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PUBBLICHIAMO LA RELAZIONE DELL'ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI ED ODOINTOIATRI DEL 3 DICEMBRE 2010 SU INQUINAMENTO E SALUTE IN PROVINCIA DI SAVONA.CONSIGLIAMO UN'ATTENTA LETTURA. |
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30 novembre 2011
ORDINE DEI MEDICI CHIRURGI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI SAVONA:Relazione su "INQUINAMENTO E SALUTE IN PROVINCIA DI SAVONA"(3 Dicembre 2010)
1) DURBAN:Il decennio più caldo dal 1850 "Rischio cambi irreversibili".....IEA:'Siamo sulla strada per la catastrofe climatica'

Tratto da "La Repubblica"
Il decennio più caldo dal 1850 "Rischio cambi irreversibili"
L'allarme per l'aumento delle temperature arriva dall'Organizzazione meteorologica dell'Onu durante la 17esima Conferenza sul clima a Durban. Nuovi picchi per la concentrazione di gas serra. ........Leggi tutto____________
Tratto da QualEnergia
'Siamo sulla strada per la catastrofe climatica'
"Siamo sulla strada per un aumento della
temperatura globale di 6°C e, cioè, per la catastrofe", avverte davanti
al mondo a Durban Fatih Birol, capo economista della International
Energy Agency. Il tempo per evitare il peggio è agli sgoccioli, dicono i
dati IEA. Ma la politica non sembra raccogliere l'allarme e la Cop 17
non promette bene.

Siamo sulla strada per un aumento della temperatura globale di 6°C. Cioè stiamo andando dritti verso la catastrofe. Parola di Fatih Birol, capo economista della International Energy Agency.
Con l'inizio della diciassettesima conferenza delle parti sul clima, la
Cop 17 di Durban, dalle principali istituzioni legate alla questione
clima-energia stanno arrivando dati allarmanti su come stanno aumentando
emissioni e temperature: nei giorni scorsi abbiamo sentito la voce di
UNEP, IPCC e Organizzazione meteorologica internazionale (WMO).
Proiezioni che per altro non sembrano intaccare l'incredibile
scollamento tra quello che si dovrebbe fare e quanto nei negoziati si
sta proponendo.
L'ultima a suonare il campanello d'allarme è stata appunto la International Energy Agency che mai prima d'ora
aveva usato termini tanto drastici nel descrivere la situazione. A meno
che non si abbandonino subito le fonti fossili, “il mondo è sulla
perfetta traiettoria per un aumento della temperatura di 6 gradi
Celsius. E anche i bambini delle elementari sanno che questa è una catastrofe per noi tutti”, ha dichiarato Birol davanti ai delegati delle quasi 200 nazioni convenute a Durban.
Una constatazione che nasce dalle analisi raccolte nell'ultimo World Energy Outlook di cui su queste pagine abbiamo già parlato.
Il rapporto mette infatti in evidenza come, appunto, uno scenario
business as usual condurrebbe oltre i 6 gradi di aumento al 2100
rispetto ai livelli preindustriali, mentre anche con impegni politici di
riduzione delle emissioni “moderati” (il cosiddetto New Polices
scenario) si andrebbe oltre i 3,5 °C.
L'unica
strada per stare sotto alla soglia critica dei 2°C di aumento,
obiettivo adottato a Copenhagen e confermato a Cancun, sarebbe agire
subito con decisione sugli investimenti energetici, dando uno stop alla
realizzazione di nuove centrali e infrastrutture per le fonti fossili.
Dallo studio IEA emerge infatti che quattro quinti delle emissioni totali di CO2 oltre le quali si mancherebbe l'obiettivo dei 2°C sono già allocate dallo stock di capitale esistente, ossia implicite in centrali elettriche, edifici, stabilimenti industriali, esistenti o in fase di realizzazione. Se entro il 2017,
scrive l'Agenzia, non si farà inversione di marcia, con le
infrastrutture esistenti ci saremo già giocati la possibilità di
contenere le emissioni abbastanza tenere la concentrazione della CO2
sotto le 450 ppm, e dunque di fermare l'aumento entro il 2°C.
Parole
importanti quelle che il rappresentante di una delle istituzioni più
autorevoli e conservatrici nel campo dell'energia ha pronunciato davanti
al mondo a Durban e che “avranno forti implicazioni per gli investimenti nel
settore energetico”, ha dichiarato David Burwell, del Carnegie
Endowment for International Peace, l'associazione che ha organizzato
l'incontro al quale Birol è intervenuto. Anche se, ha osservato Burwell,
“si possono provare a mettere regole e incentivi ma sono loro (gli
operatori privati dell'energia,ndr) che devono prendere le decisioni e
fare gli investimenti”. E, aggiungiamo noi, non lo faranno certo se non
sono costretti.
Il problema è appunto che la politica sembra ben lontana dall'imprimere il cambiamento che servirebbe. (si vedano questi grafici e questi dati UNEP).
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Clima: esperta Oms, 300mila morti in 2010, +50% in 10 anni
GINEVRA - I cambiamenti climatici ed i fenomeni ad essi collegati - dalla riduzione della produttivita' agricola alle nuove emergenze sanitarie - hanno fatto registrare 150 mila morti nel mondo nell'anno 2000: a distanza di dieci anni tale cifra risulterebbe essersi addirittura raddoppiata, con 300 mila vittime a causa dell''effetto clima'.E che le conseguenze dei cambiamenti abbiano un impatto sulla salute viene confermato anche dal dato che il pianeta si sta riscaldando. Secondo i dati diffusi oggi dall'Omm, in concomitanza con la conferenza mondiale in corso a Durban, il 2011 e' stato, malgrado l'effetto ''raffreddante'' della Nina, il decimo anno piu' caldo dal 1850.
