Gianni Tamino
Gianni Tamino è docente di Biologia generale all’Università degli Studi di Padova,
dove attualmente svolge attività di ricerca nel campo dei rischi legati alle
applicazioni biomolecolari. È stato membro della Camera dei Deputati e del
Parlamento europeo, dove ha seguito in particolare la normativa comunitaria in
tema di biotecnologie. È attualmente membro del Comitato Nazionale per la
Biosicurezza e le Biotecnologie, presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, e della Commissione Interministeriale per le Biotecnologie. Sulle
biotecnologie ha pubblicato numerosi lavori scientifici e divulgativi. ...
Il Prof. Gianni Tamino, biologo di fama internazionale e professore
ordinario presso l’Università di Padova, e’ membro del comitato scientifico
dell’Associazione Italiana medici per l’ambiente (International Society of Doctors
for the Environment ) Isde.
Tamino si è sempre occupatato di problemi ambientali, di energie
rinnovabili, di sostenibilità, di biotecnologie, di ricerca nell'ambito
degli inquinanti
ambientali, pubblicando libri e scrivendo numerosi articoli su riviste scientifiche,
culturali e divulgative. Si è interessato allo studio di centrali
elettriche e inceneritori e il loro impatto ambientale, e alla possibilità di
rischi biologici e di effetti mutageni e cancerogeni causati dalle
attuali biotecnologie e dai campi
elettromagnetici.
Pubblichiamo le Considerazioni di Gianni Tamino, docente di Biologia all’Università di Padova, in merito al biomonitaraggio circostante la Centrale elettrica di Vado Ligure
sotto lo riportiamo integralmente :
Considerazioni di Gianni Tamino, docente di Biologia all’Università di Padova, in merito al biomonitaraggio circostante la Centrale elettrica di Vado Ligure, realizzato mediante analisi dei licheni nel periodo 2006-2007, in ottemperanza alle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente (provvedimento 10541/VIA/A.O.13.B DEL 08.10.2001)..
Da una prima analisi dei dati riportati nella relazione tecnico-scientifica, risulta una situazione particolarmente allarmante per quanto riguarda lo stato dell’ambiente circostante la centrale. Infatti nella stessa relazione si afferma a pag. 141 “È stato così stabilito che le concentrazioni nel materiale vegetale di mercurio, zinco, cadmio e rame, risentono di una considerevole influenza antropica.” E a pag. 66 si afferma: “Sembra esistere quindi una discreta componente antropica responsabile delle concentrazioni degli stessi sul territorio”. Quello che però non è evidenziato nella relazione è che, nell’area di maggior influenza da parte della centrale (la cosiddetta area C di pag. 66), vi sono concentrazioni di metalli, in particolare di mercurio molto preoccupanti: valori compresi tra 1,61 e 2,61 parti per milioni (ppm) per il mercurio (con punte di 13,06 poco più a sud dell’area in questione); valori tra 159 e 1210 ppm per lo zinco, valori tra 0,75 e 12,46 ppm per il cadmio e, infine valori compresi tra 3,47 e 2611 per il rame. È doveroso far notare che nella tabella di Nimis e Bargagli del 1999 (lavoro preso in considerazione dagli autori della relazione tecnico-scientifica) i massimi valori riscontrati, considerando tre diverse aree del paese per un totale di 100 misurazioni, sono 1,84 ppm per il mercurio, 358 ppm per lo zinco, 9,04 ppm per il cadmio e 161 ppm per il rame: come si può notare, tutti valori decisamente inferiori a quelli massimi riscontrati attorno alla centrale di Vado Ligure. Per confronto è utile ricordare che, in un recente rapporto sulla laguna di Marano e Grado e aree limitrofe (Biomonitoraggio del mercurio aerodisperso tramite licheni come bioaccumulatori nella laguna di Marano e Grado e Basso Bacino scolante, del 30 aprile 2012), il valore massimo riscontrato per il mercurio vicino all’area industriale di Torviscosa è pari a 0,40 ppm, molto inferiore sia a 13,06, ma anche a 2,61 e 1,61 ppm. Analogamente nell’area molto inquinata di Fusina e Porto Marghera (VE), nell’attività di biomonitoraggio del 2000 (realizzato dallo studio agroforestale “Terra Viva” di Vigevano), si riporta, come valore massimo riscontrato nei licheni, per il mercurio 0,09 ppm, per il cadmio 2,6 ppm e per il rame 44 ppm (lo zinco non è stato analizzato). Anche in questo caso i valori sono ben al di sotto addirittura dei valori minimi per il mercurio e dei valori massimi per cadmio e rame, riscontrati nell’area C attorno alla centrale di Vado Ligure. Tutto ciò, fermo restando la necessità di ulteriori approfondimenti e di ulteriori indagini, indica un forte inquinamento antropico della zona, causato, se non esclusivamente, sicuramente in parte rilevante dalla centrale di Vado Ligure
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Il testo della lettera inviata dalla Rete Savonese Fermiamo il Carbone
il giorno 11 luglio 2012
Al
- Sig. Sindaco
Comune di Quiliano
- Sig. Sindaco Comune di Vado L.
