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23 ottobre 2019

Inquinamento. Fnomceo lancia appello a Governo e Ue: “Decarbonizzare e ridurre concentrazioni polveri sottili”

Tratto da Quotidiano Sanità  

L’Ordine dei medici commenta i dati del Report 2019 sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea per l’ambiente. “I medici possono svolgere un ruolo importante operando come “Sentinelle per l’Ambiente” secondo modelli organizzativi già da noi proposti con la RIMSA - Rete Italiana Medici Sentinella per l’Ambiente- attuando una sorveglianza e una prevenzione primaria in stretta collaborazione con le Istituzioni, al fine di porre la salute al centro di ogni politica”.

23 OTT - Un doppio appello, al Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, insieme all’intero Governo italiano, perché mettano in atto a tutti i livelli un ‘Green new deal’ che preveda, anche nel nostro Paese, la riduzione progressiva delle emissioni di anidride carbonica e della concentrazione nell’aria delle polveri sottili. A lanciarlo, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, insieme a tutto il Comitato Centrale, riunito in queste ore a Roma, all’indomani della diffusione, da parte dell’Agenzia europea per l’ambiente, del Report 2019 sulla qualità dell’aria.

Dati “inquietanti”, quelli che emergono dallo studio condotto su 41 paesi europei nel 2016, e che contano, in quell’anno, 412mila morti premature causate dalle polveri sottili, PM2.5, 71.000 riconducibili al biossido di azoto, 15100 all’ozono. Ancora più impressionante il calcolo sugli anni di vita persi: 4.223.000 quelli attribuibili all'esposizione alle polveri sottili, 707.000 quelli causati dal biossido di azoto e 147.000 quelli per l'ozono. L’Italia è in cima alla classifica dei paesi più colpiti dall’inquinamento, sia per numero di morti premature (58.600 per le polveri sottili, 14.600 per biossido di azoto e 3.000 a causa dell'ozono), sia per anni di vita persi.

“I nuovi dati dell’Agenzia europea per l’ambiente sui decessi prematuri e anni di vita persi attribuibili alle polveri sottili confermano, per l’ennesima volta, l’importanza dei fattori ambientali e sociali nel determinare lo stato di salute e malattia degli individui e della collettività – commenta Emanuele Vinci, Coordinatore della Commissione Professione, Salute, Ambiente e Sviluppo Economico della Fnomceo -. Pur continuando a informare e ad educare sull’importanza di seguire corretti stili di vita, è sempre più evidente che occorre porre l’attenzione sui determinanti socio - ambientali della salute, che sono all’origine delle gravi diseguaglianze di salute tra le persone e popolazioni”.

“Da ciò la necessità di superare gli attuali sistemi di sorveglianza sanitaria basati sulla valutazione del danno sanitario con il conteggio di morti e feriti (registri di morte, di tumori e di patologie, schede di dimissioni ospedaliere) e l’urgenza di passare ad una valutazione preventiva di impatto sulla salute dei fattori clima-alteranti, inquinanti ambientali e socio-economici – prosegue Vinci -. I medici possono svolgere un ruolo importante operando come “Sentinelle per l’Ambiente” secondo modelli organizzativi già da noi proposti con la RIMSA - Rete Italiana Medici Sentinella per l’Ambiente- attuando una sorveglianza e una prevenzione primaria in stretta collaborazione con le Istituzioni, al fine di porre la salute al centro di ogni politica”.

“Questi dati, posti oggi dalla Commissione Ambiente e Salute all’attenzione del Comitato Centrale, ci preoccupano fortemente – afferma il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. È ormai improcrastinabile un intervento del Governo italiano affinché l’eliminazione del carbone a favore dei combustibili fossili sia inserita tra le prescrizioni di tutela ambientale e siano riviste le soglie stabilite per legge per PM10 e PM2.5”.

“A livello europeo, abbiamo un’occasione unica: la Presidente eletta della Commissione, Ursula von der Leyen, ha posto al centro della sua ‘Agenda per l’Europa’ le politiche ambientali, delineando un ‘European Green deal’ che renda il nostro il primo continente al mondo a impatto climatico zero – continua -. Un programma che, come medici, non possiamo che sostenere appieno, chiedendone l’applicazione anche e soprattutto nel nostro Paese, dove molte, a livello ambientale, sono le ferite aperte”.

