Tratto da The Economist Time
Nucleare,centrali a carbone un altro aspetto del "rischio climatico".
Nuclear, coal power face climate change risk: Study
SINGAPORE: L'acqua che scorre più calda e la limitata quantità di acqua del fiume causerà interruzioni di energia in più per le centrali nucleari e a carbone negli Stati Uniti e in Europa in futuro, dicono gli scienziati, e dovrebbe portare a un ripensamento sul modo migliore per raffreddare le centrali in un mondo più caldo.In uno studio pubblicato Lunedì, un team di scienziati europei e americani incentrati su proiezioni di aumento delle temperature e livelli dei fiumi più bassi in estate e come questi impatti pregiudicherebbe le centrali dipendenti dall' acqua di fiume per il raffreddamento.Gli autori prevedono che il carbone e la capacità di generazione di energia nucleare tra il 2031 e il 2060 diminuirà tra il 4 e il 16 per cento negli Stati Uniti e un 6-19 per cento di declino in Europa a causa della mancanza di acqua di raffreddamento.Dennis Lettenmaier, professore di ingegneria civile e ambientale presso l'Università di Washington a Seattle, ha detto in un comunicato."Questo studio suggerisce che la nostra dipendenza da raffreddamento termico è qualcosa che dovremmo rivisitare.Leggi Water Security: Multidisciplinary Responses to a Global Challenge
Water Security in the Context of Climate Change
Tratto da La Repubblica
Articolo di Antonio Cianciullo
Fossili e nucleare: rischio acqua
Sarà
l’acqua il fattore limitante dell’energia?
E’ la tesi di uno studio pubblicato su Nature Climate Change.
Nei prossimi 50 anni, a causa del cambiamento climatico, la produzione di energia termoelettrica negli Stati Uniti e in Europa potrebbe calare sensibilmente per la minore disponibilità dell’acqua dolce necessaria a raffreddare le centrali.
La ricerca, coordinata dall’International Institute for Applied Systems Analysis di Laxenburg, in Austria, ha esaminato 61 centrali americane e 35 europee che usano diversi sistemi di alimentazione (dal nucleare al carbone) e di raffreddamento. Sono stati analizzati due scenari, uno in cui il mix energetico rimane sostanzialmente invariato e l’altro con una veloce transizione alle fonti rinnovabili. A seconda degli scenari la capacità produttiva si riduce tra il 6% e il 19% in Europa e tra il 4% e il 16% negli Usa.
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