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09 giugno 2014

Tirreno Power, c’è poco tempo: se non si riapre entro giugno addio centrale.....


Tirreno Power, c’è poco tempo: se non si riapre entro giugno addio centrale.....

Savona - Continuano a piovere diffide dal Ministero dell’Ambiente nei confronti di Tirreno Power. Ma mentre i dirigenti del dicastero e i tecnici dell’Ispra producono note e documenti, i tempi per decidere sul destino dell’impianto vadese si assottigliano sempre di più. 
La dead line è fissata a fine mese: con il piano industriale da presentare e la rinegoziazione del debito di Sorgenia di settecento milioni di euro con le banche, se entro giugno non si dovesse arrivare a una riapertura, le “due torri” di Vado rischiano di spegnersi per sempre. La vicenda Tirreno Power sta diventando ogni giorno di più una corsa contro il tempo.
L’azienda aspetta di conoscere l’esito della doppia contromossa messa in atto nelle ultime settimane. Da un lato il team di legali guidato dall’ex Ministro Paola Severino attende il pronunciamento del Gip Fiorenza Giorgi, chiamata a rispondere all’istanza di dissequestro presentata a metà maggio. Dall’altro lato c’è il piano di investimenti - del valore di circa 145 milioni di euro - presentato dall’azienda al ministero dell’Ambiente con la previsione di una nuova Aia.
Un’autorizzazione integrata ambientale in cui è stata annunciata la rinuncia a costruire un nuovo gruppo a carbone più potente, da 460 mega watt, interventi nei prossimi due anni sui due vecchi gruppi per adeguarli alle migliori tecnologie..........il passaggio dall’avviamento a olio combustibile a quello a metano e la copertura del carbonile. Un piano giudicato dai comitati ambientalisti come «l’ennesimo tentativo di aggirare il problema», senza considerare i dubbi sulle questione delle medie mensili o giornaliere e il sistema di rilevamento delle emissioni.
Intanto continuano ad arrivare diffide. L’ultima formulata dal Ministero porta la data del 30 maggio scorso e si riferisce all’obbligo di produrre una relazione sul superamento, in passato, del valore limite delle emissioni di cromo. Argomento sul quale l’azienda aveva già risposto, lamentando la mancanza di due rilevamenti richiesti perché sui tre effettuati, nei mesi scorsi, i valori presentavano discrepanze molto significative.
È tornata a farsi sentire anche l’Ispra, che ha dato le “pagelle” sui chiarimenti prodotti dall’azienda su tre punti: emissioni di Boro, olio combustibile e Sme. Ispra ha “promosso” Tirreno Power sul primo punto ma non sugli ultimi due. Nel dettaglio, sull’olio combustibile Tp proponeva, in assenza di un serbatoio capace di contenere l’olio con percentuale di zolfo inferiore allo 0,3% (come prescrive l’Aia) un sistema di autobotti. Sistema rimandato dall’Ispra: sia perché «non consente agli enti di controllo di effettuare eventuali campionamenti», sia perché il sistema di autobotti deve essere «oggetto di valutazione preventiva dal punto di vista della sicurezza», per cui si rimanda ai Vigili del Fuoco.
L’azienda replica ricordando che l’olio sarebbe una misura transitoria visto che nel nuovo piano è previsto il passaggio al metano. Sul terzo punto poco da discutere: l’Ispra, come la Procura, contesta lo Sme (sistema monitoraggio emissioni) posto “a terra” invece che “a camino”........
Qui l'articolo integrale

Leggi anche su Dagospia

QUEI SOR-GENI FORTUNELLI ........

QUEI SOR-GENI FORTUNELLI DEI DE BENEDETTI - NEL BILANCIO DELLA CIR LA CONTROLLATA SORGENIA NON VALE PIU' NULLA, PERCHE' LA HOLDING NON METTE UN EURO NEL SALVATAGGIO (TANTO PAGANO LE BANCHE GUIDATE DA MPS) - E ANCHE SULLE OBBLIGAZIONI LA CIR NON DEVE APRIRE IL PORTAFOGLI. PER ORA....

