Tratto da Notizie scientifiche
Esposizione a cadmio in grembo materno collegata a maggior rischio di asma e allergie in neonati
Tuttavia durante un lungo passato questo metallo pesante è stato molto utilizzato in vari prodotti, dai pigmenti alle batterie. Ricerche in passato hanno inoltre dimostrato che può introdursi nel corpo anche attraverso il fumo passivo.
I ricercatori, come spiega Isabella Annesi-Maesano, direttrice dell’Institut national de la santé et de la recherche médicale (INSERM), un istituto francese, spiega qual era l’obiettivo dello studio: capire come i feti possano essere pericolosamente esposti a livelli di determinati metalli pesanti. Proprio questo hanno analizzato 706 donne con i loro neonati assistiti in reparti di maternità di varie cliniche in Francia. Hanno analizzato non solo il livello di cadmio nel sangue di queste donne ma anche quelli di manganese e piombo. Le analisi sono state effettuate con il sangue delle madri durante la gravidanza e con il sangue del cordone ombelicale dei bambini appena nati.
Questi bambini sono stati poi seguiti fino all’età di otto anni e, tenendo conto di vari fattori collegati, i ricercatori trovavano un aumento del rischio di asma (di circa il 24%) e del rischio di allergie alimentari (di circa il 44%) nei bambini con livello di cadmio superiore a 0,7 μg/L nel cordone ombelicale.
I ricercatori scoprivano inoltre che livelli più alti di manganese nel sangue delle madri potevano essere collegati ad un rischio più alto di eczema nei bambini.
“Sappiamo da ricerche precedenti che diversi tipi di metalli pesanti possono influenzare diversi organi del corpo. Il nostro studio suggerisce che l’esposizione al cadmio nell’utero potrebbe avere un ruolo nell’aumentare il rischio di asma e allergie nei bambini”, spiega la Annesi-Maesano.
Può darsi che il cadmio influenzi in qualche modo lo sviluppo del sistema immunitario dei neonati ma c’è bisogno di ulteriori approfondimenti e studi per comprendere di più questo legame.
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