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15 agosto 2009

2009708//15 "Basta censure: l'arsenico c'è, ed è moltissimo!"

Tratto dal Blog del Comitato per Taranto

Basta censure: l'arsenico c'è, ed è moltissimo!
Parafrasando uno slogan che ha fatto il giro d'Italia, verrebbe da dire che, a Taranto:"Ti svegli nevrastenico mangiando anche l'arsenico"

Ecco il comunicato stampa di Peacelink, seguito alle dichiarazioni del CNR pubblicate sulla Gazzetta del Mezzogiorno di ieri:

Il dr. Fabrizio Bianchi è l’epidemiologo dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) che ha guidato le ricerche dell’arsenico a Gela i cui risultati hanno dato lo spunto a PeaceLink per chiedere che analoghe ricerche siano fatte a Taranto, dove, per molti aspetti, la situazione dell’inquinamento ambientale è più grave di quella di Gela. Egli ritiene, d’accordo con il Direttore Generale di ARPA Puglia prof. Giorgio Assennato, che sia bene fare nuovi controlli, avendo a riferimento i dati ISPESL del 2007. Nella lunga intervista concessa alla Gazzetta del Mezzogiorno del 13 agosto, lo scienziato riconosce anche l’apporto positivo della società civile: “Le Istituzioni si stanno muovendo e lo stimolo viene dal basso. Se poi ci sono protocolli di ricerca, attivati o da attivare, per realizzare quello che gli ambientalisti e i cittadini chiedono in materia di controlli siamo, allora, sulla strada giusta”. E’ ben altra musica rispetto alle accuse di “allarmismi assolutamente ingiustificati” e di “sensazionalismo” che sono piovute addosso a PeaceLink solo perché ha “osato” rendere noti all’opinione pubblica i “dati fittizi” del registro INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e delle Sorgenti), peraltro comunicati dalle aziende al Ministero dell’Ambiente.
Il dott. Fabrizio Bianchi ha dichiarato alla Gazzetta che i dati che le aziende comunicano al registro INES, a cui PeaceLink ha fatto riferimento per lanciare l’attenzione sull’arsenico a Taranto, in genere non sono sovrastimati.
Su questo il dott. Bianchi è stato esplicito in maniera disarmante: “Sarebbe sciocco – ha dichiarato – da parte di una azienda dichiarare dati più alti rispetto alle emissioni inquinanti”.
E’ quello che tutti pensiamo. Ciò è confermato dalla vicenda diossina. Infatti l’Ilva dichiarava poco più di 90 grammi annui al registro INES mentre l’Arpa Puglia, misurazioni alla mano, ha valutato le emissioni di diossina in 172 grammi annui in condizioni di normale conduzione degli impianti.

Quindi PeaceLink ha fondati motivi di ritenere che in taluni casi i dati reali degli inquinanti immessi nell’aria e nelle acque di Taranto siano ancora più importanti dei dati di stima comunicati dall’Ilva al registro INES.

Facciamo proprio il caso dell’arsenico di cui si discute in questi giorni che preoccupa noi, il Sindaco e il Segretario generale di UILM Taranto ma che non sembra allarmare né Ilva, né Confindustria.
Bene. I dati INES, frutto di stime dell'Ilva, sono 1116 chili all'anno di arsenico Ilva per il 2006 (ultimo dato disponibile).
I dati dell’Arpa Puglia, frutto di misurazioni relative all’arsenico Ilva, sono questi per il 2007: 2650 chili all’anno.

Noi sappiamo che a ciascuna analisi eseguita dal laboratorio del Dipartimento di Taranto di ARPA Puglia corrisponde l’analisi fatta da Ilva nei propri laboratori accreditati.
Le analisi di verifica dell’Ilva, sempre del 2007, rivelano dati ancora più consistenti. Le analisi Ilva forniscono infatti valori di concentrazione lievemente inferiori per il canale 1 (0,0028 mg/litro) e più che doppi per il canale 2 (0,0022 mg/litro).
L'Arpa fornisce come portata oraria dei due canali i seguenti dati: 100.000.000 di litri/ora per il canale 1 e 45.000.000 di litri/ora per il canale 2.
Il che dà come valore complessivo di scarico annuo una quantità di 3320 chili di arsenico in mare (2453 kg per il canale 1 + 867 kg per il canale 2). Questo è il valore in kg/anno ricavato con i dati di laboratorio (rapporti di prova) dell'Ilva stessa. Tali dati sono stati reperiti su http://aia.minambiente.it
E’ mai possibile che le Autorità sanitarie, dal Sindaco, agli Assessori comunale, provinciale e regionale, all’Istituto Superiore di Sanità, al Ministro e al Ministero della salute continuino ad accettare come unico limite di emissione di elementi cancerogeni quello della “concentrazione” (milligrammi per litro) mentre la salute dei cittadini è compromessa dai quantitativi reali di veleni immessi nell’aria e nel mare, quantitativi direttamente correlati con i reali enormi flussi di massa annuali?
Usque tandem …?

Per PeaceLink A. Marescotti e B. De Marzo

PeaceLink lo ha calcolato partendo dalle analisi di laboratorio dell'Ilva: oltre tre tonnellate all'anno.......Leggi l'articolo e i dati dal sito Peacelink
Ecco quanto arsenico dell'Ilva finisce nel mare

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