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26 aprile 2010

2010/04/26 GOLFO DEL MESSICO,DISASTRO AMBIENTALE PER SCOPPIO PIATTAFORMA/ «L’Unesco fermi trivelle alle Tremiti»

GOLFO DEL MESSICO, DISASTRO AMBIENTALE PER SCOPPIO PIATTAFORMA

Disastro ecologico senza precedenti nel Golfo del Messico: dalla piattaforma petrolifera esplosa e affondata la settimana scorsa stanno fuoriuscendo circa 1.000 barili di greggio al giorno e la macchia nera potrebbe raggiungere presto le spiagge e la regione paludosa della Louisiana. Le operazioni di pulitura delle acque e per bloccare le perdite sono anche rese difficili dal maltempo.

Tratto da http://dorsogna.blogspot.com/

WEDNESDAY, APRIL 21, 2010

Scoppio di piattaforma in Lousiana


A un certo punto si e' sparsa la notizia che hanno ritrovato i dispersi. La piattaforma brucia ancora.
Qui pero' si dice che non e' vero e che era una notizia falsa. La piattaforma brucia ancora.
Un pozzo di petrolio e' scoppiato qualche ora fa nel golfo del Messico, in Louisiana.
Dodici persone mancano all'appello e sette sono state ferite in modo grave.

Il pozzo era a 41 miglia dalla costa - circa 65 chilometri dalla riva, era di proprieta' mista British Petroleum e Transocean. La fase di costruzione e' iniziata nel giugno del 2009.
In questo momento stavano ancora trivellando a 1.5km sotto la crosta terreste. La produzione non era ancora iniziata.
Un portavoce per la Transocean, sugli altri 11 dispersi, dice:
"La realta' e' che non sappiamo dove siano quegli 11, e' molto difficile quantificare la probabilita' di trovare i dispersi."
Quel che resta del pozzo si e' fortemente inclinato e potrebbe sprofondare.
Credo che non ci sia altro aggiungere - se non due domande:

La stampa italiana ne parlera'?
E se questo fosse successo a Rocca San Giovanni?
A Pineto? A Vasto? Alle isole Tremiti? In Sicilia?

MONDAY, APRIL 26, 2010

Qui in Louisiana le cose sono peggiorate. Ora la piattaforma scoppiata e crollata tira fuori 1000 barili di petrolio al giorno, cioe' 42,000 galloni, cioe' circa 160,000 litri ogni giorno.
Un altra piattaforma di petrolio, distante 10 miglia dalla prima e' stata evacuata per precauzione.
Un robot sottomarino che doveva tappare il buco ha fallito la sua impresa.....Ora stanno cercando di costruire una sorta di imbuto che possa catturare il petrolio e riportarlo in superficie in maniera controllata. Ci vorranno come minimo due settimane.I tecnici parlano di mille altre alternative su come arrestare il flusso di petrolio, ma la realta' dei fatti e' che nessuno lo sa bene cosa fare.Dice il direttore del Dauphin Island Sea Lab in Alabama, George Crozier:
"Nessuno sa quali saranno le conseguenze di questo riversamento a mare. Non abbiamo mai visto nulla di cosi grande."
La domanda sorge spontanea: e se questo succedesse in Abruzzo? Noi non ce l'avremmo il lusso di una settimana di tempo per organizzarci a contenere le uscite di petrolio perche' qui in Louisiana si tratta di 80km. In Abruzzo sono solo 5, se ci va bene....
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Tratto da "Il Corriere della sera"

INTERROTTE LE RICERCHE DEGLI 11 OPERAI DISPERSI

Piattaforma affondata, la macchia nera si sposta verso le coste della Louisiana

Ogni giorno fuoriescono mille barili di petrolio.
Si rischia un disastro ambientale senza precedenti

MILANO - L'iniziale ottimismo della Guardia costiera americana è stato smentito dai fatti. Più che di un timore si tratta ormai di una certezza: l'incendio e poi il crollo della piattaforma petrolifera della Bp, 70 chilometri al largo delle coste della Louisiana, nel Golfo del Messico, sta causando un disastro ambientale. La sua portata è ancora tutta da valutare. E, in buona parte, tutto si lega al buon esito dell'ultimo disperato intervento dei robot di profondità, che stanno operando a 5mila metri per chiudere i "buchi". Quello che la compagnia BP, che gestiva l'impianto di estrazione, sta cercando di fare, ha sintetizzato l'ingegnere meccanico Richard Metcalf, «è di mettere un tappo di sughero a una bottiglia di champagne». Resta il fatto che non si tratta di champagne e che ogni giorno dal fondo marino di spargono circa 1.000 barili di greggio, poco meno di 160mila litri. Le operazioni per tentare di bloccare questa perdite sono anche in parte ostacolato dal maltempo. La macchia nera potrebbe raggiungere presto le spiagge e la regione paludosa della Louisiana causando un disastro ecologico senza precedenti. A 30 km dal luogo del disastro si trova anche l'arcipelago delle Chandeleurs, un'oasi verde in cui depongono le uova pellicani e altri uccelli, già pesantemente danneggiata dall'uragano Katrina. Durante la notte la macchia si è allargata del 50% e ora copre un'area di oltre 1.500 chilometri quadrati, anche se secondo gli esperti si tratta perlopiù di un sottile velo di greggio sulla superficie.

