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06 maggio 2019

CITTA ' DI LA SPEZIA -Digestore, Grondacci: "Cittadini e Comuni si rivolgano al Tar

Tratto da  Citta’ di La Spezia

Digestore, Grondacci: "Cittadini e Comuni si rivolgano al Tar 

Sarzana - Val di Magra - Il nome del giurista ambientale Marco Grondacci è circolato a più riprese venerdì scorso alla partecipata assemblea a tema biodigestore tenutasi in Corea, al Piano di Vezzano. Il fronte del no – o almeno una sua corposa fetta – vorrebbe infatti vedere l'esperto pienamente coinvolto dagli enti comunali interessati dal progetto nella battaglia per scongiurare l'insediamento del presidio industriale a Saliceti. ....










L'intervento odierno del giurista mette nel mirino la condotta della Regione Liguria. Tra i vari punti dolenti, si sofferma sulle modalità con cui il Piano di Ambito Regionale per i rifiuti può esser rivisto. “Risulta con chiarezza che solo con un report specifico (traguardato al 2020) si potrà parlare di una revisione del Piano ma solo in caso di mancato rispetto delle tempistiche previste dal Piano stesso. Invece nel quadro programmatico dello Studio di Impatto Ambientale presentato per il progetto di Biodigestore a Saliceti (in pieno contrasto con quanto previsto dal Piano di Ambito) si legge che la giustificazione dello spostamento del sito da Boscalino a Saliceti è nella delibera del Comitato di Ambito n°10 del 13/12/2018 che si riferisce al piano di emergenza fino al 2020 (problematiche di gestione flussi rifiuti urbani e assimilati dopo il crollo del Ponte Morandi) ma che non tratta minimamente del sito del biodigestore spezzino”. Nel Programma straordinario allegato alla deliberazione si parla di Saliceti solo in relazione all'esistente impianto che tratta indifferenziato. Per Grondacci è come se “nel Comitato di Ambito hanno una sfera di cristallo e sono riusciti ad anticipare ora quello che succederà dopo il 2020 e oltretutto citando a giustificazione dati su quantità dei rifiuti organici da smaltire nell’ipotizzato biodigestore spezzino che sono gli stessi previsti dal Piano di Ambito Regionale approvato nell’agosto del 2018: 60.000 tonnellate/anno comprensive di quelle prodotte nel Tigullio genovese”.

Per il giurista “è indiscutibile che questo modo di procedere della Regione sia illegittimo. Come ho già avuto modo di spiegare se il Piano non va più bene deve essere modificato. Ci vuole un nuovo Piano, una nuova Vas mettendo a confronto non solo ipotesi di sito ma anche di tecnologie per chiudere il ciclo dei rifiuti compresi gli organici. Fuori da questo percorso amministrativo non sono accettabili Inchieste Pubbliche di nessun genere perché trasformerebbero il tutto in una 'guerra' tra siti insensata Continua la lettura su Citta’ di La Spezia

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