COMUNICATO
Leggiamo oggi con sorpresa un articolo
dal titolo “Il PD critica Caviglia e Ferrando-Serve un’assemblea pubblica” dove
si riportano le dichiarazioni di due esponenti del PD vadese (Monica Giuliano e
Pietro Robbiano).
Ci pare paradossale che questi
esponenti del PD “critichino” due sindaci perché coerenti con i propri programmi
elettorali! Evidentemente sfugge loro la differenza con altre realtà
politico-amministrative che, prima delle elezioni, non solo si erano dichiarate
contro il potenziamento a carbone, ma avevano addirittura operato una raccolta
di firme per il “no”, salvo poi dare l’assenso al potenziamento.
Per quanto attiene alle assemblee
pubbliche ricordiamo che i Consiglieri provinciali dello stesso PD
organizzarono un incontro pubblico in Provincia a cui i risulta fossero stati
invitati sia l’Unione Industriali, sia la dirigenza della centrale che
puntualmente non si presentarono.(Leggi sul Secolo XIX:Centrale, obiettivo Pd: 10 mila no al potenziamento)
Ci pare tuttavia, che prima di parlare
di assemblee, più o meno estemporanee, sia doveroso, specialmente per coloro
che svolgono attività politico-amministrativa come i signori Giuliano e
Robbiano, attenersi agli atti formali di organi eletti in modo democratico
(aggettivo che ben conoscono, essendo presente nel nome del loro partito) come
le delibere dei comuni di Vado Ligure, Quiliano, Savona (queste ultime due con
sindaci esponenti dello stesso Pd!) e di altre amministrazioni del territorio
appartenenti
a diversi schieramenti politici che si sono espressi con un deciso e argomentato
no al potenziamento. Le “assemblee” ci sono già state e sono state le libere
elezioni su precisi programmi.
Inoltre riteniamo che esponenti
politico-amministrativi dovrebbero avere
come obiettivo primario il rispetto delle leggi e delle norme
vigenti come l’adeguamento della
centrale-
senza condizioni- alle migliori tecnologie (previste da norme italiane ed
europee) che si attende da oltre quattro anni ed il rispetto di tutte le prescrizioni
per l’autorizzazione del gruppo a turbogas (segnaliamo che la stessa regione
Liguria in conferenza dei servizi ammette che “in effetti alcuni adempimenti
non risultano ancora portati a termine”- Erano prescrizioni condizionanti e
tuttavia l’impianto a turbogas è in funzione dal 2007!).
Per non parlare di altri gravi problemi
come la ricerca dell’origine del grave inquinamento nei sedimenti marini alla
foce del Quiliano così come indicato da ARPAL.(il documento è consultabile nella sua interezza cliccando qui.
Per quanto riguarda il presidio di sabato 29 indetto da oltre quaranta tra associazioni, comitati e partiti facciamo presente che evidentemente si tratta di protesta a livello nazionale contro il carbone, ma precisiamo che non è rivolta solo alle autorità centrali definite “poco sensibili”, ma anche e soprattutto alla autorità regionali che a nostro parere hanno dimostrato così tanta sensibilità verso il territorio da far dichiarare al sindaco di Quiliano: “Sì, il presidente Burlando ha dialogato con noi, ma ha tenuto in considerazione per un 20% il territorio e per l’80% le esigenze dell’azienda”.
Savona 27.10.2011
Burlando dopo aver approvato il potenziamento a carbone, solo oggi si accorge della mancanza dell'autorizzazione AIA
Leggi anche su Unitiperlasalute
Tirreno Power, il sindaco Ferrando:"Burlando ha ascoltato per il 20% il territorio e per l’80% l’azienda”
Leggi su QualEnergia
Perché è giusto opporsi alle centrali a carbone
La mobilitazione contro le centrali a
carbone del 29
ottobre ad Adria è forse l'inizio di una forte
opposizione contro questa fonte che innalza pesantemente
le emissioni di CO2, che comporta seri
rischi sanitari per le popolazioni
anche non prossime agli impianti e
che rallenta il passaggio ad un
sistema energetico basato sulle rinnovabili.