11 MORTI, 17 FERITI. A BORDO 2,6 MILIONI DI LITRI DI PETROLIO -.............

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QUESTO ACCADE IN LOUISIANA E IN ITALIA?

IN ITALIA intanto il Ministero dell’Ambiente ha deciso che la «ricchezza paesaggistica» DELLE ISOLE TREMITI deve cedere il passo alle «piattaforme petrolifere» e alle trivellazioni della «Petroceltic Elsa»,

Tratto da"La Gazzetta del Mezzogiorno"

«L’Unesco fermi trivelle alle Tremiti»

di Filippo Santigliano


FOGGIA -
Il Comune di Tremiti si appresta a chiedere all’Unesco il riconoscimento di «sito» patrimonio dell’umanità. Con una «piattaforma» petrolifera al largo forse la pratica potrebbe incontrare più di un ostacolo. Ma il sindaco di Tremiti, Peppino Calabrese, non demorde e riconoscimento Unesco a parte ribadisce che «il popolo tremitese, la provincia di Foggia e la Puglia si opporranno con tutte le forze a questa ipotesi di trivellazione».

Fermare l’assalto, dunque, ad uno dei patrimoni ambientali più importanti della Puglia, quelle isole Tremiti che rappresentano un’oasi naturale tanto da essere parco marino protetto, insignito da sempre anche della «bandiera blu» dell’Unione Europea. Invece il ministero dell’Ambiente ha deciso che quella «ricchezza paesaggistica» deve cedere il passo alle «piattaforme petrolifere» e alle trivellazioni della «Petroceltic Elsa», società irlandese interessata appunto a «sondare» il fondo marino delle Tremiti al largo del Gargano e verificare se vi sono o meno le condizioni per installare pozzi.

Uno scenario che viene contrastato dalla Puglia e dalla Provincia di Foggia in particolare, ma non solo. Intellettuali, artisti (a Tremiti ha casa Lucio Dalla), esponenti del mondo dello sport (come già riportato dalla «Gazzetta» nei giorni scorsi) si sono dichiarati scandalizzati e sconcertati dalla decisione del ministero dell’Ambiente per la concessione delle autorizzazioni.

Domani nell’isola di San Domino si svolgerà il Consiglio provinciale di Foggia che, per l’occasione, terrà una seduta in trasferta proprio per testimoniare la vicinanza di tutta la Capitanata alle sorti dell’arcipelago.
La decisione della Provincia, che è a guida centrodestra come il Governo nazionale che si appresta a dare il via libera alla società irlandese, è quella di opporsi con ogni mezzo all’autorizzazione alle trivellazioni.

Un coro di no che vede uniti anche i sindaci del Gargano, movimenti ed associazioni ambientaliste, organizzazioni professionali e di categoria, a cominciare da quelle che si occupano di turismo, fortemente preoccupati per le sorti delle «Diomedee», le isole che vivono al 100% di turismo e dello stesso Gargano, ovvero la locomotiva del settore in Puglia con i suoi quattro milioni e mezzo di presenze turistiche.Proprio la Confcommercio, con il suo presidente regionale, Matteo Biancofiore, ha lanciato l’allarme sul futuro del turismo: «La scelta del turismo per lo sviluppo della Capitanata è una opzione strategica che non può essere messa in discussione da decisione inadeguate di organismi centrali che passano sopra la testa degli abitanti della provincia di Foggia. Per questo chiediamo con forza al Governo centrale che pensi bene a che cosa vuol dire per questo settore l’autorizzazione concessa per trivellazioni finalizzate alla ricerca di idrocarburi. Abbiamo bisogno di infrastrutture di servizio, rispettose del patrimonio naturale che abbiamo avuto la fortuna di avere in regalo, no di nuovi miraggi industriali i cui fallimenti darebbero un colpo definitivo alle nostre speranze. Il mare delle Tremiti così come il Parco del Gargano rappresentano un patrimonio naturale da valorizzare in chiave turistica. La loro istituzione, pur con discussioni, è stata una scelta approvata dal territorio ed una scelta di campo che deve essere perseguita in modo coerente a tutti i livelli».

CONSIDERAZIONI DI UNITI PER LA SALUTE

IL DISASTRO AMBIENTALE PER lo SCOPPIO della PIATTAFORMA NEL GOLFO DEL MESSICO,DOVREBBE INSEGNARE QUALCOSA A NOI TUTTI MA SOPRATTUTTO AI MINISTERI E ALLE ISTITUZIONI CHE HANNO LA RESPONSABILITA' E LA COMPETENZA.........SU SIMILI SCELTE .

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