''La nostra scienza - ha affermato il segretario generale dell'Omm, Michel Jarraud - e' solida e dimostra in modo inequivocabile che il clima mondiale si sta riscaldando e che questo riscaldamento e' dovuto alle attivita' umane''.

A mettere in guardia sull'aumento di mortalita' collegata ai cambiamenti climatici - precisando che si tratta di una stima in corso di elaborazione -, e' invece la responsabile del 'Programma cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e salute' dell'Oms-Europa, Bettina Menne che, riferendosi alla conferenza sul clima in corso a Durban, sottolinea come sia fondamentale adottare iniziative concrete soprattutto in favore dei Paesi piu' poveri e a rischio. I cambiamenti climatici, spiega Menne, vanno affrontati considerando che essi determinano due tipi di conseguenze: ''Ci sono le conseguenze dirette come gli eventi estremi, dalle ondate di calore alle alluvioni: nel 2003, ad esempio, in Europa i morti per l'eccessivo calore furono 70 mila e si stima siano state circa 50 mila le vittime nel 2010 solo in Russia per caldo e incendi''. Ma ci sono anche delle ''conseguenze indirette'': ''Parliamo, soprattutto, degli effetti sul ciclo dell'acqua e del cibo. ......
Ma c'e' anche un terzo aspetto da considerare: quello sanitario. I cambiamenti climatici infatti, sottolinea l'esperta, ''hanno anche determinato lo spostamento di vettori infettivi da una regione all'altra: e' il caso di zecche e zanzare tigri, che dal sud si sono spostate verso il nord Europa, ed anche alcune piante molto allergeniche stanno iniziando a diffondersi in aree diverse da quelle di origine''. Tutto cio', afferma Menne, impone una prima urgenza: ''Bisogna investire di piu' perche' i servizi sanitari dei singoli Paesi siano preparati ad affrontare nuovi eventi estremi e problemi sanitari causati dai cambiamenti climatici, ma e' anche fondamentale sviluppare strategie a lungo termine di sviluppo sostenibile''.
Dalla conferenza di Durban dunque, sottolinea Menne, l'Oms lancia un messaggio preciso: ''Chiediamo che l'aumento degli investimenti in salute e sui sistemi sanitari per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici siano parte della convenzione finale di impegni che uscira' dalla conferenza''.

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Ordine dei Medici di Savona: Ugo Trucco riconfermato presidente
Tratto da Savona News
Elezioni dell'Ordine dei Medici di Savona: Ugo Trucco riconfermato presidente
Nei giorni 26-27-28 novembre 2011 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Savona. Vi è stata una rilevante partecipazione di votanti (605 medici e 145 odontoiatri) che ha fatto superare largamente il quorum. E’ stata presentata una lista unitaria con medici rappresentativi dei 4 Ospedali della Provincia, dei tre sindacati dei medici di famiglia, dei liberi professionisti e degli specialisti ambulatoriali la quale ha ricevuto un notevolissimo consenso. Particolarmente votato è stato il Presidente uscente, Dr. Ugo Trucco, che ha ricevuto la fiducia di oltre il 90% dei votanti.Interpellato, il Dr. Trucco, nel dichiararsi soddisfatto del risultato raggiunto e dell’afflusso, oltre le previsioni. In un momento di particolare difficoltà della sanità e dei medici, che sono sempre più condizionati dai tagli che determinano ripercussioni sulla qualità delle cure, il Presidente uscente afferma che la fiducia espressa alla lista proposta, darà continuità a quanto svolto nel precedente mandato e impegnerà il Consiglio Direttivo, che si sta insediando, ad essere ancora più incisivo nella difesa della professione e nella tutela della salute dei cittadini.
Risulta inaccettabile che ogni decisione sia presa senza che i medici siano preventivamente coinvolti e resi responsabili nelle scelte operative a loro imposte ed è indispensabile far capire ai decisori (politici ed amministratori) che se la cura delle malattie ha un costo, il porre rimedio ad esse è infinitamente maggiore sia in termini etici che di valutazione economica a lungo termine e questo sarà uno dei principali obiettivi su cui si impegneranno i Colleghi eletti.Leggi tutto
ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DI SAVONA ELEZIONI 2012 – 2014
29 novembre 2011
SierraClub :Carbone, smog e asma.....BEYOND COAL - E' ORA DI ANDARE OLTRE IL CARBONE
Tratto dal SierraClub (Traduzione simutanea)
Carbone, smog e asma
L'asma colpisce 1 ogni 10 bambini della scuola ed è la malattia numero uno che fa perdere la scuola ai bambini negli Stati Uniti. I bambini hanno un rischio più grande per la salute da inquinamento atmosferico perché hanno più probabilità di stare all' aperto e i loro polmoni sono ancora in via di sviluppo.
L' inquinamento da carbone produce attacchi di asma e rende i bambini malati

Negli Stati Uniti, c'è una probabilità del 50 per cento che l'aria non sia sicura da respirare grazie a livelli pericolosi di inquinamento atmosferico, come lo smog e la fuliggine.
