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31 marzo 2016

31 MARZO 2016 Estrazioni petrolio la ministra Guidi intercettata .... 15LUGLIO 2015: "Tirreno Power, guai per il ministro Federica Guidi: quell'incontro con Paola Severino"....

Oggi 31 marzo 2016 .....

Oggi 31 Marzo 2016 , scopriamo  un interessante collegamento fra il Ministro dello Sviluppo Federica Guidi,il suo fidanzato Gianluca Gemelli e il petrolio.

                 Il ministro si e' dimesso.

Continua a leggere su Dorsogna


SUCCEDEVA INVECE NEL LUGLIO 2015

Federica Guidi

Rassegna Stampa
TRATTO DA LIBERO QUOTIDIANO
L'INCHIESTA-BOMBA 
Tirreno Power, guai per il ministro Federica Guidi: quell'incontro con Paola Severino

Scandalo Tirreno Power. Il governo Renzi avrebbe favorito una leggina ad hoc pur i salvare la centrale di Sorgenia. Un caso-terremoto sul quale alza il velo La Stampa, che pubblica alcune intercettazioni della procura di Savona. Nei guai il sottosegretario Massimo De Vincenti, ma anche il ministro allo Sviluppo Economico, Federica Guidi. Nel dettaglio, la titolare del dicastero, come emergerebbe da alcune intercettazioni ambientali avrebbe incontrato l'avvocato Paola Severino, difensore di Tirreno Power. Una circostanza sospetta: leggi l'approfondimento.

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Tratto da Il Fatto Quotidiano

Ilva, Enel, Tirreno Power: i pm aprono inchieste, la politica bastona chi indaga

Ambiente & Veleni

Il ministro Guidi ammonisce ancora i giudici: "Attenti alle conseguenze delle vostre azioni". Tre giorni prima il suo nome era comparso nelle carte dell'indagine sulla centrale di Savona insieme al suo vice De Vincenti, ......... 

“La magistratura valuti il peso delle decisioni che prende”. Lo dice Federica Guidi, ammonendo i giudici a non spegnere l’Altoforno 2 dell’Ilva, che “condannerebbe lo stabilimento alla chiusura”. Un intervento che viene proprio da quel ministro che, pur non essendo indagato, è comparso negli atti dell’inchiesta di Savona sulla centrale a carbone di Vado Ligure che, con i suoi fumi, secondo l’accusa avrebbe provocato la morte di 440 persone. Niente di penalmente rilevante, ma più d’uno ha storto il naso leggendo degli incontri al ministero tra la Guidi e l’ex ministro Paola Severino, oggi avvocato degli imputati di Tirreno Power.
Di più. Le annotazioni dei Noe che hanno condotto l’inchiesta contengono passaggi importanti su Claudio De Vincenti, l’allora vice-ministro di Guidi e poi promosso da Matteo Renzi sottosegretario alla presidenza del Consiglio ........
Nessuna spiegazione su questi episodi è arrivata da Guidi o De Vincenti. Eppure, dopo una manciata di giorni, il ministro dello Sviluppo Economico torna ad ammonire i magistrati  ....
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Da Il Fatto Quotidiano del 15 luglio 2015

Tirreno Power, “dobbiamo scrivere una porcata”. E il sottosegretario De Vincenti “suggerì come eludere le leggi”
Nelle intercettazioni del Noe compaiono dirigenti del ministero dell'Ambiente e viene citato il nome dell'ex vice ministro allo Sviluppo. Per discutere dei dettagli ci sarebbe stato un incontro tra la titolare del dicastero del Mise Federica Guidi e l'avvocato Paola Severino
.........De Vincenti, secondo gli investigatori, avrebbe ipotizzato di chiedere al Csm un’azione disciplinare contro il pm Francantonio Granero. Un lavoro corposissimo quello della Procura di Savona e dei Noe: 800mila pagine...
Continua a leggere su  Il Fatto Quotidiano 

09 giugno 2014

Tirreno Power, c’è poco tempo: se non si riapre entro giugno addio centrale.....


Tirreno Power, c’è poco tempo: se non si riapre entro giugno addio centrale.....

