Tratto da "LA STAMPA "PRIMA PAGINA CRONACA DI SAVONA"
MODA e UBIK
Gli ambientalisti:" Facciano pure personale
già dimezzato dal 1985".
"Se hanno gli impianti vecchi ,che inquinano e producono meno degli altri, che chiudano pure .E' inaccettabile che invece di migliorare l'esistente,si pretenda di di ampliare la produzione a carbone a spese della salute dei cittadini.senza contare che i sindacati dopo aver accettato che il personale della centrale,passasse da 556 a 224 unità,dovrebbero tacere.......
Tratto da Savonaeponente
Tirreno Power: e adesso i sindacati (almeno la CISL) ammettono di volerci bruciare i rifiuti
di VALERIA ROSSI – Non avevano ancora avuto il fegato di dirlo chiaro e tondo: ma adesso l’hanno trovato.
Dopo la riunione di ieri (segretissima) fra Tirreno Power e sindacati, ecco emergere la verità che avevamo capito da tempo, purtroppo: non si vogliono chiudere i gruppi a carbone (che minacciano costantemente la nostra salute) perché solo nei gruppi a carbone si può bruciare il CDR!
L’ha detto chiaro e tondo la segretaria provinciale della CISL Maresa Meneghini, una signora evidentemente fornita di “poche idee, ma ben confuse”, sostenendo che “è importante che TP garantisca un valore aggiunto al territorio”.
Quale valore aggiunto? Ma la combustione dei rifiuti, ovviamente!
Infatti la sciura Meneghini specifica: “Visto che il territorio ha detto no ad inceneritore e termovalorizzatore…“, Tirreno Power “ha gli strumenti adatti per sfruttare le nuove tecnologie di valorizzazione dei rifiuti per la produzione di energia“.
E qui arriva la sparata finale: “Si tratta di energia a impatto zero “.
Sì: per chi vive sulla luna.
La stessa favoletta dell’”impatto zero” l’avevamo già sentita da Veronesi (ricordate? L’aveva detta in TV, da Fazio, davanti a milioni di telespettatori, unendo i ditini per formare uno ZERO ben visibile), che poi ha ritrattato sostenendo che “di inceneritori non ne capisce nulla” e che si era fidato del parere dei “suoi esperti”: gli stessi esperti, probabilmente, che taroccano i dati degli studi scientifici internazionali… o forse esperti pagati dalle ditte che gli inceneritori li costruiscono e che, guarda caso, finanziano anche la Fondazione Veronesi.
Il gioco ormai è diventato scoperto: forse adesso qualcuno ritratterà, dirà che è stato frainteso, avrà ancora il muso buono di sostenere che la cosa “non è nei loro progetti” (come dichiarò in una nostra intervista l’ingegner Prelati della Tirreno Power, non a caso eccellente giocatore di scacchi…).
Ma intanto l’hanno detto: alleluja. Almeno si gioca a carte scoperte.
Evidentemente la sciura Meneghini non ha mai letto gli studi internazionali sull’impatto devastante che gli inceneritori hanno sulla salute umana (no problem: si legga questo articolo di Patrizia Gentilini e magari tutta la relativa bibliografia, e si farà un’idea precisa); evidentemente non ha neppure capito che l’equazione
“ampliamento = minor inquinamento” è una BALLA
smentita senza neppure troppa fatica dai medici locali, come dimostra questo intervento del dottor Franceschi e come emerge ancor più chiaramente da questa tabella, redatta in base ai dati forniti dalla stessa Tirreno Power e da noi pubblicata più volte:
NO, signora Meneghini: non inquinerebbero meno, ma DI PIU’.
NO, signora Meneghini: incenerire rifiuti in una centrale a carbone non significa “impatto zero” , ma DOPPIO IMPATTO, ovvero quello del carbone PIU’ quello del CDR, che è due volte più letale perché moltiplica (oltre a tutto il resto) la produzione di benzene e diossine, come ormai sanno anche i bambini (ma non i sindacalisti, a quanto pare).
Che altro ci vuole per farvelo capire? Le tabelle dobbiamo stamparle su manifesti 6×3 (come fa la TP con le sue pubblicità ingannevoli)?
Se è necessario, faremo anche questo.