Lo smog irrita i nostri polmoni, fa scattare gli attacchi di asma, aumenta le visite al pronto soccorso, e può portare a danni polmonari irreversibili o addirittura la morte.
L'inquinamento da fuliggine, nel frattempo, provoca circa 9.700 ricoveri e più di 20.000 attacchi cardiaci ogni anno.
L' inquinamento da fuliggine è pericolosa provoca battito cardiaco irregolare, bronchite cronica, diminuzione della funzionalità polmonare, e irritazione delle vie aeree.
Controlla le nostre mappa inquinamento atmosferico per vedere come l'aria sporca minaccia la salute in cui si vive.
Clean Air : per un'economia sana
L'inquinamento del carbone porta a circa 12.000 visite al pronto soccorso ogni anno. Continuare a consentire agli elevati livelli di inquinamento del carbone nella nostra aria potrebbe provocare più di 100 miliardi di dollari in costi sanitari annuali. Ci sono un modi migliori per produrre energia. Fonti energetiche pulite come l'eolico e il solare possono proteggere la nostra salute e rafforzare la nostra economia. Nessuno ha mai avuto un attacco d'asma attivati da un pannello solare.EPA Azione
Nella tarda estate del 2011, l'amministrazione Obama ha chiesto l'EPA di ritardare le sue protezioni per lo smog attese da lungo tempo, normative che che avrebbero richiesto alle centrali a carbone di installare piùcontrolli per l'inquinamento e proteggere la salute pubblica. Nonostante questo ritardo, il Sierra Club sta lavorando per mantenere la pressione sul presidente Obama e di sostenere l'EPA per affrontare l'inquinamento da smog che scatena attacchi di asma.
Mostrate il vostro sostegno alle famiglie e ai bambini affetti da asma da centrali a carbone:
BEYOND COAL - E' ORA DI ANDARE OLTRE IL CARBONE
Ceneri di carbone
Che cosa sono le ceneri di carbone?

Ogni anno, le centrali a carbone della nazione producono 140 milioni di tonnellate di ceneri di carbone, rifiuti tossici che rimangono dopo che il carbone viene bruciato. Tutto ciò che è cenere deve andare da qualche parte, per cui vengono scaricati in migliaia di pozzi a cielo aperto in tutta la nazione.
Da queste discariche di rifiuti, sostanze chimiche come l'arsenico, piombo, selenio , penetrano nelle acque sotterranee.
Le Ceneri di carbone non sono soggette a protezioni federali , e le leggi statali che disciplinano lo smaltimento dei rifiuti della combustione del carbone sono in genere deboli o inesistenti. Il risultato: milioni di tonnellate di ceneri di carbone vengono memorizzati in stagni, discariche e miniere abbandonate.
In molti di questi siti la mancanza di adeguate garanzie, lascia le comunità vicine a rischio da potenziali disastri su larga scala come la marea nera fuoriuscita 2008 cenere di carbone che ha contaminato il Tennessee e l' Alabama.
I rischi delle ceneri di carbone
Vivere vicino a un laghetto bagnato di stoccaggio ceneri di carbone è molto più pericoloso di fumare un pacchetto di sigarette al giorno, secondo una valutazione dei rischi effettuata da EPA. Le tossine che si trovano in ceneri di carbone sono stati collegati al cancro, a malattie respiratorie, danni neurologici e problemi di sviluppo. Le persone che vivono ad 1 chilometro da stagni in cui sono state riversate ceneri di carbone può avere un 1 su 50 rischio di cancro , che è più di 2.000 volte superiore a quello che l'EPA considera accettabile.L'inquinamento tossico da ceneri di carbone si accumula negli animali esposti e le piante, facendo procedere l'inquinamento lungo la catena alimentare quando sono mangiati. I bambini sono più sensibili agli impatti sulla salute di cenere e carbone, secondo l'EPA, 1,54 milioni di bambini vivono vicino a siti di stoccaggio ceneri di carbone.
Ogni parte del ciclo di vita del carbone, dall'estrazione alla combustione di smaltimento dei rifiuti vari, presenta rischi per la salute umana. Abbiamo bisogno di sviluppare energia pulita e ridurre la nostra dipendenza da energia sporca. Unisciti a noi mentre lavoriamo per spostare l'America al di là di carbone. Agisci !
27 novembre 2011
1)ACQUA PUBBLICA, ecco come i gestori hanno DISINNESCATO 27 milioni di SI 2) Fukushima, mangiò insalata in TV per dimostrare che è sicura: scopre un cancro 3) "PENSACI"
Subito dopo il referendum del 12 e 13 giugno, l'Acea ha chiesto una
consulenza a Giulio Napolitano, avvocato, esperto del settore e figlio
del presidente della Repubblica. Secondo il documento il voto non ha
effetti sugli interessi delle società idriche. In attesa dei ricorsi,
che dureranno anni.
Il Sì all’acqua pubblica uscito dalle urne lo scorso
giugno rischia di vedere i suoi effetti allontanarsi nel tempo,
imprigionando la volontà popolare nelle pastoie giuridiche della
giustizia amministrativa. E’ questa la tattica che i gestori privati
dell’acqua hanno messo in campo subito dopo il voto dei ventisette
milioni di italiani il 12 e 13 giugno scorsi, preparando le battaglie
legali che potranno affollare i Tribunali nei prossimi mesi. Leggi tutto
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Tratto da La Voce dell'Emergenza
Fukushima, mangiò insalata in TV per dimostrare che è sicura: scopre un cancro
Il popolare presentatore che voleva rassicurare la popolazione si è preso un brutto cancro

RISCHIARE E PERDERE – Il popolare anchorman, infatti, secondo la testata spagnola, avrebbe la leucemia: per la precisione nella versione linfatica acuta, ed è stato ricoverato d’urgenza.
