Tratto da greenreport
Pericolosi livelli di mercurio nelle giovani donne in età fertile di tutto il mondo
Centrali carbone e piccole miniere d’oro le cause principali
[22 settembre 2017]
Secondo il nuovo studio “Mercury in Women of Child-bearing Age in 25 Countries”, pubblicato da Ipen (un global public health & environment network) e dal Biodiversity research institute (Bri), «Il mercurio, un metal neurotossico è stato trovato livelli elevati in diverse regioni del mondo nelle donne in età fertile».
Dalo studio è emerso che «Le donne delle isole del Pacifico e delle comunità vicine ai siti minerari di oro in Indonesia, Kenia e Myanmar, presentano un livello medio di mercurio molto più alto dei livelli considerati salubri dall’ Environmental protection agency Usa».
Lo studio è stato realizzato per misurare i livelli di mercurio che possono causare danni neurologici nell’organismo. Ipen e Bri ricordano che «Il mercurio nel corpo di un madre può trasferirsi al suo feto durante l gravidanza, esponendo il feto alla potente neurotossina durante lo sviluppo». Lo studio è il primo ad analizzare così tanti Pesi e regioni e concentrarsi sulle donne in età fertile.
I ricercatori dell’Ipen hanno coordinato la raccolta di campioni di capelli di 1.044 donne in età fertile in 37 siti di 25 Paesi in tutti i continenti, mentre le analisi realizzate dal Bri hanno rilevato che «Il 36% delle donne valutate presentano livelli medi di mercurio superiori al livello consentito dall’Epa negli Usa di 1 ppm, oltre il quale si può presentare danno cerebrale, perdita di coefficiente intellettivo e danni renali e cardiovascolari». Inoltre, lo studio ha rivelato che il 55% dei campioni globali delle donne presenta un livello di mercurio superiore a 0.58 ppm, associato alla comparsa di danni neurologici fetali.
In tutto il mondo, lo studio ha riscontrato livelli particolarmente elevati di mercurio nei capelli delle donne che sono legati a tre cause predominanti di inquinamento da mercurio: centrali elettriche a carbone (una delle principali fonti di inquinamento degli oceani con mercurio che si accumula nei pesci a livello globale); piccole miniere artigianali di oro (artisanal small-scale gold mining – Asgm); siti locali inquinati da diversi tipi di industrie che sversano mercurio nell’acqua, nel suolo e nell’aria.
Nelle isole del Pacifico, lontane da ogni fonte industriale di mercurio, ma dove il pesce è il cibo primario, l’85.7% delle donne ha livelli di mercurio superiori a 1 ppm, e la maggioranza mostra livelli tre volte superiori al livello standard dell’Epa. Imogen Ingram di Island Sustainability Alliance, che vive alle Isole Cook, ha saputo che i suoi livelli di mercurio superno di 2.5 volte il limite consentito dall’Epa e spiega cosa si prova: «E’ davvero allarmante sapere che hai alti livelli tossici di mercurio nel corpo e che, senza saperlo, hai passato questo mercurio a tuo figlio. La contaminazione da mercurio nelle isole del Pacifico è alta perché mangiamo pesce. Però non chiedo che mi venga proibito di mangiare pesce. L’energia creata con il carbone, una delle principali fonti di contaminazione di mercurio negli oceani, è il vero colpevole. E’ ora di eliminarla».
Più della metà delle donne esaminate nelle comunità vicino piccole miniere d’oro in Indonesia, Kenya, Myanmar è Paraguay hanno livelli superiori a 1 ppm. Lo studio evidenzia che «Con l’eccezione del Paraguay, dove il pesce non è un fonte proteica base, l’81% delle donne supera il livello di 1 ppm e le donne dei siti indonesiani presentano livelli da 3 a 9 volte superiori al limite del mercurio dell’Epa Usa».
Yuyun Ismawati, responsabile per le artisanal small-scale gold mining e vincitrice del Premio Goldman, ha ricordato che «Milioni di donne e bambini delle comunità dove si estrae l’oro con il mercurio sono condannati a un futuro nel quale il mercurio colpisce la salute degli adulti e danneggia il cervello in sviluppo dei loro figli. Mentre continua il commercio del mercurio, continuerà anche questa tragedia»......
Dal 24 al 29 settembre si terrà a Ginevra, in Svizzera, il summit mondiale della Minamata Convention on Mercury, entrata in vigore il 16 agosto 2017, durante il quale i rappresentanti di governi di tutto il mondo discuteranno dell’attuazione del nuovo accordo internazionale legalmente vincolante- Lo studio sottolinea la necessità di linee guida per identificare i siti contaminati da mercurio, controllare i livelli di mercurio nel fisico degli esseri umani e adottare le iniziative per ridurre le principali fonti di inquinamento da mercurio: centrali elettriche a carbone, miniere Asgm.
Uno degli autori dello studio, David Evers, direttore esecutivo del Bri, conclude: «Questo studio fa risaltare l’importanza della cooperazione globale per risolvere la contaminazione da mercurio. In tutto il mondo, l’inquinamento da mercurio si concentra nei sistemi marini e di acqua dolce. I punti critici biologici del mercurio sono comuni a livello globale e sono associati a molteplici attività umane. Quindi, è essenziale che continuiamo a bio-monitorare gli sforzi per definire l’impatto potenziale sulle nostre comunità locali e sull’ambiente, con il fine di valutare l’efficacia della Minamata Convention on Mercury».
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