“Recentemente, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, oltre, com’è naturale, al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, hanno mostrato grande sensibilità e apertura su queste tematiche, ventilando l’istituzione di un Comitato interministeriale per il contrasto ai cambiamenti climatici, che entrerà nel Cipe – continua Anelli -. Nel richiedere alla Camera la fiducia al nuovo Governo, lo stesso Conte si è posto sulla linea europea del ‘Green New Deal’, che promuova la rigenerazione urbana, la riconversione energetica verso un progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici”.

“Ora dobbiamo essere pragmatici – aggiunge ancora – e, partendo da queste ottime intenzioni, mettere in pratica un programma serio di decarbonizzazione e riduzione delle polveri sottili. Possiamo cominciare dall’Ilva, che la Scienza e la Giustizia indicano come responsabile di tante morti, anche infantili”.

“Ci appelliamo dunque al Presidente Conte e al Governo, in particolare al Ministro dell’Economia e dell’Ambiente, perché mettano in atto urgentemente tutti gli adempimenti necessari, fissando obiettivi progressivi, definendo un cronoprogramma sul breve, medio, lungo periodo e stanziando finanziamenti adeguati - conclude -. Noi medici come sempre ci siamo, siamo pronti a fare la nostra parte, intervenendo, come consiglieri, a tutti i Tavoli italiani ed europei cui saremo chiamati e portando i dati raccolti con la Rete dei Medici Sentinella per l’Ambiente, messa in piedi insieme all’Isde, l’associazione Medici per l’Ambiente, con il sostegno del Ministero della Salute”.  Tratto 

20 settembre 2019

Green non è una parola magica,senza una vera democrazia la svolta verde sara’ un flop ....

Tratto da Linkiesta

Green non è una parola magica, senza il rilancio della democrazia la svolta verde sarà un flop


Da Ursula Von de Leyen a Giuseppe Conte, tutti parlano di un nuovo accordo sull'ambiente. Eppure i fatti dimostrano altro: solo col consenso generale si potrà davvero cambiare la situazione


Nell’ordine: il dieci settembre scorso, nel presentare la sua squadra e la nuova struttura della prossima Commissione europea, la Presidente eletta Ursula von der Leyen ha dichiarato di ritenere centrali la necessità di affrontare i cambiamenti climatici, tecnologici e demografici che stanno trasformando le nostre società e il nostro modo di vivere, e quella che sia l'UE a guidare la transizione verso un pianeta in salute e un nuovo mondo digitale. "Voglio che il Green Deal europeo diventi l'elemento distintivo dell'Europa – ha detto - Il suo fulcro è il nostro impegno a diventare il primo continente al mondo a impatto climatico zero. Si tratta anche di un imperativo economico a lungo termine: chi saprà agire per primo e più rapidamente sarà in grado di cogliere le opportunità offerte dalla transizione ecologica. Voglio che l'Europa sia all'avanguardia. Voglio un'Europa esportatrice di conoscenze, tecnologie e buone pratiche". Più o meno nelle stesse ore, durante le dichiarazioni programmatiche alla Camera sulla fiducia al governo, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte diceva “Nella prospettiva di un'azione riformatrice coraggiosa e innovativa, obiettivo primario del Governo sarà la realizzazione di un Green New Deal, che promuova la rigenerazione urbana, la riconversione energetica verso un progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici”. Dunque, sembrerebbe che, a dispetto del dato ISPRA, entrambi gli esecutivi manifestino una accresciuta consapevolezza che per uscire dalla crisi economica, sociale, culturale, umanitaria, del nostro tempo, ci sia bisogno di una svolta. Ma, dando per assodato che non si tratti, come molti malpensanti suggeriscono, di una semplice attività di green washing, sarà davvero sufficiente?

Certo, sia l’Italia sia l’Europa potrebbero seguire le orme del parlamento britannico che in risposta alla mobilitazione di massa di Extinction rebellion dell’aprile scorso capace di bloccare il centro di Londra, ha accettato di dichiarare lo stato di emergenza climatica, cioè la prima delle tre richieste avanzate ai governi di tutto il mondo. Indubbiamente si tratta della richiesta più facile e senza alcuna conseguenza pratica, visto che le altre due, azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2025 e delegare le misure di giustizia ecologica a un’assemblea di cittadini, sono piuttosto complicate da realizzare, tuttavia riconoscere il problema sarebbe un primo passo. Certo, con la loro mobilitazione globale, anche i ragazzi del climate strike provano a tenere costantemente desta l’attenzione di noi tutti sul tema, tant’è che inizia proprio oggi la #ClimateActionWeek che culminerà il 27 settembre con il terzo sciopero globale. Certo, dal 16 settembre scorso, per sensibilizzare tutti noi lettori e telespettatori sull'emergenza climatica, informandoci al meglio in vista del prossimo vertice delle Nazioni Unite convocato al Palazzo di Vetro di New York il 23 settembre, i maggiori media di tutto il mondo hanno aderito al progetto "Covering Climate Now" promosso, tra gli altri, dalla Columbia Journalism Review, il magazine della migliore facoltà di giornalismo, dalla rivista americana The Nation e dal quotidiano britannico The Guardian.