GUARDA IL VIDEO e Leggi tutto
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26 novembre 2011
Conferenza di Durban, è così difficile capire il legame tra la salute del pianeta e la salute di chi ci vive?
Tratto da Greenreport
La cruda verità è che non possiamo più aspettare. Perdere tempo adesso, temporeggiare, dilazionare, rimandare, vuol dire solo rendere tutto, dopo, maledettamente più difficile da risolvere.
L'idea che si chiuda nel 2012 l'orizzonte temporale indicato dal protocollo di Kyoto e si resti dunque senza un nuovo Protocollo che sancisca una seria regolamentazione internazionale per ridurre le emissioni di gas serra, è veramente insensato e folle e la dice lunga sulle profonde difficoltà culturali che ancora abbiamo nel collegare la salute dei sistemi naturali del pianeta con la nostra salute, il nostro benessere e le nostre economie. Così come la dice lunga sullo straordinario potere delle lobby che desiderano il mantenimento dello status quo che ancora interferiscono pesantemente sui negoziati......
Nel frattempo, prima di Durban, il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) ha rilasciato il suo rapporto "Bridging the Emissions Gap" (aggiornando ed ampliando quello che aveva prodotto nel novembre dello scorso anno http://www.unep.org/publications/ebooks/bridgingemissionsgap/Portals/24152/UNEP_bridging_gap.pdf ).
Il
rapporto, a conferma di quanto ripetutamente detto e scritto dai più
grandi climatologi internazionali, mostra chiaramente che se non si
intraprendono ora delle azioni decisive, il mondo si avvia verso
cambiamenti climatici molto pericolosi.
Nonostante tutto anche l'UNEP conferma un messaggio positivo.
Possiamo ancora farcela, se ci impegniamo subito per fermare la deforestazione e creare un futuro basato su efficienza energetica e fonti rinnovabili....
Autorevoli ricerche scientifiche sul ruolo del forcing radiativo sono condotte da anni dal grande climatologo James Hansen, direttore del Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA con diversi altri climatologi e dimostrano chiaramente che la Terra ormai a causa dell'attività antropogenica, come riassunto dall'IPCC; assorbe più energia dal Sole di quanto riesca a reimmetterne nello spazio, modificando quindi l'intero sistema energetico del clima e incrementando quindi i fenomeni meteorologici estremi....
l'entità del riscaldamento globale, invece dei quattro e più previsti da diversi studi scientifici – ad esempio lo studio “four degrees and beyond” finanziato dal governo britannico – entro la fine del secolo.
Nonostante l'emergenza climatica, il summit non parte sotto i migliori auspici. Le potenze mondiali vi arrivano a ranghi sciolti, con vedute anche molto diverse sul futuro accordo. Pesa, eccome, il fallimento del vertice di Copenaghen del 2009, che doveva sancire l'intesa definitiva e invece si è concluso nel caos, con un accordo di forma raggiunto sul finire giusto per nascondere la totale assenza di intenti comuni.
Sebbene l'incontro di Cancun dell'anno passato abbia iniziato a riassemblare i cocci, mettendo le basi per futuri accordi, ci sono fin troppi elementi che si oppongono ad un patto definitivo sul clima. Se l'Europa appare ben disposta a fare la sua parte, a patto che anche gli altri paesi facciano la loro, gli Stati Uniti sono di tutt'altro avviso.....
Si è creata così una situazione di stallo dalla quale è difficile uscire. Nessuno dei paesi più inquinanti - Cina, Usa, Giappone, Russia e India - sembra disposto a fare il primo passo verso un futuro più sostenibile, per paura di perdere posizioni sullo scacchiere internazionale. Solo l'Europa presenta condizioni più concilianti. "L'Ue è pronta da anni a siglare un trattato globale a Durban, ma la realtà è che altre economie, come Usa e Cina, non lo sono” ha sottolineato il commissario Ue per il Clima, Connie Hedegaard
Il rapporto “Who’s holding us back?”, svela come un manipolo di multinazionali – tra cui Eskom, BASF, ArcelorMittal BHP Billiton, Shell e le industrie Koch -, le associazioni di categoria e le corporazioni di cui fanno parte stiano condizionando pesantemente i governi e i negoziati politici riguardo alle leggi per la protezione del clima.
Insomma, il quadro complessivo delle nazioni che si apprestano a partecipare al summit non sembra dei più confortanti
. Ma il tempo stringe ed un accordo globale è quanto mai urgente. Proprio ieri la World meteorogiical organization ci ricordava che le concentrazioni di gas serra in atmosfera hanno praticamente raggiunto il punto di non ritorno.
Leggi l'articolo integrale
Tratto da Il Corriere della sera
ROMA ....il presidente emerito
della Corte Costituzionale, G. Zagrebelsky, che ha parlato di
società votate all' autodistruzione, di politica egoista con le prossime
generazioni, di miopia davanti alle catastrofi tecnologiche, ambientali
e finanziarie....
