Tratto da Vivavoceweb.com
ILVA, UNA MAMMA SCRIVE A NAPOLITANO: “VENGA A VISITARE I BIMBI AMMALATI”
Dopo la firma del presidente per l’ok al decreto legge. La donna: «I nostri figli sono devastati dal cancro»
TARANTO – «Venga qui, venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro (e non solo),
li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli
spieghi perché lo Stato ha preferito dare loro in pasto al mostro, quel
mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra,
insozzato il nostro cielo». Lo scrive una cittadina di Taranto,
Tonia Marsella, in una lettera aperta al presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, che ieri ha firmato il decreto che consente allo
stabilimento siderurgico di continuare la produzione nonostante il
sequestro della magistratura.
LA LETTERA – «Dica alle mamme – aggiunge l’autrice della lettera rivolgendosi al presidente della Repubblica – che la malattia e la morte del loro figlio è necessaria, altrimenti cala il Pil». Tonia Marsella si chiede come sia possibile, dopo quello che è accaduto per la vicenda Ilva, «credere
ancora nello Stato Italiano? Come credere nella politica e in chi
dovrebbe difendere e promuovere il bene comune …e invece ci ha rubato
anche il diritto alla vita?»
Infine la cittadina, che ha divulgato la lettera tramite il Comitato «Donne per Taranto», chiede al capo dello Stato di sapere «cos’hanno
di diverso i bambini di Genova rispetto ai nostri. Perché in quello
stabilimento l’area a caldo è stata chiusa, in quanto considerata
incompatibile con la città, e la produzione spostata a Taranto?
Credevo – conclude Marsella - che Lei avrebbe scelto la vita e non la morte. E invece ha firmato la nostra condanna».
Leggi su Affari italiani.libero.it
"Qui i bambini nascono con il cancro".
E' da tempo che Giuseppe Merìco, primario nel reparto di pediatria dell'ospedale Santissima Annunziata, lo ribadisce: "A Taranto ci sono bimbi che vengono alla luce già ammalati".
"Dall'inizio del 2012 sono già cinque", spiega il medico. L'ultimo caso? Un neonato di tre giorni con un tumore alla prostata. In molti collegano il fenomeno all'inquinamento e ai veleni scaturiti dagli impianti siderurgici. Intanto continua la polemica sul decreto del governo. Due incontri tra sindacato e azienda. Leggi l'articolo integrale
Leggi su Affari italiani.libero.it
Ilva, alta tensione sul decreto. A Taranto un neonato con tumore alla prostata.
"Qui i bambini nascono con il cancro".
E' da tempo che Giuseppe Merìco, primario nel reparto di pediatria dell'ospedale Santissima Annunziata, lo ribadisce: "A Taranto ci sono bimbi che vengono alla luce già ammalati".
"Dall'inizio del 2012 sono già cinque", spiega il medico. L'ultimo caso? Un neonato di tre giorni con un tumore alla prostata. In molti collegano il fenomeno all'inquinamento e ai veleni scaturiti dagli impianti siderurgici. Intanto continua la polemica sul decreto del governo. Due incontri tra sindacato e azienda. Leggi l'articolo integrale
Legambiente ha criticato
aspramente la decisione di Napolitano di avallare il decreto.
"Aspettavamo un decreto Salva Taranto e invece abbiamo ottenuto un
decreto esclusivamente Salva Ilva, pericoloso per Taranto e per tutta
l’Italia".
Il presidente ha detto che così facendo si trasforma l'Ilva
"in un pericoloso precedente che modifica la legislazione ambientale in
Italia".
"D’ora in avanti sarà possibile scavalcare le disposizioni della magistratura".
"D’ora in avanti sarà possibile scavalcare le disposizioni della magistratura".
Tratto da Il Tempo.it
Ilva: Peacelink, decreto e' tra violazioni piu' gravi della Costituzione
Taranto,
4 dic. (Adnkronos) - ''In soccorso dell'azienda e' sceso anche il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, firmando un decreto
sull'Ilva di Taranto che da' al potere esecutivo una preminenza su
quello giudiziario. E' uno dei piu' gravi tentativi di violazione della
Costituzione mai avvenuti in Italia e va respinto perche' i poteri dello
Stato devono rimanere indipendenti e non va consentito che il governo
blocchi la magistratura''.
Lo sottolinea il presidente dell'associazione
Peacelink, Alessandro Marescotti. ''La situazione - prosegue - e' resa
ancora piu' grave in quanto nel decreto le ragioni economiche
dell'azienda acquisiscono priorita' sul diritto alla vita e alla salute
dei cittadini, mentre la Costituzione Italiana subordina le ragioni
dell'economia alla difesa della salute e della vita, ritenendo tali
diritti inalienabili e incomprimibili.
Tuttavia la partita non e' persa -
assicura Marescotti - e puo' riservare grosse sorprese in quanto la
Procura potrebbe sollevare il conflitto di attribuzione fra i poteri
dello Stato, ossia fra governo e magistratura. In tal caso la questione
passerebbe all'esame della Corte Costituzionale". "E' un procedimento
lungo che durerebbe mesi, nei quali tuttavia gli impianti - precisa -
non verrebbero dissequestrati. Infatti il conflitto di attribuzione nel
frattempo 'congelerebbe' il procedimento in corso nello stato attuale,
ossia mantenendo l'ordinanza che impone il sequestro senza facolta'
d'uso degli impianti ritenuti 'pericolosi' dalle perizie commissionate
dalla Procura.
Se la Procura decidera' di sollevare il conflitto di
attribuzione, il Decreto del governo avra' fallito nel suo intento
immediato, ossia di restituire all'azienda la piena disponibilita' degli
impianti per produrre come prima". (segue)
Leggi anche su Il Fatto Quotidiano
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