Per combattere gli impatti dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento atmosferico, oggi numerose organizzazioni hanno lanciato in 28 Paesi europei la campagna "Europe Beyond Coal", per accelerare l'abbandono del carbone in favore delle energie rinnovabili. Lo riferisce Greenpeace ricordando che dal 2016 le organizzazioni che aderiscono alla campagna hanno contribuito a far chiudere 16 centrali a carbone in Europa, e altre 39 sono in procinto di chiudere.
La campagna presenta un nuovo modello per valutare gli impatti sulla salute delle emissioni che, tra l'altro, evidenzia come nel 2015 le sole centrali a carbone dell'Ue (nella mappa sono indicate, tra l'altro, tutte le centrali in Europa e le peggiori 30 per emissione di CO2), sono state responsabili di un numero di morti premature stimato in 19.500 persone, nonché di 41.000 casi di bronchite cronica nei bambini.
Anche i costi legati agli impatti sanitari sono impressionanti: fino a 54 miliardi di euro, considerando sempre il 2015.
"Chiediamo a tutti i governi, città, aziende, banche e investitori di accelerare gli sforzi per abbandonare il carbone prima della COP24 che si terrà in Polonia nel 2018. La Conferenza sul Clima di Bonn, che prenderà il via la prossima settimana, è un'eccellente opportunità per ulteriori e più ambiziosi impegni da parte di tutti i Paesi", dichiara Kathrin Gutmann, direttrice della campagna Europe Beyond Coal.
I governi di Paesi Bassi, Regno Unito, Finlandia, Francia, Portogallo e Italia si sono tutti impegnati ad abbandonare il carbone entro il 2025 o il 2030. La richiesta è che questi annunci si trasformino immediatamente in azioni, accelerando così la chiusura delle 293 centrali rimanenti.
L'Italia, che ha nei giorni scorsi annunciato l'abbandono del carbone entro il 2025, "è ora chiamata a svolgere un ruolo decisivo in Europa, soprattutto nei negoziati che porteranno all'approvazione del pacchetto di misure europee 'Clean energy for all', attualmente in discussione a Bruxelles - ricorda Grennpeace - Il nostro Paese deve investire sullo sviluppo delle rinnovabili, sia nell'ambito dei confini nazionali che al di fuori degli stessi, sostituire il carbone con fonti pulite e rinnovabili come sole e vento ed esprimere una leadership forte in Europa sulle politiche climatiche".(ANSA).
La campagna presenta un nuovo modello per valutare gli impatti sulla salute delle emissioni che, tra l'altro, evidenzia come nel 2015 le sole centrali a carbone dell'Ue (nella mappa sono indicate, tra l'altro, tutte le centrali in Europa e le peggiori 30 per emissione di CO2), sono state responsabili di un numero di morti premature stimato in 19.500 persone, nonché di 41.000 casi di bronchite cronica nei bambini.
Anche i costi legati agli impatti sanitari sono impressionanti: fino a 54 miliardi di euro, considerando sempre il 2015.
"Chiediamo a tutti i governi, città, aziende, banche e investitori di accelerare gli sforzi per abbandonare il carbone prima della COP24 che si terrà in Polonia nel 2018. La Conferenza sul Clima di Bonn, che prenderà il via la prossima settimana, è un'eccellente opportunità per ulteriori e più ambiziosi impegni da parte di tutti i Paesi", dichiara Kathrin Gutmann, direttrice della campagna Europe Beyond Coal.
I governi di Paesi Bassi, Regno Unito, Finlandia, Francia, Portogallo e Italia si sono tutti impegnati ad abbandonare il carbone entro il 2025 o il 2030. La richiesta è che questi annunci si trasformino immediatamente in azioni, accelerando così la chiusura delle 293 centrali rimanenti.
L'Italia, che ha nei giorni scorsi annunciato l'abbandono del carbone entro il 2025, "è ora chiamata a svolgere un ruolo decisivo in Europa, soprattutto nei negoziati che porteranno all'approvazione del pacchetto di misure europee 'Clean energy for all', attualmente in discussione a Bruxelles - ricorda Grennpeace - Il nostro Paese deve investire sullo sviluppo delle rinnovabili, sia nell'ambito dei confini nazionali che al di fuori degli stessi, sostituire il carbone con fonti pulite e rinnovabili come sole e vento ed esprimere una leadership forte in Europa sulle politiche climatiche".(ANSA).
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