- Sig. Presidente Provincia di Savona
- Sig. Presidente Regione Liguria
- Sig. Sindaco Comune di Vado L.
- Sig. Presidente Provincia di Savona
- Sig. Presidente Regione Liguria
Oggetto: autorizzazione
integrata ambientale (AIA) centrale termoelettrica Vado Ligure Quiliano-
risultati del biomonitoraggio.
Nel ribadire che riteniamo assolutamente improponibile qualsiasi ipotesi di
AIA (più o meno transitoria) che non disponga da subito l’adeguamento degli
attuali impianti alle migliori tecnologie, sottolineiamo
che è nostra convinzione che il funzionamento dei suddetti impianti
nella configurazione attuale abbia sottoposto da almeno 5 anni il
territorio e i cittadini ad un inquinamento molto maggiore di quanto previsto
dalle norme che impongono l’utilizzo delle migliori tecnologie .
Quindi riteniamo preciso dovere segnalare quanto è venuto a nostra
conoscenza a seguito della pubblicazione sul sito del Ministero
dell’Ambiente
(http://aia.minambiente.it/DomandeAIADocumenti.aspx?id=114 andando
poi su "documentazione del gestore" poi "integrazioni" poi
"prima richiesta" apparirà una serie di pdf cliccare sul terzo
"integrazioni" da 60,23 MB).
Si tratta del biomonitoraggio trasmesso dalla Centrale di Vado ligure Quiliano per ottemperare ad una precisa prescrizione del Ministero( provvedimento 10541/VIA/A.O.13.B DEL 08.10.2001) punto 3c.
Tale documento risulta essere stato
inoltrato in data 15/10/2007 con nota prot. N. 7552, acquisita
dal Ministero Ambiente con prot. N. DSA-2007-27160 DEL 18/10/2007.
Il documento risulta essere stato inoltrato anche ad ARPA Liguria .
Il documento risulta essere stato inoltrato anche ad ARPA Liguria .
Riteniamo che se questo biomonitoraggio
è stato prescritto con queste modalità, evidentemente si è voluto dare specifica importanza anche ai
rilevamenti sui licheni e
su questi prioritariamente abbiamo indirizzato la nostra attenzione.
Segnaliamo quindi solo alcune delle risultanze apprese da questo
documento che hanno destato in noi enormi preoccupazioni e
che ci hanno indotto a rivolgerci ad alcuni esperti affinché ci possano
confermare (o, sperabilmente per il territorio, smentire) quelli che noi
riteniamo valori di inquinanti eccezionalmente elevati, tanto che in molti
casi parrebbero di gran lunga i più elevati mai riscontrati in Italia
confrontandoli alla tabella A “Nimis” (allegata).
DI SEGUITO SI ELENCANO SOLO ALCUNI VALORI MASSIMI
( che si sono
messi a confronto con quelli della allegata tabella A
tratta da un documento dell'università della TUSCIA reperibile su
http://www.ambientale.org/pdf/RelBiomonit_TVN.pdf pag 20).