Ma quanto durerà la nostra capacità di prestare loro attenzione? Quanto riusciremo a tenere acceso il riflettore prima di esigere il prossimo giro di giostra? Prima di chiedere che entri il prossimo gladiatore? Panem et circenses dicevano, mutuando Giovenale, nell’antica Roma per indicare le due massime aspirazioni cui ambisce il popolo: pancia piena e giochi. Sembrerebbe essere cambiato poco o niente da allora. 
Master Chef e demagogia sono quello a cui ci siamo abituati ultimamente. E a sentirci popolo. Ecco perché dei discorsi del Presidente Conte e della Presidente von der Leyen io non vorrei introiettare il tema del Green Deal, sempre più banalizzato al dilemma plastica sì plastica no. Quello su cui vorrei che lavorassimo insieme è contenuto in questo concetto del discorso europeo: "Vogliamo imprimere un nuovo slancio alla democrazia europea. È una nostra responsabilità comune. La democrazia non è soltanto votare ogni 5 anni. È far sentire la propria voce e poter partecipare alla costruzione della società". Dobbiamo partire da noi stessi. Dobbiamo avvertire la necessità di attivarci ciascuno presso la propria sfera di relazione dando origine a un moto basato sull’economia sferica che mette la persona al centro e aggiunga al modello basato sulla circolarità, una terza dimensione, quella dell'essere umano radicato nella sua origine e guidato da una vocazione.

04 settembre 2019

Il Cambiamento - Nuovo governo e ambiente: si passi finalmente dalle parole ai fatti

Tratto da Il Cambiamento 
Nuovo governo e ambiente: si passi finalmente dalle parole ai fatti
di
Paolo Ermani 

Ambiente, green economy, green new deal sono le nuove parole magiche usate negli intenti del futuro e ormai super-probabile nuovo governo.....


Ambiente, green economy, green new deal sono le nuove parole magiche usate negli intenti del futuro e ormai super-probabile nuovo governo che, almeno sulla carta, peggio di Attila Salvini non può fare.

I propositi che si leggono nella bozza di programma sembrano positivi ma poi sono i fatti quelli che contano e ad oggi l’Italia è indietrissimo su tutto quello che riguarda una seria, rigorosa e credibile politica ambientale. Potremmo brillare di luce nostra su tutto quello che ha l’ambiente come elemento base e invece siamo ancora qui a contare i morti provocati dalle centrali a carbone del paleolitico.

Tempo da perdere non ce ne è più, il pianeta brucia, l’Italia è sommersa da cemento, automobili e inquinamento che miete vittime a tutto spiano e il Paese del sole è ancora dipendente dall’estero per il 75% dell’energia che consuma. Non si possono fare più chiacchiere, proclamare belle intenzioni e poi regolarmente fare poco o nulla. Se questo governo avrà della credibilità se la giocherà sul tema centrale che non è certo l’economia, l’Europa, il lavoro ma la salvaguardia della casa in cui viviamo tutti cioè l’ambiente perché senza quello non c’è economia, non c’è lavoro, non c’è Europa, non c’è nulla.

Le tecnologie, le conoscenze, le persone, le competenze ci sono tutte, bisogna solo iniziare davvero una nuova fase in cui l’informazione, la formazione e l’applicazione siano i pilastri dell’azione a tutela dell’ambiente e la diffusione delle tecnologie appropriate che riducano i consumi ed eliminino gli sprechi e che di conseguenza facciano risparmiare quantità enormi di soldi, aumentando in maniera notevolissima l’occupazione.

La mancanza di volontà politica è stata il maggiore ostacolo all’azione che viene portata avanti con coraggio, dedizione e lungimiranza da persone e gruppi attivi che da sempre si battono per difendere il nostro paese dagli attacchi costanti delle varie lobby che della devastazione dell’ambiente ne fanno la loro principale forma di profitto. Se la politica finalmente supporterà queste persone, questi gruppi e non le lobby, potremmo finalmente vedere rinascere il giardino fiorito che era l’Italia e che può tornare a essere e ispirare una rivoluzione verde mondiale che è la sola strada che può darci un autentico futuro.