Davanti al Capo dello Stato - che ha partecipato, assieme al presidente del Senato Renato Schifani e alla vicepresidente della Camera Rosy Bindi, al seminario annuale della Consulta dedicato al tema «Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana» - Zagrebelsky rompe gli schemi. E con una relazione che scava nel profondo dell' anima del pensiero occidentale gela l' uditorio: «Pensate alla storia dell' isola di Pasqua, situata a 3.700 chilometri dalle coste del Cile che nei secoli fu sempre rigogliosa, con ananas che pendevano a volontà dagli alberi e animali in grande quantità. Insomma, un posto magnifico dove bastava alzare la mano per cogliere un frutto. Un luogo ricco. Che però, agli inizi del ' 700, quando fu scoperta dagli europei, si rivelò desertificato perché ogni generazione lì si comportò come fosse l' ultima.
Nell' isola di Pasqua l' uomo ha agito libero da ogni debito nei confronti della generazione successiva. E alla fine ha autodistrutto la sua stessa società».
Ecco qual è il punto di questo mondo globalizzato, insiste Zagrebelsky, pensando forse a uno Stato che si dovrebbe comportare come il buon padre di famiglia che riceve in eredità beni per custodirli temporaneamente e mantenerli in buone condizioni per trasmetterli ai suoi figli:
«La vita dei viventi oggi non può essere onesta se non guarda alle generazioni future, se non si comporta come la madre fa con il figlio...
Dino Martirano
Leggi tutto
Verso Durban, è così difficile capire il legame tra la salute del pianeta e la salute di chi ci vive?
Ci stiamo rapidamente avvicinando alla 17° Conferenza delle Parti
della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici che avrà luogo a
Durban, in Sud Africa, dal 28 novembre al 9 dicembre. Purtroppo non
sembra proprio che la comunità internazionale stia finalmente
convergendo su un significativo impegno di riduzione dei gas serra che
modificano la composizione chimica dell'atmosfera e incrementano il
riscaldamento globale
.
E questo nonostante il fatto che sono
numerosi e ripetuti i richiami all'azione urgente che provengono dal
mondo scientifico.
La cruda verità è che non possiamo più aspettare. Perdere tempo adesso, temporeggiare, dilazionare, rimandare, vuol dire solo rendere tutto, dopo, maledettamente più difficile da risolvere.
L'idea che si chiuda nel 2012 l'orizzonte temporale indicato dal protocollo di Kyoto e si resti dunque senza un nuovo Protocollo che sancisca una seria regolamentazione internazionale per ridurre le emissioni di gas serra, è veramente insensato e folle e la dice lunga sulle profonde difficoltà culturali che ancora abbiamo nel collegare la salute dei sistemi naturali del pianeta con la nostra salute, il nostro benessere e le nostre economie. Così come la dice lunga sullo straordinario potere delle lobby che desiderano il mantenimento dello status quo che ancora interferiscono pesantemente sui negoziati......
Nel frattempo, prima di Durban, il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) ha rilasciato il suo rapporto "Bridging the Emissions Gap" (aggiornando ed ampliando quello che aveva prodotto nel novembre dello scorso anno http://www.unep.org/publications/ebooks/bridgingemissionsgap/Portals/24152/UNEP_bridging_gap.pdf ).
Nonostante tutto anche l'UNEP conferma un messaggio positivo.
Possiamo ancora farcela, se ci impegniamo subito per fermare la deforestazione e creare un futuro basato su efficienza energetica e fonti rinnovabili....
Autorevoli ricerche scientifiche sul ruolo del forcing radiativo sono condotte da anni dal grande climatologo James Hansen, direttore del Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA con diversi altri climatologi e dimostrano chiaramente che la Terra ormai a causa dell'attività antropogenica, come riassunto dall'IPCC; assorbe più energia dal Sole di quanto riesca a reimmetterne nello spazio, modificando quindi l'intero sistema energetico del clima e incrementando quindi i fenomeni meteorologici estremi....
Leggi tutto su Greenreport
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GUARDA IL VIDEO DURBAN L'APPELLO DEL PAPA :"TENETE CONTO DEI POVERI"
In Sudafrica la conferenza Onu sul clima. L'auspicio di Benedetto XVI all'Angelus
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Tratto da Il Cambiamento
Verso Durban: serve un accordo globale sul clima
Fra pochi giorni inizierà la diciassettesima conferenza internazionale sul clima. Dal 28 novembre al al 9 dicembre, sotto l'egida dell'Onu, i grandi della terra si ritroveranno a Durban, Sud Africa, per discutere dei cambiamenti climatici e cercare di raggiungere un accordo vincolante sulle emissioni serra. Nello specifico, l'obiettivo sarà quello di ridurre a due gradi
Nonostante l'emergenza climatica, il summit non parte sotto i migliori auspici. Le potenze mondiali vi arrivano a ranghi sciolti, con vedute anche molto diverse sul futuro accordo. Pesa, eccome, il fallimento del vertice di Copenaghen del 2009, che doveva sancire l'intesa definitiva e invece si è concluso nel caos, con un accordo di forma raggiunto sul finire giusto per nascondere la totale assenza di intenti comuni.
Sebbene l'incontro di Cancun dell'anno passato abbia iniziato a riassemblare i cocci, mettendo le basi per futuri accordi, ci sono fin troppi elementi che si oppongono ad un patto definitivo sul clima. Se l'Europa appare ben disposta a fare la sua parte, a patto che anche gli altri paesi facciano la loro, gli Stati Uniti sono di tutt'altro avviso.....
