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31 luglio 2015

Patrizia Gentilini ,Roberto Gava :Conoscere e prevenire le patologie cardiovascolari e il cancro.

Conoscere e prevenire le patologie cardiovascolari e il cancro: una proposta di cammino insieme




cuore
Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte in Italia
Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte in Italia, eppure i dati epidemiologici di cui disponiamo sono stupefacenti: la maggior parte delle patologie metaboliche e cardiovascolari sarebbe evitabile se adottassimo una corretta igiene di vita e migliorassimo l’ambiente in cui viviamo, perché queste patologie dipendono sia dai nostri comportamenti individuali (per esempio alimentazione scorretta, obesità, abitudine al fumo, sedentarietà, stress), sia dall’ambiente in cui viviamo (specialmente dalla qualità dell’aria che respiriamo, ma anche dall’inquinamento dell’acqua che beviamo e degli alimenti che mangiamo).

Fattori eziologici modificabili e non modificabili dal singolo soggetto
A livello cardiovascolare, in genere, tutto inizia con un semplice sovrappeso corporeo a cui possono seguire un aumento del colesterolo plasmatico e/o della glicemia e poi anche della pressione arteriosa............

Oltre a questi fattori eziologici modificabili su base individuale, oggi si sta invece inserendo in modo sempre più preponderante il ruolo di molti fattori non modificabili dalla singola persona. Un importante esempio è quello del Particolato Atmosferico (PM, dall’inglese Particulate Matter), ovvero di quell’insieme di particelle presenti nell'aria che respiriamo e che ormai sappiamo essere tanto più pericolose quanto più sono piccole. Col termine PM10 si indicano le particelle con diametro inferiore a 10 micron (particelle inalabili che in genere si fermano nelle prime vie respiratorie o nei bronchi più grandi), mentre con la sigla PM2,5 si indicano le particelle con diametro inferiore a 2,5 micron (particelle respirabili o fini che penetrano sino agli alveoli polmonari). 

Ancora più piccole e pericolose sono le Particelle Ultra Fini (UFP) - di dimensioni simili a quelle dei virus – che una volta inalate sono in grado di passare nel sangue polmonare e giungere in ogni distretto dell’organismo. Queste particelle possono essere di origine naturale (ceneri vulcaniche, sabbie del deserto, aerosol marino), ma più spesso originano dalle attività umane, in particolare dai processi di combustione per trasporti, produzioni industriali e incenerimento di rifiuti. I rischi per la salute umana si verificano sia a breve termine con aumento di eventi ischemici e respiratori, sia a lungo termine con aumento del rischio di cancro al polmone. È ormai assodato che per ogni incremento di 10 microgrammi/m3 di PM2.5, nella popolazione esposta vi sia un incremento del rischio:
- del 6% di morte per ogni causa,
- del 12% per le malattie cardiovascolari,
- del 14% per il cancro del polmone.


L’ultimo Rapporto dell’UE sulla qualità dell’aria in Europa ha stimato che nel nostro Paese vi siano ogni anno ben 65.000 morti premature per esposizione al PM2,5. L’Italia è al 2° posto dopo la Germania e prima della Polonia per numero di morti premature per PM2,5 e in soli questi tre Paesi (Germania, Italia e Polonia), si registra ben il 39% di tutte le morti europee annue (458.000) attribuibili al PM2,5. ........

L’inquinamento dell’aria influenza tutte le patologie moderne


In realtà, se è vero che l’inquinamento dell’aria comporta patologie cardiovascolari, respiratorie ed è stato riconosciuto dalla IARC nell’ottobre 2013 come un fattore cancerogeno certo per il polmone e la vescica, non va dimenticato che l’ambiente nella sua accezione più ampia (considerando l’inquinamento di aria, acqua e cibo da parte di pesticidi, interferenti endocrini, metalli pesanti, particolato ultrafine, ecc.) entra in gioco in tutte le patologie moderne che oggi affliggono i Paesi industrializzati, e va ricordato che sono purtroppo soprattutto i bambini a pagarne le conseguenze più gravi, sia perché alcuni organi e apparati sono ancora immaturi.

.....A questo proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che globalmente nel mondo il 25% delle malattie dell’adulto e ben  il 33% delle malattie nei bambini sia dovuto a cause ambientali evitabili.

Le persone devono acquisire la consapevolezza che le centinaia e centinaia di sostanze chimiche estranee presenti nell’ambiente entrano - attraverso l’acqua, l’aria, il cibo e la nostra stessa pelle - all’interno del nostro corpo alterando la corretta funzione dei nostri organi e causando malattie.

Purtroppo, queste sostanze estranee tossiche e cancerogene, presenti nel corpo della madre, arrivano anche all’embrione e al feto durante la gestazione, nel momento quindi più delicato dello sviluppo e possono compromettere non solo la salute nell’infanzia, ma anche porre le basi di patologie che si verificheranno nella vita adulta. Le condizioni tossicologiche ambientali sono oltre l’immaginabile e stanno raggiungendo i limiti massimi di sopportazione del nostro organismo. La gente comune non è assolutamente cosciente di questa gravità, perché sono ancora troppo pochi i medici che ci informano sulla realtà attuale per farci crescere in conoscenza e in consapevolezza in modo da permetterci di prendere adeguati e salutari provvedimenti.

......Anche a livello oncologico, ricorriamo a interventi chirurgici, chemioterapie, radioterapie e a numerosi approcci terapeutici sintomatici, ma anche questo non è un trattamento eziologico risolutivo, perché non colpisce la causa prima della formazione del tumore: eliminare tutte le cellule tumorali è certamente un ottimo obiettivo, quando possibile, ma non esclude che lo stesso soggetto non ricada con un altro cancro. 

