Ilva e inquinamento
Blitz dei finanzieri al ministero dell'Ambiente.
FRANCESCO CASULA
TARANTO - L’inchiesta «ambiente svenduto» ora fa tremare anche i palazzi romani. Il blitz delle fiamme gialle a Roma nel ministero dell’Ambiente, avvenuto i primi giorni di agosto, fuga i dubbi: spiega che il lavoro degli inquirenti non si è mai fermato e, soprattutto, che nulla è stato dimenticato.
L’enorme mole di documenti acquisita dai finanzieri del Gruppo di Taranto, al comando del maggiore Giuseppe Dinoi, permetterà adesso di capire se l’Autorizzazione integrata ambientale firmata dal ministro Stefania Prestigiacomo il 4 agosto del 2011 l’ha scritta davvero la commissione guidata da Dario Ticali o se, invece, ad occuparsene sono stati i lobbisti del gruppo Riva.
I dubbi del pool di magistrati composto dal procuratore Franco Sebastio, dall’aggiunto Pietro Argentino e dai sostituti Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile e Remo Epifani che indagano i vertici aziendali per disastro ambientale, nascono dalle telefonate intercettate dai militari delle Fiamme Gialle.
Colloqui durante i quali Francesco Perli, responsabile degli affari legali dell’Ilva e anello di congiunzione tra azienda e commissione Aia, racconta a Fabio Riva dei suoi rapporti con Luigi Pelaggi. Chi è Pelaggi? Uno dei membri della commissione, ma soprattutto per gli investigatori è la «testa di ponte» cioè l’uomo vicino all’azienda per raccogliere le richieste dell’Ilva e «orientare la commissione nella direzione richiesta dai suoi interlocutori»......
Ma la Prestigiacomo non salta. L’Aia che arriva un anno più tardi, il 4 agosto 2011, avrà però vita breve: viene riaperta dal suo successore Corrado Clini quando l’inchiesta dei magistrati tarantini e le maxiperizie disposte dal gip Patrizia Todisco raccontano all’Italia intera il disastro ambietale di Taranto.
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Tratto da facebook del Medico delle ASL di Bari
Agostino di Ciaula.
Alla luce della recente notizia sul blitz della finanza al Ministero dell'Ambiente per verifiche sull'AIA ILVA della Prestigiacomo, ritengo opportuno riproporre una mia nota di circa un anno fa. Quante altre AIA "addomesticate" potrebbero essere state rilasciate dal Ministero dell'Ambiente ?
La nota a questo link:
https://www.facebook.com/notes/agostino-di-ciaula/taranto-la-commissione-aia-e-il-resto-ditalia/10151057863314678
Sempre tratto da Facebook del Medico Agostino di Ciaula
Riproponiamo un suo post del 20 agosto 2012
Taranto, la commissione AIA e il resto d'Italia.
La
necessità di riaprire il procedimento AIA per l'ILVA dopo solo un anno
significa che nel 2011 quell'autorizzazione era inadeguata e non andava
rilasciata.
I membri della commissione ministeriale che l'hanno
rilasciata dovrebbero ammettere la propria incompetenza e dimettersi
dall'incarico.Gli stessi sono invece stati obbligati a riesaminare la questione, con un magistrato che dice loro cosa fare per sopperire ad evidenti negligenze e imcompetenze.
Ricordo perfettamente le polemiche sorte dopo la epurazione della precedente commissione AIA da parte dell’ex ministro Prestigiacomo e la nomina della commissione attuale, il cui presidente aveva come unica competenza curriculare accertata le tecniche di pavimentazione stradale (http://m.youtube.com/watch?v=QR3t462_YzY ).
Quella stessa commissione si è occupata e si sta occupando di centrali termoelettriche (tra le quali quelle di Modugno e di Brindisi), di raffinerie e di innumerevoli altri insediamenti altamente inquinanti su tutto il territorio nazionale.
È necessario che un pool di magistrati ed epidemiologi controlli e verifichi ognuna delle autorizzazioni concesse sino ad ora ?
Chi può garantire i cittadini che le autorizzazioni concesse non siano state rilasciate con la stessa “metodologia” e con gli stessi criteri seguiti per l’ILVA ?
I membri di quella commissione hanno generato nel caso di Taranto per almeno un anno danni, a causa della loro decisione inadeguata. È possibile che per loro non siano ipotizzabili conseguenze legali penalmente rilevanti ?
Come al solito, anche in questo caso sono stati i cittadini a porre un freno, sostenuti da medici sensibili alle problematiche ambientali, dalla legge e da magistrati per i quali le norme rappresentano ancora un oggetto non negoziabile.
Ricordo a tutti che il procedimento amministrativo AIA permette a chiunque, anche ad associazioni o a semplici cittadini, secondo quanto garantito dalla convenzione di Aarhus, di intervenire con osservazioni tecniche che verranno integrate nel procedimento ed entreranno nei processi decisionali.
Ricordo anche che la commissione AIA può esprimere parere negativo sugli impianti proposti.
Il link del ministero al quale trovare la documentazione AIA di questo e di molti altri impianti e attraverso il quale è possibile inviare osservazioni è il seguente: http://aia.minambiente.it
Molti italiani saranno sorpresi dal fatto che nell'elenco delle autorizzazioni concesse o in esame si trovi anche un impianto che è già stato realizzato e che sta per essere realizzato, a loro insaputa, nel loro territorio.
In Italia ci sono tante ILVA, piccole o grandi.
Ormai siamo tutelati solo dall’epidemiologia, dalla normativa europea e dalla magistratura. Impariamo ad utilizzare questi strumenti per pretendere il rispetto dei nostri diritti e per esercitare azione vicariante e correttiva nei confronti di una politica nazionale che non sembra proprio volerne sapere di schierarsi dalla parte dei cittadini.
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