Si è creata così una situazione di stallo dalla quale è difficile uscire. Nessuno dei paesi più inquinanti - Cina, Usa, Giappone, Russia e India - sembra disposto a fare il primo passo verso un futuro più sostenibile, per paura di perdere posizioni sullo scacchiere internazionale. Solo l'Europa presenta condizioni più concilianti. "L'Ue è pronta da anni a siglare un trattato globale a Durban, ma la realtà è che altre economie, come Usa e Cina, non lo sono” ha sottolineato il commissario Ue per il Clima, Connie Hedegaard
Ma cosa frena i grandi della terra a
raggiungere un accordo vincolante sul clima? “Non si rendono conto della
gravità della situazione?” viene da chiedersi.
Secondo Greenpeace, la responsabilità è da ricercarsi non tanto fra governi e amministrazioni, quanto piuttosto nella rete delle grandi aziende inquinatrici. Il rapporto “Who’s holding us back?”, svela come un manipolo di multinazionali – tra cui Eskom, BASF, ArcelorMittal BHP Billiton, Shell e le industrie Koch -, le associazioni di categoria e le corporazioni di cui fanno parte stiano condizionando pesantemente i governi e i negoziati politici riguardo alle leggi per la protezione del clima.
“Se i Governi vogliono scongiurare
le conseguenze irreversibili dei cambiamenti climatici, devono ascoltare
i cittadini, prima ancora dei mercati, e agire nell'interesse della collettività”,
ha dichiarato Salvatore Barbera, responsabile della campagna Energia e
Clima di Greenpeace Italia.
“A Durban è giunto il momento di dar voce
alla gente, non alle multinazionali dell'inquinamento”.
Gli fa eco Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia,
quando sostiene che “Durban deve riportare il mondo alla realtà
scientifica del cambiamento climatico e delle sue conseguenze,
eliminando anche le scappatoie esistenti. Le soluzioni alla crisi
ambientale saranno anche un’importante opportunità per rilanciare
l’economia verso un futuro più sostenibile, equo e sicuro”.....Insomma, il quadro complessivo delle nazioni che si apprestano a partecipare al summit non sembra dei più confortanti
. Ma il tempo stringe ed un accordo globale è quanto mai urgente. Proprio ieri la World meteorogiical organization ci ricordava che le concentrazioni di gas serra in atmosfera hanno praticamente raggiunto il punto di non ritorno.
Leggi l'articolo integrale
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Tratto da Il Corriere della sera
Zagrebelsky: politica sotto tutela tecnocratica
La sfida del futuro Il costituzionalista: ora dobbiamo pensare alle generazioni future

Davanti al Capo dello Stato - che ha partecipato, assieme al presidente del Senato Renato Schifani e alla vicepresidente della Camera Rosy Bindi, al seminario annuale della Consulta dedicato al tema «Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana» - Zagrebelsky rompe gli schemi. E con una relazione che scava nel profondo dell' anima del pensiero occidentale gela l' uditorio: «Pensate alla storia dell' isola di Pasqua, situata a 3.700 chilometri dalle coste del Cile che nei secoli fu sempre rigogliosa, con ananas che pendevano a volontà dagli alberi e animali in grande quantità. Insomma, un posto magnifico dove bastava alzare la mano per cogliere un frutto. Un luogo ricco. Che però, agli inizi del ' 700, quando fu scoperta dagli europei, si rivelò desertificato perché ogni generazione lì si comportò come fosse l' ultima.
Nell' isola di Pasqua l' uomo ha agito libero da ogni debito nei confronti della generazione successiva. E alla fine ha autodistrutto la sua stessa società».
Ecco qual è il punto di questo mondo globalizzato, insiste Zagrebelsky, pensando forse a uno Stato che si dovrebbe comportare come il buon padre di famiglia che riceve in eredità beni per custodirli temporaneamente e mantenerli in buone condizioni per trasmetterli ai suoi figli:
«La vita dei viventi oggi non può essere onesta se non guarda alle generazioni future, se non si comporta come la madre fa con il figlio...
Dino Martirano
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"Uniti Per La Salute " Associazione ONLUS- piazza della Chiesa 6, 17047 Valleggia
alle
13:31:00
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25 novembre 2011
"Centrale a carbone, mercurio e disordini dello sviluppo nei bambini"
Tratto da Brundisium
No al Carbone: "Centrale a carbone, mercurio e disordini dello sviluppo nei bambini"
Siamo giunti ad oltre 4000 firme a
sostegno della richiesta di indagine epidemiologica che insieme ad
altre associazioni e movimenti portiamo avanti. Dati inquietanti
arrivano da studi americani che pongono in correlazione le emissioni di
mercurio di una centrale a carbone con i disordini nello sviluppo dei
bambini.
Tali studi ci impongono di chiedere che l’indagine epidemiologica sia estesa anche per queste gravi patologie
.
Un recentissimo report pubblicato da Enviroment America sulle centrali elettriche a carbone ha dichiarato che queste ultime emettano nell'atmosfera ben due terzi di tutto il mercurio presente nel nostro ambiente, rivelandosi la più grande e pericolosa fonte di inquinamento da metalli pesanti.
Ricordiamo che il mercurio è una potente
neurotossina e che un solo grammo può potenzialmente uccidere una
persona se vaporizzato direttamente dentro i suoi polmoni.