Nella tabella 3.2 a pag 44 del
citato documento pdf scaricato dal sito del Ministero Ambiente ( pag 20 del documento biomonitoraggio) troviamo:(si
consideri che μ/g = ppm)
CADMIO POSTAZIONE UCP
29 valore
riscontrato 12,46 μ/g
(
nell’allegato tab A “Nimis” indica come valore naturalità media 0,8
ppm e il val max in Italia 9,04 ppm )
ARSENICO POSTAZIONE
UCP 7 CON VALORE 13,80 μ/g (nell’allegato tab A “Nimis” indica come
valore naturalità media 1,2ppm e il valore max riscontrato in
Italia 5,53 ppm )
MERCURIO
POSTAZIONE UCP 41 VALORE
13,06 μ/g (nell’ allegato tab A “Nimis” indica come valore naturalità media 0,20 ppm e il valore max riscontrato in Italia 1,84 ppm )
13,06 μ/g (nell’ allegato tab A “Nimis” indica come valore naturalità media 0,20 ppm e il valore max riscontrato in Italia 1,84 ppm )
CROMO POSTAZIONE UCP
40 VALORE
330,20 μ/g (nell’allegato tab A “Nimis” indica come valore naturalità media 4 PPM e il valore max riscontrato in Italia 60,5 ppm )
330,20 μ/g (nell’allegato tab A “Nimis” indica come valore naturalità media 4 PPM e il valore max riscontrato in Italia 60,5 ppm )
Nelle pagine successive del documento viene fatto un riepilogo di dettaglio per ogni inquinante: per esempio per l'arsenico nello schema a pag 54 del pdf (pag 30 del biomonitoraggio) sono indicati i valori sui licheni (anche valore medio e massimo) ma nel commento sottostante si parla solo delle foglie e non risultano menzionati i dati riferiti ai licheni e specialmente non è citata l'enormità del valore massimo (13,80) e anche quella del valore medio (5,66) sempre a confronto con la tabella A di Nimis!
Nelle
pagine di seguito sono evidenziati gli specchietti con gli altri inquinanti
dove si ripete sostanzialmente la stessa cosa con enormi valori numerici di inquinanti per i licheni
che non risultano evidenziati nel commento.
Ad
esempio per il mercurio ( pag 57/58 del
pdf,) alla fine del commento è scritto "Secondo Lindt T.J. il limite
naturale non supera lo 0.1 mg/Kg, nell’area di studio il valore medio risulta
essere moderatamente superiore" . Se si intende nel
terreno secondo noi nella tabella soprastante il valore medio nel terreno
è 0,31 e cioè di ben 3
volte quanto indicato come limite
naturale, se si intende nelle foglie, 0,61 cioè 6 volte.
Per i licheni, prendendo come
riferimento un valore di naturalità media indicato nella tab A di 0,2, nelle
tabella riassuntiva del mercurio come valore medio è indicato 2,49 (cioè oltre 10 volte !)
Questi sono solo alcuni tra i valori assoluti o medi che ci paiono veramente enormi confrontandoli appunto con la tabella di Nimis: sottolineiamo che a fronte di questi valori numerici indicati, il commento scritto non ci pare che ne sottolinei quella che secondo noi è una grandissima anomalia nel quantitativo di inquinanti misurati.
Poiché abbiamo appreso dagli organi di informazione che è imminente
la Conferenza ufficiale dell’AIA, e poiché riteniamo che in quella sede gli
aspetti di questo monitoraggio dovranno essere uno dei punti cardine, abbiamo ritenuto
nostro preciso dovere manifestare le gravi preoccupazioni suscitate in noi
dalla lettura di questi dati e quindi comunicarle alle S.L. affinché
ne abbiano conoscenza e consapevolezza nell’affrontare le gravi responsabilità
che loro derivano in queste importantissime decisioni(citiamo a
titolo non esaustivo gli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio
1934, n. 1265, - art 29 quater del D. Lgvo 29 giugno 2010, n. 128- ed
anche in particolare l’art 29-septies dello stessoD. Lgvo 29 giugno
2010, n. 128.).
Nel
ringraziare per l’attenzione, chiediamo cortesemente alle S.L. di volerci
comunicare il Loro pensiero su quanto segnalato e le azioni concrete che
intendono intraprendere a fronte di una situazione di inquinamento come appare
dal citato biomonitoraggio.
Savona 11 luglio 2012
Rete Savonese Fermiamo il Carbone
Articolo su "Il Secolo XIX "di oggi 19 luglio
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