TARQUINIA (VITERBO) /
CENTRALE ENEL A CARBONE DI BRINDISI / campione di inquinamento, ai primi posti in Europa, ma Civitavecchia sarà peggio
Il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato la classifica delle dieci industrie più inquinanti di tutta Europa per le emissioni di anidride carbonica. Nell'elenco figura la Centrale Enel a carbone di Brindisi, quella che è stata fatta conoscere ai lettori, del mensile Tarquinia Città attraverso un c.d. allegato a Tarquinia Città un anno fa.
La centrale a carbone ENEL di Brindisi emette qualcosa come 14.198.000 tonnellate di CO2.
La centrale elettrica a carbone di Civitavecchia ha una potenza istallata superiore del 50% rispetto a quella di Brindisi, per cui è prevedibile che strapperemo il primato all'impianto pugliese.
Ipotesi quasi certa soprattutto se si sommano le future emissioni a carbone con quelle di Montalto di Castro che già oggi ci “regala” qualcosa come 4.582.000 tonnellate annue di anidride carbonica.
Se a questi ci aggiungiamo le altre tonnellate non ancora quantificate della centrale elettrica della Roccaccia ( sulla quale permane il silenzio di Comune, Università Agraria) la salute e il futuro delle giovani generazioni sono garantite. Nel frattempo facciamo anche un impianto nucleare a Montalto di Castro, per non farci mancare nulla.
P.S. Qualcuno del governo italiano, in primis il Cavaliere, si è accorto dell'intesa U.S.A. - Cina per la diminuzione delle centrali a carbone e per l'uso delle fonti energetiche rinnovabili allo scopo di eliminare l'inquinamento atmosferico che rischia di soffocare il Pianeta?
Considerazioni di" Uniti per La Salute
CENTRALE ENEL A CARBONE DI BRINDISI :campione di inquinamento, ai primi posti in Europa, ma Civitavecchia sarà peggio..........
Ma ci sorge spontanea una domanda:
Dove si posizionerà Vado Ligure nella "Top Ten dei Magnifici 10"(classifica delle dieci industrie più inquinanti di tutta Europa per le emissioni di anidride carbonica). con il "Prospettato Ampliamento a Carbone ?
"Sicuramente ci sarà un posto d'onore anche per noi!!!!!!!
E poi dicono che in Italia non ci siano eccellenze!
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Tratto da" Uno notizie"
BRUXELLES / 11-09-2009
EUROPA, STANZIATI POCHI SOLDI A DIFESA DEL CLIMA :secondo Greenpeace pochi ''spiccioli''
BRUXELLES ( UnoNotizie.it )La Commissione europea ha fatto oggi un piccolo passo avanti verso Copenaghen, indicando per la prima volta una cifra concreta per le risorse finanziarie da destinare ai Paesi in via di sviluppo per affrontare i cambiamenti climatici. La somma, tra due e 15 miliardi di euro all’anno fino al 2020, è tuttavia disperatamente inadeguata.
“La Commissione sta cercando di alzarsi dal tavolo lasciando solo la mancia, e senza pagare il conto che serve per salvare il Pianeta da impatti climatici catastrofici - afferma Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace. - La Commissione non ha inoltre reso noto come dovranno essere generate tali risorse finanziarie a livello internazionale”.
Un primo testo della Commissione indicava che l’impegno finanziario sarebbe stato compreso tra 13 e 24 miliardi di euro all’anno. Ora, dopo le forti pressioni degli Stati membri, questa cifra è stata ridimensionata ad appena 2-15 miliardi, con tagli particolarmente pesanti per contrastare la deforestazione degli ultimi polmoni verdi del Pianeta. Appena un anno fa, la stessa Commissione stimava che per fermare la deforestazione al 2020 erano necessari 30-75 miliardi di euro globalmente.
“I politici europei stanno giocando con i numeri, senza capire che possono cancellare interi ecosistemi col tratto di una penna. La sopravvivenza di intere comunità è a rischio” mette in guardia da Bruxelles Sebastien Risso, direttore di Greenpeace EU.
Greenpeace esorta la Commissione europea a onorare la propria leadership sul clima, impegnandosi a stanziare risorse finanziarie pari ad almeno 35 miliardi di euro all’anno fino al 2020, oltre agli aiuti già in essere. Queste risorse dovranno essere gestite sotto il controllo delle Nazioni Unite e serviranno per stimolare lo sviluppo delle energie rinnovabili nei Paesi di sviluppo, fermare la deforestazione e contribuire e misure di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici che già sappiamo inevitabili.
- Uno Notizie Bruxelles -
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