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20 ottobre 2017

1 ) Ancora tegole per il carbone 2)Divest-Invest: la campagna per disinvestire dalle fossili supererebbe i 5mila mld di $

Tratto da Riusa.eu

Ancora tegole per il carbone


L'Olanda fa seguito alle decisioni cinese e britannica di fermare l'energia da carbone. Tutti gli impianti a carbone olandesi chiuderanno entro il 2030.

Parlamento olandese
I Paesi Bassi sono il paese che più recentemente ha deciso di fermare l'energia da carbone, fissando come data per chiudere tutti i suoi impianti il 2030. È questo uno dei pilastri dell'accordo tra i partiti politici per formare un governo di coalizione.

Mesi dopo le elezioni politiche del paese, avvenute in marzo, il nuovo governo della coalizione dei Paesi Bassi ha finalmente pubblicato i termini dell'accordo fra i quattro partiti che formeranno un governo di centro-destra guidato dal primo ministro liberale Mark Rutte.

Il patto contiene l'impegno a chiudere i cinque impianti a carbone rimasti in funzione, entro il 2030, secondo l'agenzia Reuters. La decisione è stata accolta con favore dai gruppi verdi, ma ha fatto storcere il naso a molti economisti, in quanto gli impianti, costati miliardi di euro, non sono stati ammortizzati. Alcuni di essi sono entrati in funzione recentemente, anche nel 2015.

Tuttavia, la chiusura è considerata necessaria per raggiungere obiettivi ambiziosi che dovranno essere affrontati dal nuovo governo per ridurre le emissioni di CO2 del 49 per cento tra il 1990 e il 2030.

Al fine di contribuire all'eliminazione dei cinque impianti rimanenti, compreso quello che chiuderà entro i prossimi quattro anni, il patto prevede piani per aumentare il prezzo minimo per le emissioni di carbonio per il settore energetico in aggiunta rispetto al prezzo dell'UE ETS, fino a € 43 per tonnellata entro il 2030.

L'Olanda non è sola: anche la Cina intende fermare o ritardare la costruzione di 151 centrali elettriche a carbone progettate o in fase di costruzione. Pechino cerca di ritardare o chiudere almeno 50.000 MW di progetti a carbone solo quest'anno.

Secondo il sito Unearthed di Greenpeace, l'elenco dei progetti in lista per il ritardo o la cancellazione è equivalente alla capacità operativa di Germania e Giappone messi insieme, per un costo di circa 60 miliardi di dollari.

Il Regno Unito, nel frattempo, ha l'obiettivo di eliminare tutte le sue centrali elettriche a carbone entro il 2025, ma la produzione di carbone nel paese sta già diminuendo bruscamente e i gruppi verdi sperano che le rimanenti strutture potrebbero spegnersi molto prima.


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Divest-Invest: la campagna per disinvestire dalle fossili supererebbe i 5mila mld di $


In cinque anni la campagna ha coinvolto 785 organizzazioni. Sulla sua scia e sulla nuova percezione del rischio legato agli investimenti in combustibili fossili, anche istituzioni finanziarie, come Bnp Paribas, decidono di disinvestire e puntare sulla transizione energetica. ....
Un nuovo soggetto ha deciso di disinvestire dalle fonti fossili: è Bnp Paribas, che ha annunciato di voler escludere dall’accesso al credito bancario quelle aziende che concentrano il proprio business sui combustibili fossili.
In pratica, l’istituto bancario francese non entrerà più in affari con società che svolgono attività di esplorazione, produzione, distribuzione, commercializzazione o negoziazione di petrolio e gas di scisto, o di petrolio provenienti da sabbie bituminose.Cesserà anche il finanziamento di progetti che sono prevalentemente coinvolti nel trasporto o nell’esportazione di questi combustibili. Inoltre, non finanzierà progetti di esplorazione o di produzione di petrolio e di gas nella regione artica.
Una banca che finanzia l’economia del 21° secolo deve agire come acceleratore della transizione energetica”, ha dichiarato Jean-Laurent Bonnafé direttore e CEO di Bpn Paribas .....
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