Savona - Continuano a piovere diffide dal Ministero dell’Ambiente nei confronti di Tirreno Power. Ma mentre i dirigenti del dicastero e i tecnici dell’Ispra producono note e documenti, i tempi per decidere sul destino dell’impianto vadese si assottigliano sempre di più. 
La dead line è fissata a fine mese: con il piano industriale da presentare e la rinegoziazione del debito di Sorgenia di settecento milioni di euro con le banche, se entro giugno non si dovesse arrivare a una riapertura, le “due torri” di Vado rischiano di spegnersi per sempre. La vicenda Tirreno Power sta diventando ogni giorno di più una corsa contro il tempo.
L’azienda aspetta di conoscere l’esito della doppia contromossa messa in atto nelle ultime settimane. Da un lato il team di legali guidato dall’ex Ministro Paola Severino attende il pronunciamento del Gip Fiorenza Giorgi, chiamata a rispondere all’istanza di dissequestro presentata a metà maggio. Dall’altro lato c’è il piano di investimenti - del valore di circa 145 milioni di euro - presentato dall’azienda al ministero dell’Ambiente con la previsione di una nuova Aia.
Un’autorizzazione integrata ambientale in cui è stata annunciata la rinuncia a costruire un nuovo gruppo a carbone più potente, da 460 mega watt, interventi nei prossimi due anni sui due vecchi gruppi per adeguarli alle migliori tecnologie..........il passaggio dall’avviamento a olio combustibile a quello a metano e la copertura del carbonile. Un piano giudicato dai comitati ambientalisti come «l’ennesimo tentativo di aggirare il problema», senza considerare i dubbi sulle questione delle medie mensili o giornaliere e il sistema di rilevamento delle emissioni.
Intanto continuano ad arrivare diffide. L’ultima formulata dal Ministero porta la data del 30 maggio scorso e si riferisce all’obbligo di produrre una relazione sul superamento, in passato, del valore limite delle emissioni di cromo. Argomento sul quale l’azienda aveva già risposto, lamentando la mancanza di due rilevamenti richiesti perché sui tre effettuati, nei mesi scorsi, i valori presentavano discrepanze molto significative.
È tornata a farsi sentire anche l’Ispra, che ha dato le “pagelle” sui chiarimenti prodotti dall’azienda su tre punti: emissioni di Boro, olio combustibile e Sme. Ispra ha “promosso” Tirreno Power sul primo punto ma non sugli ultimi due. Nel dettaglio, sull’olio combustibile Tp proponeva, in assenza di un serbatoio capace di contenere l’olio con percentuale di zolfo inferiore allo 0,3% (come prescrive l’Aia) un sistema di autobotti. Sistema rimandato dall’Ispra: sia perché «non consente agli enti di controllo di effettuare eventuali campionamenti», sia perché il sistema di autobotti deve essere «oggetto di valutazione preventiva dal punto di vista della sicurezza», per cui si rimanda ai Vigili del Fuoco.
L’azienda replica ricordando che l’olio sarebbe una misura transitoria visto che nel nuovo piano è previsto il passaggio al metano. Sul terzo punto poco da discutere: l’Ispra, come la Procura, contesta lo Sme (sistema monitoraggio emissioni) posto “a terra” invece che “a camino”........
Qui l'articolo integrale

Leggi anche su Dagospia

QUEI SOR-GENI FORTUNELLI ........

QUEI SOR-GENI FORTUNELLI DEI DE BENEDETTI - NEL BILANCIO DELLA CIR LA CONTROLLATA SORGENIA NON VALE PIU' NULLA, PERCHE' LA HOLDING NON METTE UN EURO NEL SALVATAGGIO (TANTO PAGANO LE BANCHE GUIDATE DA MPS) - E ANCHE SULLE OBBLIGAZIONI LA CIR NON DEVE APRIRE IL PORTAFOGLI. PER ORA....

29 marzo 2014

Tirreno Power rinuncia al Riesame contro il sequestro, scelta la via del “dialogo”?

Leggiamo su Ansa

Tirreno Power, no a Riesame su sequestro

Segnale di apertura al dialogo con la magistratura.