Non crediamo che Brindisi faccia eccezione, anzi, e, da madri, da padri,
da persone che hanno a cuore la salute dei bambini, spaventate dal
riconosciuto ruolo neurotossico del mercurio, ci poniamo alcune semplici
domanda a cui pretendiamo una risposta da chi ha la responsabilità
della salute pubblica:
Il rischio di soffrire di disordini neurologici, dello sviluppo, dell'apprendimento e dell'attenzione è maggiore per i bambini che vivono vicino alla fonte di inquinamento?
Gli studi scientifici a disposizione purtroppo non ci consolano, anzi.
Potremmo elencarne a decine, primo fra tutti quello svolto presso il
Centro Universitario per la Salute a San Antonio, in Texas, che ha
dimostrato un legame statisticamente significativo tra il rilascio di
mercurio e i disordini dello sviluppo infantile. Questo studio, per la
prima volta nella letteratura medica, ha anche evidenziato come il
rischio di soffrire di tali disordini sia collegato proporzionalmente
alla distanza dalla fonte di mercurio. Questo significa che più vicini
si è alla fonte dell'emissione, maggiori sono le probabilità di avere
questi disordini.
La definizione che scienziati e uomini di medicina usano, “disordini dello sviluppo”, forse non rende bene quello che realmente queste parole significano, la gravità che nascondono, il terribile e devastante impatto che hanno sulle famiglie, non ci descrivono esattamente il rischio che i nostri bambini corrono.
La gravità della malattia è variabile e va dai più leggeri problemi nel linguaggio e nell'attenzione, all'iperattività, dislessia, fino ai casi più gravi di handicap con quoziente intellettivo ridotto, problemi nella comunicazione (i bambini non parlano e non socializzano), problemi motori. Tutto questo è spesso accompagnato da sintomi fisici, anche in questo caso di intensità variabile che vanno da disturbi gastrointestinali (allergie e intolleranze alimentari, reflusso, dolori addominali, ecc), disturbi del sonno e immunitari.

Parliamo quindi di qualcosa di molto serio che è compito di una società civile non solo curare, ma anche prevenire.
Stiamo facendo pagare ai nostri bambini (i dati ufficiali facilmente verificabili sono di 1 bambino su 100) il prezzo di uno sviluppo che poi tale non è!
Chiediamo delle risposte e che anche per i disordini dello sviluppo ci sia una indagine epidemiologica che possa verificare un nesso causale con l'ambiente!
COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE
No al Carbone: "Centrale a carbone, mercurio e disordini dello sviluppo nei bambini"
Tali studi ci impongono di chiedere che l’indagine epidemiologica sia estesa anche per queste gravi patologie

Un recentissimo report pubblicato da Enviroment America sulle centrali elettriche a carbone ha dichiarato che queste ultime emettano nell'atmosfera ben due terzi di tutto il mercurio presente nel nostro ambiente, rivelandosi la più grande e pericolosa fonte di inquinamento da metalli pesanti.
Immagine tratta dalla Video conferenza del Dottor Ghirga,Medico Isde, a Savona al Teatro Chiabrera |


in che modo queste emissioni di mercurio
influenzano lo sviluppo della gravidanza, influiscono sul feto prima e
sui bambini poi?
E ancora, che tipo di impatto ha il livello delle
emissioni sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso dei nostri
bambini?Il rischio di soffrire di disordini neurologici, dello sviluppo, dell'apprendimento e dell'attenzione è maggiore per i bambini che vivono vicino alla fonte di inquinamento?
Gli studi scientifici a disposizione purtroppo non ci consolano, anzi.
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La definizione che scienziati e uomini di medicina usano, “disordini dello sviluppo”, forse non rende bene quello che realmente queste parole significano, la gravità che nascondono, il terribile e devastante impatto che hanno sulle famiglie, non ci descrivono esattamente il rischio che i nostri bambini corrono.
La gravità della malattia è variabile e va dai più leggeri problemi nel linguaggio e nell'attenzione, all'iperattività, dislessia, fino ai casi più gravi di handicap con quoziente intellettivo ridotto, problemi nella comunicazione (i bambini non parlano e non socializzano), problemi motori. Tutto questo è spesso accompagnato da sintomi fisici, anche in questo caso di intensità variabile che vanno da disturbi gastrointestinali (allergie e intolleranze alimentari, reflusso, dolori addominali, ecc), disturbi del sonno e immunitari.

Parliamo quindi di qualcosa di molto serio che è compito di una società civile non solo curare, ma anche prevenire.
Stiamo facendo pagare ai nostri bambini (i dati ufficiali facilmente verificabili sono di 1 bambino su 100) il prezzo di uno sviluppo che poi tale non è!
Chiediamo delle risposte e che anche per i disordini dello sviluppo ci sia una indagine epidemiologica che possa verificare un nesso causale con l'ambiente!
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COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE
1)EUROPA:Impianti super-inquinanti il conto è 102-169 miliardi 2)Tvs, sul IV gruppo di Tirreno Power, il consigliere comunale Petrelli diffida i Ministeri.
Tratto da La Repubblica
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Una centrale a carbone in Germania |
EUROPA:Impianti super-inquinanti il conto è 102-169 miliardi
L'indagine dell'Agenzia Ue per l'ambiente rivela che i tre quarti dei danni sono attribuibili a 622 stabilimenti. Il costo a carico di ogni cittadino europeo è di 200-300 euro. In testa Germania, Regno Unito, Polonia, Francia, Italia
ANTONIO CIANCIULLO
MENTRE una parte del tessuto produttivo si sta riconvertendo a
tecnologie a basso impatto ambientale, in Europa l'inquinamento ha uno
zoccolo duro. Un gruppo di 191 stabilimenti è responsabile, da solo, di
danni valutabili tra i 51 e gli 85 miliardi di euro. Estendendo il
calcolo a 10 mila siti, il conto sale e si colloca tra i 102 e i 169
miliardi di euro. Ma i tre quarti del carico inquinante sono
attribuibili a 622 impianti.