29 marzo 2014

Tirreno Power rinuncia al Riesame contro il sequestro, scelta la via del “dialogo”?

Leggiamo su Ansa

Tirreno Power, no a Riesame su sequestro

Segnale di apertura al dialogo con la magistratura.



Tratto da Ivg
Tirreno Power rinuncia al Riesame contro il sequestro, scelta la via del “dialogo”: si lavora per soddisfare richieste gip
Savona. Lunedì mattina non ci sarà nessuna udienza davanti al Tribunale del Riesame contro il sequestro dei gruppi a carbone della centrale di Vado Ligure. I legali dell’azienda questa mattina hanno infatti deciso di rinunciare a portare avanti il ricorso presentato a nome del capocentrale di Tirreno Power Pasquale D’Elia.
Una notizia che stupisce, ma nemmeno troppo soprattutto alla luce del discorso intrapreso tra l’avvocato Paola Severino, al quale l’azienda ha affidato il coordinamento della difesa nel procedimento giudiziario, e la Procura. La scelta di rinunciare al Riesame (che sarà comunicata ufficialmente lunedì mattina) segna la decisione di Tirreno Power di seguire la strada del “dialogo” con i magistrati. Dall’azienda, sull’argomento, si sono limitati a precisare che la rinuncia è stata fatta per “trovare un’intesa che possa creare un clima construttivo”.
Allora c’è da aspettarsi che, a breve, i legali di Tirreno Power presentino un’istanza di dissequestro alla Procura ed al gip Fiorenza Giorgi. Una richiesta che dovrà rispettare le prescrizioni imposte dal giudice nel suo dispositvo: installazione di una centralina di monitoraggio controllata da tecnici nominati dal tribunale e valori di emissione entro i limiti delle “migliori tecnologie disponibili”. Se le rigide condizioni imposte dal gip saranno soddisfatte dall’azienda, la centrale potrebbe ripartire immediatamente.

14 marzo 2014

1) Su IL SECOLO XIX L'ORDINANZA del GIP FIORENZA GIORGI. 2) LaStampa:TIRRENO POWER, LE CARTE DEL DECRETO DI SEQUESTRO: «PRESCRIZIONIVIOLATE SISTEMATICAMENTE DALL’AZIENDA»

Su  Il Secolo XIX e'  pubblicato il link  per leggere l'ordinanza del  Gip Fiorenza Giorgi.
Nelle quarantacinque pagine del decreto ci sono i dati raccolti dai periti nominati dalla Procura di Savona e il lavoro investigativo dei procuratori Francantonio Granero e Chiara Maria Paolucci. 
Quello che sembra aprire nuovi scenari sono l’analisi e la sintesi di Fiorenza Giorgi, il giudice per le indagini preliminari che due giorni fa ha messo la firma sulle 45 pagine del decreto di sequestro preventivo . Giudizi  netti
 Chi volesse leggere l'ordine di sequestro

ecco il link 

Da una prima lettura ci sono  aspetti veramente eclatanti per chi vuole essere adeguatamente informato sulla problematica che ha portato al sequestro della centrale e  sugli aspetti che emergono sul rispetto delle norme e su chi doveva farle rispettare.
  Consigliamo a tutti i cittadini  consapevoli una  attenta ed istruttiva lettura.
Riportiamo nuovamente il link e le prime due pagine 





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Tratto  da La Stampa
 TIRRENO POWER, LE CARTE DEL DECRETO DI SEQUESTRO: «PRESCRIZIONI VIOLATE SISTEMATICAMENTE DALL’AZIENDA»

“Uno specchietto per le allodole”

Il gip Giorgi: senza la promessa di un nuovo gruppo l’Aia non sarebbe mai stata concessa
Le ciminiere della centrale spente ormai da alcuni giorni

















Secondo il giudice Fiorenza Giorgi, il magistrato che martedì scorso ha sequestrato i gruppi a carbone della centrale elettrica di Vado Ligure,Tirreno Power avrebbe ottenuto dal ministero dell’Ambiente un provvedimento di Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, grazie al quale ha continuato a operare dal 5 gennaio 2013) «estremamente vantaggioso e frutto di un sostanziale compromesso» in cambio della costruzione di un nuovo gruppo a carbone «che si presenta come meramente ipotetica, priva di qualsivoglia garanzia da parte del gestore». 

