C'erano una volta gli operai..
Ecco il volantino che sta girando da giorni all'interno dell'Ilva per fomentare gli operai contro gli ambientalisti... termine usato in modo dispregiativo per contrassegnare una strana specie di marziani che vogliono il male di tutti... Se avessero scritto la verità, ovvero che è la cittadinanza che è tutta indignata e chiede rispetto per la vita ed il lavoro di tutti sicuramente non avrebbe avuto lo stesso effetto di invito all'odio e alla violenza.
Invitiamo i nostri lettori a chiedersi se uno scritto del genere possa davvero essere concepito dagli operai o da chi?
E a chi fa gioco mettere contro i cittadini mentre i profitti vanno da un'altra parte?
Un dubbio che forse non è poi davvero un dubbio...
Buona lettura!
Tratto da Noalcarbone
26 marzo 2012
Ilva di Taranto: depositata la perizia epidemiologica, il quadro è molto preoccupante
(fonte: www.tuttogreen.it)
Stanno emergendo in questi giorni i risultati dello studio voluto dal gip Patrizia Todisco nella perizia epidemiologica al fine di comprendere lo stato di salute dei tarantini in relazione agli inquinanti emessi dallo stabilimento siderurgico.
Nelle 282 pagine che
compongono il documento depositato, Annibale Biggeri, Maria Triassi e
Francesco Forastiere, hanno risposto ai tre quesiti posti dal giudice
relativi alle patologie derivanti dall’esposizione agli inquinanti
emessi dallo stabilimento industriale, il numero dei morti e degli
ammalati attribuibili all’inquinamento prodotto dagli impianti di
proprietà del gruppo Riva.
Il risultato è molto preoccupante: a Taranto, secondo i periti, tra il 2004 e il 2010 vi sarebbero stati mediamente 83 morti all’anno attribuibili ai superamenti di polveri sottili nell’aria, mentre i ricoveri per cause cardio-respiratorie ammonterebbero a 648 all’anno.
La
media dei decessi sale però fino a 91 se si prendono in considerazione
i quartieri Tamburi e Borgo, geograficamente più vicini alla fabbrica.
Ironia della sorte però, il record per i decessi e ricoveri per malattie croniche spetta al quartiere Paolo VI, costruito appositamente per ospitare, dopo la nascita del polo siderurgico negli anni ’60, i nuovi cittadini di Taranto, coloro che dalle campagne della provincia si trasferirono in città per diventare operai.
Al Paolo VI, infatti, vi è una percentuale maggiore rispetto alla media complessiva della città e
i decessi dovuti a malattie dell’apparato respiratorio sono
addirittura superiori del 64%. Ma non è solo la lunga esposizione a
creare danni secondo i periti: nei bambini e negli adolescenti fino a
14 anni, i periti hanno infatti accertato “un effetto statisticamente
significativo per i ricoveri ospedalieri per cause respiratorie” e
un’elevata presenza di tumori in età pediatrica, un quadro davvero
preoccupante.
La situazione peggiore però è quella che riguarda gli ex operai dello stabilimento siderurgico, ossia quanti ci hanno lavorato negli anni ’70-’90.
Essi mostrano un eccesso di mortalità per patologia tumorale (+11%),
in particolare per tumore dello stomaco (+107), della pleura (+71%),
della prostata (+50) e della vescica (+69%).
Tra
le malattie non tumorali sono risultate in eccesso le malattie
neurologiche (+64%) e le malattie cardiache (+14%). I lavoratori con la
qualifica di impiegato hanno presentato eccessi di mortalità per
tumore della pleura (+135%) e dell’encefalo (+111%).
La maxi perizia sarà esaminata in aula dalle parti il prossimo 30 marzo e
poi il gip Todisco trasmetterà gli atti alla procura che dovrà
decidere se chiedere il sequestro degli impianti e come proseguire le
indagini sulle emissioni.
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