Tratto da Recommon
Il gas è il nuovo carbone
In Italia si attende il 2025 per il promesso stop definitivo al carbone, che comporterà la chiusura delle centrali ancora operative sul territorio nazionale. Eppure gli strascichi legati allo sfruttamento della polvere nera sono di non poco conto. Una delle ultime notizie di spicco riguarda l’annullamento del processo d’appello sulle dispersioni di polveri di carbone dalla centrale Enel di Brindisi sui raccolti degli agricoltori che hanno i loro terreni vicino all’impianto. La Corte di Cassazione ha stabilito l’annullamento della sentenza di secondo grado, con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Lecce.
Al di là dei singole vicende, è indubbio che la transizione necessiterà tempo, ma soprattutto dovrebbe comportare investimenti per le bonifiche e delle valide alternative. Ma a Brindisi, così come in altre centrali italiane, il “pericolo” è che si passi dalla padella alla brace. Ovvero che al posto di un combustibile fossile ne subentri un altro: il gas, dipinto come la soluzione ideale dal comparto estrattivo.
Che sia solo una favola, quella del “gas buono”, ce lo spiega il video Gastivists. Un minuto e mezzo per smontare la narrazione virtuosa sull’ennesima fonte fossile che non solo emette tanta CO2 quando viene bruciato, ma anche altri gas climalteranti come il metano quando si verificano delle perdite nei vari passaggi del suo ciclo. Buona visione!
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