In altre parole, rileva il giudice, «sembra essersi trattato del tipico specchietto per le allodole». È uno dei concetti espressi nel decreto richiesto dalla Procura di Savona per fermare l’attività dei gruppi a carbone che, secondo pm e gip, «con la violazione programmatica da parte dell’azienda delle regole di prudenza e corretta gestione dell’impianto, non fanno che incrementare, giorno dopo giorno, le proporzioni del disastro».  
Quarantacinque pagine in cui il gip Fiorenza Giorgi non solo motiva il dispositivo di sequestro, ma nelle quali spiega, raccontando anche come sono stati condotti, i risultati degli studi dei consulenti. In mezzo a numeri e tabelle, che tracciano un bilancio delle persone colpite da patologie, dei valori superati, il giudice del tribunale di Savona inquadra nel dettaglio quali sono le responsabilità attribuite a Tirreno Power. Le «colpe» che, secondo la Procura, bastano per affermare che il danno ambientale e alla salute è provocato dalla centrale. 
E così il gip, «alla luce delle motivate e condivisibili argomentazioni addotte nella consulenza epidemiologica ed in quella ambientale», parla di una raggiunta «certezza processuale» del nesso di causalità tra l’evidenziato aumento di morbilità e mortalità e l’esercizio della centrale».  

Nel dispositivo di sequestro si punta il dito sull’«abnorme ritardo (pari ad oltre cinque anni) nella conclusione del procedimento amministrativo volto al rilascio dell’Aia ha di fatto consentito a Tirreno Power di esercitare attenendosi ai limiti emissivi previsti dai pregressi - ed assai risalenti - provvedimenti autorizzativi, senza vincolare il gestore alle Bat (le migliori tecnologie disponibili, ndr)». «Le indagini espletate - si legge ancora nel provvedimento - hanno consentito altresì di chiarire che la società non avrebbe potuto ottenere il rilascio dell’Aia con la previsione delle condizioni in essa contenute, se non avesse prospettato la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone, VL6, con caldaia supercritica, della cui realizzazione non c’è peraltro alcuna garanzia». 

Una delle contestazioni mosse a Tirreno Power, oltre a quella sull’installazione non corretta dello Sme (la centralina di monitoraggio imposta dall’Aia), è quella relativa al parco carbone. Per il giudice Giorgi il gestore «ha sistematicamente violato le prescrizioni impostegli sulle emissioni e non ha nemmeno adottato un’altra misura, l’unica veramente adeguata a contenere l’inquinamento diffuso derivante dal trasporto e dallo stoccaggio del carbone, e cioè la copertura del parco carbone, informalmente e pressantemente richiesta dalle amministrazioni locali e regionali».  
Una struttura che sarebbe stata da realizzare entro il marzo 2015 («termine che non potrà essere rispettato - scrive il gip - non risultando ancora avviati i lavori»).  
Sui valori limite a Tirreno Power si contesta di non aver puntato sull’utilizzo dei sistemi che avrebbero garantito il minor impatto possibile: «In definitiva, seppure non sia possibile affermare, che il gestore abbia violato i valori limite di emissione previsti dalla legge, va tuttavia rilevato che l’esercizio della centrale è stato caratterizzato da una sistematica violazione delle prescrizioni imposte nei provvedimenti autorizzativi sotto gli ulteriori aspetti e dall’adozione di inadeguate soluzioni tecniche in merito al contenimento delle emissioni diffuse.

Condotta certamente correlata causalmente al danno ambientale e sanitario evidenziato e al pericolo per la pubblica incolumità».  

MARCO RAFFA

Ancora alcune immagini tratte dai quotidiani di oggi