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25 agosto 2011

Non solo inquinamento dell' Ilva: Taranto contro lo Stato?

Tratto da" La Voce dell'Emergenza"

Inquinamento: Taranto contro lo Stato?

Non solo Ilva: la storia della città racconta di un territorio martoriato. Ma oggi potrebbe arrivare il conto
La triste vicenda delle cozze inquinate conferma sostanzialmente un’ipotesi su cui la Provincia di Taranto sta lavorando dal 2009, con il contributo tecnico e legale degli avvocati Bonfrate e Leogrande: l’avvio delle procedure di richiesta di risarcimento allo Stato per disastro ambientale’. Lo dichiara in una nota Gianni Florido presidente della Provincia.

‘Era ed e’ del tutto evidente, infatti, che la centenaria presenza di opifici industriali nella citta’ – continua – abbia determinato una sedimentazione dei fattori inquinanti, fino ad un certo periodo storico incontrollata. Tale sedimentazione e i danni da essa provocati sono la diretta conseguenza di un uso subalterno e senza scrupoli del nostro mare, della nostra terra, della nostra aria.
Ecco perche’ la richiesta di risarcimento per disastro ambientale al Governo, cosi’ come nelle previsioni della normativa europea e dello stesso Codice dell’ambiente italiano, risulta assolutamente motivata’.

‘Nello specifico, non e’ superfluo ricordare – sottolinea Florido – che nel primo seno del mar Piccolo di Taranto vi e’ stata e ancora vi e’ una rilevante presenza industriale, militare e civile, il cui apice si e’ verificato negli anni di punta dell’arsenale e degli ex cantieri navali Tosi, prima privati, al servizio del ministero della Difesa e poi, a partire dal 1962, a gestione pubblica. Per altro verso, a produrre rilevanti danni per l’aria sono state le ingombranti presenze, tutte pubbliche, della vecchia Italsider, dell’Eni e della Cementir’.

OGGI – Florido auspica che “nell’incidente probatorio per la verifica dei danni correlati alla salute e all’ambiente nel procedimento penale riguardante il gruppo siderurgico Ilva, si aggiungano anche i danni correlati prodotti nel primo seno del mar piccolo, in coerenza alla nostra richiesta di risarcimento danni allo Stato.” Quello dell’Ilva è un tema caro ai tarantini e non solo, ma oggi sembra muoversi qualcosa in più. “Nella prossima riunione della Consulta per lo Sviluppo – continua il Presidente – gia’ fissata per il 29 agosto, proporro’ a tutti i soggetti istituzionali e sociali di unirsi a sostegno di questa procedura, anche con iniziative di mobilitazione. D’altra parte, appare del tutto offensivo che ogni volta che si procede alla ripartizione di fondi pubblici nazionali ed europei, la citta’ e la provincia di Taranto, cosi’ pesantemente colpiti da questi storici pesi ambientali, debbano sempre accontentarsi delle briciole. A beneficio di chi ha la memoria corta – sottolinea Florido – desidero inoltre ricordare che la Provincia di Taranto, insieme ai mitilicoltori e alle universita’ di Siena, La Sapienza di Roma e Cagliari, realizzo’ uno studio assai dettagliato sulle possibili modalita’ di disinquinamento del mar Piccolo. Nel mentre procedevamo con i lavori di approfondimento e di studio, coordinati dal professore Focardi, allora rettore dell’ateneo di Siena e di cui naturalmente conserviamo gli atti, con un colpo di spugna furono disimpegnati dagli organi regionali e nazionali i 26 milioni a sostegno di tale operazione.

Di qui l’invito a tenere alta la guardia nell’interesse della nostra comunita’ e a difesa della salute e dell’ambiente’, conclude il presidente della Provincia.
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Inquinamento dell’' aria e salute: la situazione in Italia


Pubblichiamo uno stralcio da Nature.it
di Valerio Pignatta

Tratto da Scienza e Conoscenza n. 36

.......Il Commissario UE per l’ambiente Janez Potočnik ha affermato nel maggio scorso che in Italia sono ancora troppe le città dove per ogni 10.000 abitanti muoiono più di 15 persone prematuramente a causa del particolato.

L’Italia, tuttavia, non si è mai adeguata alle direttive europee e il ministero dell’Ambiente non ha mai portato a termine un piano di risanamento nazionale della qualità dell’aria.


Sottili, sottilissime, onnipresenti: le polveri

Le Polveri sottili sono le nanoparticelle più incriminate per il danno che possono apportare alla salute umana. Si tratta di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro. È materiale costituito da fumo, polvere e microgocce di sostanze liquide che provengono da processi di combustione dei motori a scoppio o da impianti di riscaldamento, attività industriali, inceneritori,centrali a carbone, usura di pneumatici ecc.
Queste particelle restano sospese nell’aria e possono provocare asma, problemi cardiovascolari, cancro ai polmoni e morte prematura. Poca cosa.
L’anno scorso, l’oncologo membro dell’ISDE, Patrizia Gentilini, ricordava in una lettera aperta al presidente del Consiglio che i contaminanti ormai presenti costantemente in aria e acqua hanno raggiunto livelli disastrosi per la nostra salute. Come esempio, riportava quello della diossina.

Di contro a un limite per questa sostanza «che l’OMS raccomanda per gli adulti di 2 pg (pico grammi)/kg, un bambino di Brescia, residente nel sito contaminato della Caffaro ne ha assunto 1.200 pg/kg/die con il latte materno, a Taranto 400 pg e in Toscana, in prossimità di un inceneritore circa 80» . I dati di questo dramma sono assolutamente ufficiali ed è possibile visionarli nel sito nazionale dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (oggi ISPRA).
Un altro studio ufficiale è “EpiAir – Inquinamento e salute: sorveglianza epidemiologica e interventi di prevenzione”, coordinato dal prof. Francesco Forastiere del Dipartimento di epidemiologia dell’ASL Regione Lazio. Lo studio, condotto in 10 città sulla mortalità e i ricoveri della popolazione adulta per il periodo 2001-2005, conferma l’effetto immediato e rilevante di PM10, NO2 e O3 su tutte le cause di morte esaminate e in particolare sui bambini

Bel Paese, da incubo

....... Continuano a convivere in noi convinzioni legate a una percezione del Bel Paese che non è più.

Se si redigesse una mappa dell’inquinamento del nostro territorio nazionale andando a localizzare le tonnellate di rifiuti bruciati da tutti gli impianti presenti in Italia, i grandi agglomerati industriali (acciaierie, poli chimici ecc.), le centrali a carbone e geotermiche, credo avremmo grosse sorprese.

Ogni lembo di territorio ha ormai il suo ecomostro da combattere e in ogni zona è presente il relativo comitato di valenti oppositori che se ne occupa. Siamo in una società di Don Chisciotti consapevoli, inferociti nella loro battaglia a fronte di una massa inebetita dalle trasmissioni mediatiche tranquillizzanti che ricordano le pillole della felicità di Fahrenheit 451.......

È la situazione paradossale che l’essere umano si trova a vivere oggi. E come tutte le crisi questa rappresenta anche la nostra opportunità di riscatto e di creazione di un mondo migliore.

Migliore come mai l’abbiamo avuto, perché ora davvero la conoscenza è, per tutti, alla portata di un clic.

L'articolo integrale su Nature.it



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