Per ora, però, vi preghiamo solo di capire questo concetto elementare, proprio infantile:
SE IL TERRITORIO NON VUOLE L’INCENERITORE E IL TERMOVALORIZZATORE (guardi che in pratica si tratta della stessa identica cosa, con piccolissimi distinguo tecnologici), NON VUOLE NEANCHE TRASFORMARE LA CENTRALE ELETTRICA IN UN MEGABRUCIATORE DI RUMENTA: perché l’effetto sulla salute è lo stesso.
Se non è stata ancora informata, la sciura Meneghini con tutti i sindacati al seguito, si informi: perché ha il DOVERE di farlo, anziché prendere per buone le favole raccontate da chi ha tutto l’interesse di restare su questo territorio ad avvelenare l’aria per riempirsi le tasche.
E sia chiaro che insieme all’aria avvelena anche gli stessi lavoratori: e sarebbe ora che i parenti dei dipendenti ENEL (prima) e Tirreno Power (oggi) di decidessero a parlare e a dire forte e chiaro, mettendoci anche la faccia, magari, quanti morti hanno avuto in famiglia. Quandi amici hanno malati di tumore. Quante emorragie cerebrali hanno contato nella cerchia delle loro conoscenze.
Perché parlare parlano, eccome… lo dimostra l’inchiesta che ha svolto Mario Molinari in UNA sola via nei dintorni di Vado Ligure, pubblicata sul Manifesto: ma parlano solo se gli prometti di “non mettere il nome sul giornale”, perché hanno paura. Paura delle ritorsioni, paura delle minacce, paura di perdere il lavoro, perché in questo Paese devastato, pieno di disoccupazione e di disperazione, in cui “va tutto bene” solo per chi lo governa sulla nostra pelle, FA PIU’ PAURA LA DISOCCUPAZIONE DELLA MORTE.
Si metta bene in testa una cosa, sciura Meneghini: e se lo mettano in testa CISL, CGIL, UIL e quant’altri continuino ciecamente a credere alla palla dell’”ampliamento=meno inquinamento”:
Una centrale come quella di Vado (dati UE) ha un costo sociale annuo di 140 milioni di euro.
Ci sono i dati a provarlo: anche questi li abbiamo già pubblicati e li potete rileggere ed esaminarecliccando qui.
Lo sa quanti lavoratori si sostengono, quante famiglie si assistono con 140 milioni di euro?
Tutta Vado potrebbe mettersi in panciolle a non fare un accidenti…e ci costerebbe ancora MENO di questa dannata centrale di città.
Ma forse, per i sindacati, non andrebbe bene… perché un benessere diffuso, suddiviso fra tutti i cittadini, farebbe la fortuna di molti anziché di pochi: e i “molti” non si prendono la briga di fare accordi con i sindacati, di sponsorizzare i comuni (almeno quelli che si lasciano comprare) né di avere un tasso di sindacalizzazione del 98%.
E adesso ditemi che sono comunista.
Però, intanto che me lo dite , INFORMATEVI.
Parlate coi MEDICI, con il direttore della Tirreno Power, per avere i dati medici.
Parlate con la gente. Contate i morti insieme a loro. E poi vediamo se avrete ancora il coraggio di IGNORARE la salute dei cittadini e di pensare solo ai soldi. I vostri e i loro, ovviamente: MAI i nostri. Perché oltre a rimetterci la salute e spesso la pelle, dobbiamo pure assistere all’arricchimento smisurato di gente che poi viene a fare i ricattini: “O ampliamo o chiudiamo”.
E CHE CHIUDANO!
Vediamo se lo fanno! Con un impianto che oggi procura una rendita di milioni di euro all’anno, vediamo se chiudono davvero. Sindacati, tirate fuori le palle e provate a dire a questi signori: “Okay, chiudere pure”.
Ci scommetto la casa (che non ho), la macchina (quella sì) e perfino il gatto,
che non chiuderanno MAI: perché guadagnano cifre astronomiche.
Loro e l’ingegnere svizzero che non risponde alle domande, probabilmente perché non conosce neppure le risposte.
IL CARBONE UCCIDE l’abbiamo scritto, gridato, urlato in ogni modo possibile. Ora la risposta dei sindacati è: “Siccome lo sappiamo ma facciamo finta di non saperlo perché ci torna comodo, vi preghiamo di beccarvi ANCHE L’INCENERIMENTO, CHE UCCIDE MOLTO DI PIU’”.
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