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31 luglio 2015

Banca Mondiale :"L’utilizzo continuo del carbone è un fardello economico considerevole ...ha un impatto nefasto sulla salute ed accelera il cambiamento climatico....«Il carbone è un fattore di povertà e non una soluzione.»

Tratto da QualEnergia


Carbone, per la Banca mondiale non serve a lottare contro la povertà

«I suoi costi sociali sono innumerevoli e pericolosi, puntare su energie pulite»
[30 luglio 2015]
Carbone
Rachel Kyte, vice-presidente ed inviata speciale per il cambiamento climatico della Banca mondiale, ha attaccato le compagnie carbonifere, petrolifere e gasiere ricordando che «L’utilizzo continuo del carbone è un fardello economico considerevole per alcuni dei Paesi più poveri del mondo, ha un impatto nefasto sulla salute ed accelera il cambiamento climatico, che a sua volta aggrava ancora di più le difficoltà dei Paesi in via di sviluppo».
Intervenendo a Washington ad un’iniziativa organizzata da New Republic e dal Centre for American Progress , la Kyte ha detto che «In generale, globalmente bisogna smettere di utilizzare il carbone. Il carbone ha un costo sociale enorme, così come gli altri combustibili fossili che ci impediscono di respirare aria pulita».
Un vero è proprio schiaffo in faccia alle Big Oil ed ai King Coal che dicono che solo i combustibili fossili possono ridurre la povertà energetica che rappresenta un handicap sociale ed economico per i Paesi in via di sviluppo.
La Kyte ha ribattuto che «Il carbone è un fattore di povertà e non una soluzione. Pensate che il carbone sia un rimedio contro la povertà? Oggi, più di un miliardo di persone non hanno accesso all’energia».
Fornire elettricità prodotta con il carbone a tutti questi esseri umani distruggerebbe il pianeta, ma anche se così non fosse non sarebbe una buona idea: «Se domani avessero tutti accesso all’elettricità da carbone, il livello di malattie salirebbe alle stelle, ecc, ecc […] Dobbiamo migliorare l’accesso all’energia dobbiamo farlo nella maniera più pulita possibile, perché i costi sociali del carbone sono innumerevoli e pericolosi, proprio come le emissioni».
Secondo la Banca mondiale il cambiamento climatico sta mettendo a rischio 30 anni di sviluppo globale, per questo chiede con forza che la Conferenza delle parti Unfccc di Parigi raggiunga un accordo per mantenere la crescita delle temperature entro i 2 gradi centigradi. La Kyte però evidenzia che «Nemmeno un accordo di questo tipo permetterebbe di evitare le gravi conseguenze che dovranno affrontare alcuni Paesi tra i più poveri del mondo. 2 gradi non sono niente. E’ il limite che dobbiamo darci»....
Su  QualEnergia l'articolo integrale

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