A livello di salute pubblica, poi, ancor più raramente si adottano politiche volte a ridurre la produzione, e di conseguenza l’esposizione, alle sostanze tossiche e cancerogene, anche se sappiamo tutti che questi interventi sarebbero i soli in grado di ridurre il rischio di ammalarsi e di tutelare quindi la salute della popolazione. Pensiamo al ritardo anche di decenni che è stato necessario per riconoscere la tossicità del fumo di tabacco, dell’amianto, del piombo, dei PCB (PoliCloroBifenili), dei pesticidi … e l’elenco potrebbe continuare a lungo.


Viene allora da chiedersi: perché il nostro Governo non interviene? Mancano le conoscenze, le possibilità attuative o la volontà politica?

A questa domanda ha già brillantemente risposto nel secolo scorso un grande scienziato italiano, Lorenzo Tomatis, medico che ha posto le basi della cancerogenesi e Direttore dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC): “La Prevenzione Primaria tutela la salute e protegge il ricco come il povero, ma non porta fama, onori o denari ed è purtroppo negletta ai Governi e alle Istituzioni”
D’altra parte, non possiamo pensare che questa triste realtà sia cambiata ai giorni nostri e la salute umana - anche se a parole tutti dicono di volerla difendere - non è quasi mai un fattore di cui si tiene adeguatamente conto da parte di chi ci governa.
Nell’attesa di una salvaguardia da parte delle Istituzioni, dobbiamo intervenire a livello personale...


Per fare questo però, noi dobbiamo fare un cammino di consapevolezza: 
1) dobbiamo prendere coscienza che la Medicina Farmacologica è prevalentemente sintomatica; 
2) dobbiamo agire prima che la malattia si manifesti intervenendo con una vera Medicina Preventiva (che va nettamente differenziata dagli attuali interventi di Diagnosi Precoce); 
3) nel caso la patologia si sia già manifestata, dobbiamo chiederci cosa l’ha causata; 
4) nella fase di remissione, quando la patologia acuta è adeguatamente controllata, dobbiamo agire per cambiare la predisposizione a ripetere eventi patologici simili o per evitare che si instauri una cronicizzazione.

Affinché quest’ultimo punto venga adeguatamente soddisfatto, la persona deve però impegnarsi su due fronti parimente importanti: 
1) il fronte personale, che implica una correzione delle nostre abitudini sbagliate e l’impostazione di una corretta igiene di vita a 360 gradi; 
2) il fronte sociale, che implica un impegno a migliorare la nostra società, sia testimoniando le nostre convinzioni e il nostro personale cambiamento migliorativo, sia impegnandoci attivamente affinché gli errori sociali vengano individuati e corretti. 
È vero che ognuno di noi, singolarmente, può fare poco per cambiare la società attuale, ma se nessuno agisce, nulla mai cambierà. Madre Teresa era solita dire: “Ognuno di noi è come una goccia, ma se noi non la mettiamo, il mare sarà più povero”.
Occorre poi ricordare che sono attivi, nel nostro come in altri Paesi, aggregazioni di cittadini, sotto forma di Movimenti e Comitati, impegnate tanto per contrastare specifiche fonti di inquinamento quanto per informare la popolazione sui rischi per l’ambiente e la salute che tali fonti comportano. 
Unendo fra loro tante singole gocce è possibile aumentare la loro forza: può così accadere - ed è accaduto - che le Istituzioni locali siano state costrette a rivedere le loro scelte sotto la pressione dei cittadini organizzati, la cui azione è andata a beneficio della salute e del benessere di tutti.

Ognuno di noi è responsabile, sia per se stesso, sia per gli altri

Oggi si parla tanto di prevenire le malattie, ma nella realtà pratica sono pochissimi quelli che fanno qualcosa di concreto, sia a livello istituzionale, sia a livello del singolo medico, sia a livello di singola persona.
Eppure sono molti i consigli pratici che possiamo conoscere per non ammalarci e per sviluppare le nostre meravigliose potenzialità personali.
Non possiamo aspettare di ammalarci gravemente per fare qualcosa. L’informazione e l’acquisizione di sempre nuove conoscenze sanitarie oggi sono non solo un diritto, ma anche un dovere di ogni persona, sia per migliorare la propria esistenza, sia per rendere più vivibile e felice quella delle generazioni future. 

Rivolgendo il pensiero proprio alle future generazioni o, più concretamente, ai nostri figli e ai nostri nipoti, dobbiamo domandarci quale mondo stiamo consegnando loro e impegnarci di conseguenza per rendere più vivibile il pianeta in cui viviamo.
Infatti, come dice Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato sì, dobbiamo tutti collaborare “per difendere la nostra Casa Comune”.

Non possiamo cullarci nell’illusione che i cambiamenti calino spontaneamente dall’alto: oltre quindi a cercare di difendere singolarmente la nostra salute, collaboriamo attivamente con quanti già si adoperano per difendere il proprio ambiente di vita, vuoi con azioni concrete, vuoi con la diffusione delle informazioni sui rischi per la salute derivanti dall’inquinamento ambientale oltre che da errate abitudini personali e sociali.

Un primo passo concreto …

Il 17 ottobre 2015, noi abbiamo organizzato un Convegno pubblico che ha per tema il titolo di questo stesso articolo....
Qui l'articolo integrale               29/07/2015

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