E' quanto emerge dall'ultimo studio dell'Agenzia europea per l'ambiente che analizza gli effetti prodotti da sostanze come gli ossidi di azoto, l'anidride solforosa, i metalli pesanti, le polveri sottili e l'anidride carbonica. La ricerca utilizza i dati forniti dalle stesse aziende, un assieme di industrie che va dalle società che producono elettricità alle raffinerie, dalle imprese chimiche a quelle che trattano i rifiuti (i trasporti e la maggior parte delle attività agricole sono esclusi).
Questo tipo di inquinamento costa a ogni cittadino europeo una cifra compresa tra 200 e 330 euro l'anno. E un gruppo di Paesi (Germania, Regno Unito, Polonia, Francia, Italia) guida la classifica dei super inquinatori. Se nella valutazione si inserisce però il rapporto con il prodotto interno lordo l'ordine cambia e in cima all'elenco troviamo Bulgaria, Romania, Estonia, Polonia e Repubblica Ceca. Le centrali elettriche che utilizzano fonti fossili sono al primo posto nella lista dei grandi inquinatori e tra i 20 impianti a maggior impatto ambientale figura la centrale elettrica Federico II di Brindisi Sud.
E' quanto emerge dall'ultimo studio dell'Agenzia europea per l'ambiente che analizza gli effetti prodotti da sostanze come gli ossidi di azoto, l'anidride solforosa, i metalli pesanti, le polveri sottili e l'anidride carbonica. La ricerca utilizza i dati forniti dalle stesse aziende, un assieme di industrie che va dalle società che producono elettricità alle raffinerie, dalle imprese chimiche a quelle che trattano i rifiuti (i trasporti e la maggior parte delle attività agricole sono esclusi).
Questo tipo di inquinamento costa a ogni cittadino europeo una cifra compresa tra 200 e 330 euro l'anno. E un gruppo di Paesi (Germania, Regno Unito, Polonia, Francia, Italia) guida la classifica dei super inquinatori. Se nella valutazione si inserisce però il rapporto con il prodotto interno lordo l'ordine cambia e in cima all'elenco troviamo Bulgaria, Romania, Estonia, Polonia e Repubblica Ceca. Le centrali elettriche che utilizzano fonti fossili sono al primo posto nella lista dei grandi inquinatori e tra i 20 impianti a maggior impatto ambientale figura la centrale elettrica Federico II di Brindisi Sud.
"I cittadini europei stanno pagando l'inquinamento prodotto dagli impianti inquinanti con un sacrificio personale, con un danno alla loro salute", commenta Jacqueline McGlade, la biologa che guida l'Agenzia europea per l'ambiente. "Per quanto riguarda l'Italia va fatta una riflessione ulteriore: l'età media avanzata della popolazione comporta un'esposizione maggiore ai rischi prodotti dall'inquinamento. Calcolando inoltre che una parte significativa del problema deriva dalle centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili, va sottolineata l'importanza di una spinta verso le fonti rinnovabili: il sole e il vento possono migliorare la qualità dell'aria che respiriamo dando un contributo molto importante all'alleggerimento del rischio sanitario".
(24 novembre 2011)
Il consigliere comunale dell'Italia dei Valori, Vittorio Petrelli, ha
indirrizzato alla direzione generale per le valutazioni ambientali del
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, alla
Direzione Generale per l'energia nucleare, le energie rinnovabili e
l'efficienza energetica del Ministero dello Sviluppo Economico, nonché a
tutte le altre autorità coinvolte nel procedimento relativo al rilascio
dell'autorizzazione integrata ambientale per la centrale di Torre
Valdaliga Sud, un atto di significazione e diffida.
L'iniziativa fa riferimento all'eventualità dell'emissione di un provvedimento autorizzativo all'esercizio continuo dell'unità produttiva del quarto gruppo di Torre Valdaliga Sud, come proposto dall'azienda Tirreno Power, "senza che si rispetti – scrive Petrelli nel documento - la prescrizione di esclusione Via prevista, relativamente all'alimentazione del quarto gruppo, che è stato stabilito debba essere a gas naturale".
Con il suo atto Petrelli chiede anche la verifica ascrupolosa "del pieno rispetto della normativa vigente, degli atti autorizzativi, dei protocolli d'intesa istituzionali e degli obblighi formalmente assunti".
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Tratto da TRCgiornale.itTvs, sul IV gruppo di Tirreno Power, Petrelli (Idv) diffida i ministeri
L'iniziativa fa riferimento all'eventualità dell'emissione di un provvedimento autorizzativo all'esercizio continuo dell'unità produttiva del quarto gruppo di Torre Valdaliga Sud, come proposto dall'azienda Tirreno Power, "senza che si rispetti – scrive Petrelli nel documento - la prescrizione di esclusione Via prevista, relativamente all'alimentazione del quarto gruppo, che è stato stabilito debba essere a gas naturale".
Con il suo atto Petrelli chiede anche la verifica ascrupolosa "del pieno rispetto della normativa vigente, degli atti autorizzativi, dei protocolli d'intesa istituzionali e degli obblighi formalmente assunti".
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