Tratto da Isde
FNOM CeO – ISDE
Italia
Tutela del
diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre.
Inquinamento
atmosferico urbano, stili di vita e salute
“Per l’ambiente gli uomini sono responsabili,
i medici due volte”
Dal momento che i rischi per la salute sono largamente legati al degrado
ambientale e ai modelli di vita, i medici devono orientare il loro ruolo
professionale e civile per promuovere la salute anche attraverso scelte di
tutela ambientale.
La
dimostrazione che molti processi patologici trovano una loro eziopatogenesi in
cause ambientali, quali l'accumulo di inquinanti nell'aria, nell'acqua, nel
suolo e nel cibo, e l'esistenza su scala mondiale di gravi e irreversibili
dissesti ambientali, hanno sollecitato una crescente attenzione verso questi
temi.
Ambiente degradato, esposizioni occupazionali a sostanze nocive e modelli di
vita scorretti sono responsabili del 75% delle patologie e delle cause di morte.
Da decenni nei convegni medici si discute di salute, rischi da lavoro, ambiente
e inquinamento e i ricercatori si impegnano per evidenziarne le correlazioni.....
Agli specialisti che tutti i giorni verificano, per le loro specifiche
competenze, i danni che l'ambiente inquinato determina nella popolazione devono
affiancarsi i medici del territorio che possono rappresentare la reale
congiunzione tra sistema sanitario, popolazione e mondo scientifico.
........E’ opportuno sostenere e
consigliare le altre categorie professionali e le amministrazioni affinché
promuovano politiche di prevenzione e quindi di salvaguardia ambientale, creando
consenso intorno a scelte talvolta scomode e impopolari. E’ altresì necessario
intervenire nei confronti di soggetti che perseguono iniziative non rispettose
della salute e dell'ambiente di vita e di lavoro.
La
nozione di responsabilità personale su cui la nostra cultura si è basata per
millenni sembra ormai inadeguata. Sorge la necessità di elaborare concezioni
nuove che ampliano tale nozione ad una dimensione collettiva.
Questo allargamento di prospettiva coinvolge il medico nella sua funzione
sociale: il medico nella attuale società non ha più soltanto una veste nel
rapporto individualizzato con il paziente ma un più ampio mandato nei confronti
della collettività e della organizzazione sanitaria per gli aspetti di
assistenza e di tutela della salute umana inserita nell’ecosistema.
Danno
ambientale, ricadute sulla salute ed evidenze
L’inquinamento atmosferico rappresenta un grave problema di sanità
pubblica dal momento che l’aria dei nostri centri urbani è resa sempre più
irrespirabile dalla presenza di molteplici inquinanti.
Anche le emissioni di gas serra, di origine antropica, sono cresciute e
l’effetto serra è certamente una delle cause del cambiamento climatico
che ha portato anche nel nostro Paese ad un aumento della temperatura media e a
eventi climatici estremi, con la prospettiva di un profondo dissesto
dell’ecosistema terrestre e di un avvenire incerto per le future generazioni.
Per la riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera – responsabili
dei cambiamenti climatici – l’Italia si è impegnata (insieme ad altri 158 paesi
nel mondo) a ridurre entro il 2010 l’anidride carbonica in atmosfera del 6.5%
mentre in realtà dal 1990 al 2004 si è registrato un aumento dell’11,6%.
Nell’ultimo secolo la temperatura media mondiale è salita di 0,6° e l’aumento
previsto entro la fine di questo secolo potrebbe essere fra 1,4° e 5,8°. In
Italia l’aumento di temperatura negli ultimi decenni e’ stato leggermente
superiore alla media mondiale....
Complessivamente
l’inquinamento ambientale urbano è responsabile di effetti nocivi sull’apparato
respiratorio e cardiovascolare, di effetti oncogeni e dell’aumento della
mortalità generale.
I principali studi condotti in Europa ed U.S.A. sulla
correlazione fra inquinamento atmosferico e cancro al polmone
sono concordi nel valutare che per ogni 10 µg/m3 di PM 2.5 si registra un
incremento tra l'8% ed il 14% di neoplasie polmonari.
Si ricorda che l'OMS ha
stimato la quota di decessi attribuibili a valori di PM10 oltre 20µg/m3 in 13
città italiane con oltre 200.000 abitanti sulla base dei valori di PM10
registrati negli anni 2002-2004.
La
stima è di 8220 morti/anno di cui 742 morti/anno per cancro del polmone
Da
studi recenti emerge, altresì, che i decessi che si misurano o si stimano come
effetto dell’inquinamento atmosferico non sono una semplice anticipazione di
eventi che sarebbero comunque accaduti ma rappresentano un effetto netto di una
mortalità che sarebbe stata evitata se i livelli di inquinamento fossero stati
inferiori.
E’
noto che i principali determinanti della qualità dell’aria sono la mobilità
motorizzata, i sistemi di riscaldamento e le immissioni in atmosfera di sostanze
chimiche da insediamenti produttivi e dagli inceneritori. E’ dunque su tutti
questi elementi che si deve agire se si vuole migliorare la qualità dell’aria.......
Proposte operative
Il nuovo codice di deontologia medica ha dedicato un articolo, il numero
5, alla “Educazione alla salute e rapporti con l’ambiente” che recita “Il
medico è tenuto a considerare l’ambiente nel quale l’uomo vive e lavora quale
fondamentale determinante della salute dei cittadini. A tal fine il medico è
tenuto a promuovere una cultura civile tesa all’utilizzo appropriato delle
risorse naturali, anche allo scopo di garantire alle future generazioni la
fruizione di un ambiente vivibile. Il medico favorisce e partecipa alle
iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di
promozione della salute individuale e collettiva.”
Noi medici siamo i primi osservatori di questi fenomeni in tutte le nostre
professionalità:
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Come operatori delle Aziende Sanitarie dei Dipartimenti di prevenzione contribuiamo a rilevare la frequenza e distribuzione delle malattie ed osserviamo il progressivo consolidamento dei dati che indicano un aumento delle patologie e della mortalità da inquinamento atmosferico.
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Come medici di medicina generale constatiamo direttamente nei nostri ambulatori la diffusione sempre maggiore di patologie tumorali e soprattutto l’abbassamento dell’età di incidenza (K mammari, Linfomi ecc.)
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Come pediatri vediamo aggravarsi nei bambini residenti in zone più inquinate o più trafficate patologie come l’asma, il raffreddore primaverile, le bronchiti, le broncopolmoniti e soprattutto i tumori (in Europa negli ultimi 30 anni si è registrato un incremento dell'1,2 % annuo dei tumori fra 0 e 14 anni e dell'1,4% tra i 14-19 anni)
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Come medici specialisti in tutte le branche vediamo il costante aumento delle patologie cronico-degenerative tra cui quelle cardiocircolatorie e respiratorie che rappresentano le cause principali di mortalità e di ricovero o di disturbi nello sviluppo del sistema nervoso centrale legati all’esposizione a un vasto spettro di inquinanti chimici ambientali
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Come dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale vediamo le risorse indirizzarsi prevalentemente verso la cura, la riabilitazione e la diagnosi precoce piuttosto che verso la prevenzione primaria.
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Come medici universitari e ricercatori studiamo le correlazioni tra patologie ed ambiente insalubre e le portiamo a conoscenza degli studenti..........
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Tutte le immagini sono tratte da
Facebook del Medico Isde Dott G.Ghirga
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