Tratto da Ivg
Tirreno Power rinuncia al Riesame contro il sequestro, scelta la via del “dialogo”: si lavora per soddisfare richieste gip
Savona. Lunedì mattina non ci sarà nessuna udienza davanti al Tribunale del Riesame contro il sequestro dei gruppi a carbone della centrale di Vado Ligure. I legali dell’azienda questa mattina hanno infatti deciso di rinunciare a portare avanti il ricorso presentato a nome del capocentrale di Tirreno Power Pasquale D’Elia.
Una notizia che stupisce, ma nemmeno troppo soprattutto alla luce del discorso intrapreso tra l’avvocato Paola Severino, al quale l’azienda ha affidato il coordinamento della difesa nel procedimento giudiziario, e la Procura. La scelta di rinunciare al Riesame (che sarà comunicata ufficialmente lunedì mattina) segna la decisione di Tirreno Power di seguire la strada del “dialogo” con i magistrati. Dall’azienda, sull’argomento, si sono limitati a precisare che la rinuncia è stata fatta per “trovare un’intesa che possa creare un clima construttivo”.
Allora c’è da aspettarsi che, a breve, i legali di Tirreno Power presentino un’istanza di dissequestro alla Procura ed al gip Fiorenza Giorgi. Una richiesta che dovrà rispettare le prescrizioni imposte dal giudice nel suo dispositvo: installazione di una centralina di monitoraggio controllata da tecnici nominati dal tribunale e valori di emissione entro i limiti delle “migliori tecnologie disponibili”. Se le rigide condizioni imposte dal gip saranno soddisfatte dall’azienda, la centrale potrebbe ripartire immediatamente.

18 marzo 2014

DIALOGO COSTRUTTIVO :Tirreno Power, via d’uscita ma «sotto tutela».

Tratto da LA STAMPA

Tirreno Power, via d’uscita ma «sotto tutela»

«Dialogo costruttivo» tra l’ex Guardasigilli Severino (avvocato dell’azienda), i pm e il giudice che ha disposto il sequestro dei gruppi a carbone. Ce la farà Tirreno Power a rispettare i limiti Mtd prescritti dal magistrato per consentire il riavvio degli impianti?

SAVONA
Tirreno Power prova, pur avendo tecnicamente ancora quattro giorni per ricorrere al tribunale del Riesame contro il decreto di sequestro dei suoi impianti a carbone nella centrale di Vado Ligure, a «dialogare» con Procura e tribunale per arrivare alla ripresa produttiva. E lo annuncia con una nota di poche righe, il giorno dell’incontro che l’ex Guardasigilli Paola Severino, a capo dello staff legale di Tirreno Power ha avuto a Savona con il procuratore Francantonio Granero, il sostituto Chiara Maria Paolucci e il giudice Fiorenza Giorgi. Un’ora con i primi, mezz’ora con la seconda. 
«Il dialogo dal punto di vista dei Pm è stato costruttivo» è stato l’unico commento del procuratore.  
Nel pomeriggio, la nota dell’azienda, estremamente prudente: «Un dialogo che proseguirà nei prossimi giorni, volto ad individuare le modalità più opportune per arrivare quanto prima alla ripresa di esercizio nell’ambito di un protocollo operativo che sottopone l’impianto a verifiche da parte di tecnici individuati dal giudice». 
Era la via d’uscita ipotizzata dal decreto di sequestro: prevede che la centrale elettrica adotti la centralina Sme, già prevista dall’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale del dicembre 2012, che questa venga «tarata» da tecnici nominati dal giudice stesso e che le emissioni vengano contenute nei limiti delle «Mtd» o «Bat», le «migliori tecnologie disponibili»: si va dalla metà a un quinto delle emissioni attuali per biossido di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, polveri sottili.  
Sempre ieri, a Vado, sono scesi in piazza, con due diversi cortei, sia i lavoratori di Tirreno Power e delle ditte esterne in appalto sia i dipendenti del Terminal Rinfuse Italia, con delegazioni di altre aziende della zona...........
Sulla possibilità concreta che Tirreno Power, con gli attuali impianti a carbone costruiti nel 1971, possa davvero rispettare i limiti di emissione fissati dalle «migliori tecnologie disponibili», gli ambientalisti sono scettici da sempre. Anche l’ipotesi di un funzionamento a regime ridotto ha senso soltanto se - come prescritto dal giudice - i valori delle emissioni saranno certi, monitorati «in continuo» e valutati non con medie mensili o semestrali, ma «giorno per giorno».  
Dal ministero dell’Ambiente, infine è arrivata in queste ore una diffida per l’azienda circa i lavori - mai cominciati - della nuova unità da 460 megawatt prevista dal «cronoprogamma» allegato all’autorizzazione Aia. Tirreno Power ha 30 giorni per avviare i lavori. 
In caso contrario, l’autorizzazione al funzionamento dei vecchi gruppi a carbone - rilasciata soltanto in funzione del nuovo gruppo da costruire - potrebbe decadere .
Su LA STAMPA  l'articolo integrale