anche progettualità in giro

 per l’Italia che recuperino luoghi semi abbandonati dalle grandissime bellezze e farne

 degli esempio di forte autosufficienza alimentare ed energetica con una sostenibilità a

 360 gradi. Mostrare luoghi e persone che vivono e salvaguardano risorse preziose

 rappresentanto il miglior esempio e la migliore azione che si possa compiere per se 

stessi e per ispirare altri giovani o adulti. I giovani poi potrebbero proporre anche molte 

modalità di intervento per far dirigere i quartieri e le città dove vivono verso le

 emissioni zero, con passi simili a quelli verificati nelle loro scuole, coinvolgendo gli 

adulti di ogni ambito lavorativo e di responsabilità.

Potrebbero diventare in questo modo i protagonisti del cambiamento, non quindi solo

 dimostrando nelle piazze ma anche facendo e creandosi un futuro lavorativo 

decisamente più interessante che fare lavori che nella gran parte dei casi non tengono 

conto né degli aspetti ambientali, né dei danni che arrecano alle persone.

Se il movimento degli studenti passerà dalla protesta alla proposta, sarà una svolta

 importante e dai risultati immediati, duratori ed efficaci. In questo modo si spingeranno

 anche le ultime ruote del carro della consapevolezza, cioè i politici, ad agire anche

 loro perché solo una grande spinta dal basso riesce a smuovere le montagne

 dell’immobilismo che ci ha condotto alla drammatica situazione attuale.

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