....... Da noi sono funzionanti 13 centrali alimentate con
questo combustibile; emettono ogni anno circa 37,3 milioni
di tonnellate di CO2, con il record di
quella di Brindisi Sud (Enel) da 2.640
MW di potenza che emette 10,9 Mt
CO2/anno. La riconversione della
centrale di Porto Tolle sarà un altro schiaffo
all’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 nel
nostro paese, grazie soprattutto alla spinta della lobby
dell’Enel (che però si promuove con spot Tv tutti
incentrati sull’energia verde). L’appoggio acritico della
politica nazionale e regionale fa il resto
ottobre ad Adria è forse l'inizio di una forte
opposizione contro questa fonte che innalza pesantemente
le emissioni di CO2, che comporta seri
rischi sanitari per le popolazioni
anche non prossime agli impianti e
che rallenta il passaggio ad un
sistema energetico basato sulle rinnovabili.
....... Da noi sono funzionanti 13 centrali alimentate con
questo combustibile; emettono ogni anno circa 37,3 milioni
di tonnellate di CO2, con il record di
quella di Brindisi Sud (Enel) da 2.640
MW di potenza che emette 10,9 Mt
CO2/anno. La riconversione della
centrale di Porto Tolle sarà un altro schiaffo
all’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 nel
nostro paese, grazie soprattutto alla spinta della lobby
dell’Enel (che però si promuove con spot Tv tutti
incentrati sull’energia verde). L’appoggio acritico della
politica nazionale e regionale fa il resto
(Qualenergia.it, Il soccorso della manovra al carbone di Porto Tolle)..
Ma a parte la questione “emissioni di gas a effetto serra"
già di per sé grave, ci sono altri due aspetti per i quali
per i quali sarà necessario, dopo il nucleare, attivare
un’altra mobilitazione popolare.
Il primo motivo riguarda l'aspetto
sanitario connesso alle sostanze
tossiche che vengono a depositarsi
sul territorio circostante. Dal
2008 i terreni intorno alla centrale di Brindisi sono
stati interdetti alla produzioni di cibo anche a causa
delle polveri disperse durante il trasporto.
Sostanze altamente tossiche per la
salute come arsenico, cromo cadmio
e mercurio arrivano con i venti
anche a diversi chilometri dalla
centrale.
Un pericolo notevole per la salute, così come quello
legato all’emissione di anidride solforosa e di ossido
di azoto, che combinandosi con il vapore acqueo,
provoca piogge acide, non solo su scala locale.
Un problema di cui invece si parla pochissimo è quello dello
smaltimento e dello stoccaggio delle ceneri prodotte
dalla combustione. Sono polveri difficili da smaltire perché
contengono arsenico, piombo, mercurio e altre sostanze
tossiche. Il rischio molto presente, riscontrato negli Stati
Uniti da specifici studi, compresi quelli dell’EPA
(Environmental Protection Agency), è che i depositi
utilizzati non sono sicuri: ci sono numerosi casi di
contaminazione delle falde acquifere con
inquinamento dell’acqua potabile a causa dei metalli
pesanti.
Anche questa rivelazione ha portato
alla creazione di un movimento dei
cittadini Usa “no coal” molto forte
ed oggi le pressanti campagne per
impedire la costruzione di nuove centrali e la chiusura
di quelli esistenti sono anche una sorta di messaggio
inviato alla comunità
internazionale.
All’Enel e agli altri produttori di energia
da carbone chiediamo: dove intendete
smaltire le ceneri? Chi pagherà la
bonifica e i danni sociali se questa polvere tossica
inquinerà l’ambiente?
...L'altro motivo, altrettanto impellente, per opporsi a queste
centrali è che la loro costruzione impedirebbe, da noi come
negli altri paesi industrializzati, una decisa e rapida
transizione energetica verso le rinnovabili.
Costruire oggi una centrale a carbone significa legarsi
le mani per altri 40-60 anni, cioè fino a quasi il 2070!
Chi promuove la CCS,
inoltre, non vuole
far altro che, adducendo l'ipotesi del
“carbone pulito”, rinviare la sostituzione
di queste centrale tra alcuni decenni. Per questo chi oggi
vuole un cambiamento epocale del settore energetico,
oltre che un passo avanti verso il contenimento del
global warming, deve ritenere fondamentale
e improcrastinabile una moratoria sul carbone
far altro che, adducendo l'ipotesi del
“carbone pulito”, rinviare la sostituzione
di queste centrale tra alcuni decenni. Per questo chi oggi
vuole un cambiamento epocale del settore energetico,
oltre che un passo avanti verso il contenimento del
global warming, deve ritenere fondamentale
e improcrastinabile una moratoria sul carbone
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