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26 agosto 2011

Sporchi da morire - Filthy to the core



Sporchi da morire

DIFFICILMENTE LE NUOVE GENERAZIONI CI PERDONERANNO QUESTO SUICIDIO AMBIENTALE


Il progetto

Primafilm, distretto creativo e tecnologico indipendente, presenta una nuova grande sfida:

un viaggio nel mondo delle polveri sottili, delle nano-particelle e delle possibili alternative.

Il film-documentario nasce da alcune domande.

È vero che gli inceneritori fanno male?

Perché in Italia si continuano a costruire questi impianti mentre nel resto del mondo si stanno smantellando?

Quali sono i rischi concreti per la salute?

Quali sono i danni provocati dalle micro- e nano-particelle?

Quali sono le possibili alternative?


Con queste domande in testa è iniziata la ricerca online di Carlo Martigli, un viaggio virtuale che diventa reale, video presenti in rete si alternano improvvisamente ad esclusivi reportage realizzati in varie parti del mondo.

Sporchi da morire è il film-documentario che ci farà riflettere su un problema non solo nostro ma soprattutto dei nostri figli legato alle invisibili nanoparticelle da molti indicate come il più pericoloso strumento d'inquinamento del presente e del prossimo futuro.


"Se dunque è possibile evitare queste inutili e costose fabbriche di veleni senza il ricatto occupazionale, ma anzi creando lavoro e ricchezza, è facile capire perché non solo cittadini e comitati si sono mobilitati, ma anche centinaia di migliaia di medici in Europa - dal Consiglio Nazionale degli Ordini dei Medici Francese, ai Medici Irlandesi, alla Federazione degli Ordini dell' Emilia Romagna - sono scesi in campo per chiedere una moratoria sulla loro costruzione".

Vai al Sito Sporchi da Morire

Negli Stati Uniti d'America, invece, non si costruiscono più inceneritori dal 1996. Questo anche grazie alle battaglie di un grande nome della Scienza come Paul Connett, autorità mondiale nel campo della gestione dei rifiuti e teorico della strategia "Zero Rifiuti", che promuove l'attenzione per la gestione dei rifiuti, il riciclaggio e l'innesco di sistemi virtuosi dello smaltimento della spazzatura con delle precise strategie e dei tempi di risoluzione prefissati. A questa strategia stanno aderendo tante realtà nel mondo.


Leggi anche su Caffè news

È prevista per l’autunno di quest’anno l’uscita del docufilm “Sporchi da morire”(vedi anteprima) che denuncia i danni irreversibili dell’incenerimento dei rifiuti alla salute e all’ambiente. L’inchiesta nasce dall’urgenza di Carlo A. Martigli, scrittore e giornalista, di capire gli effetti dell’incenerimento nel lungo periodo, andando oltre i confini dell’Italia.
Il progetto, di respiro internazionale, è stato realizzato da Marco Carlucci, filmmaker indipendente, già noto per “Il punto rosso”, e con la collaborazione di numerosi specialisti, tra cui
il professor Paul Connett, teorico della strategia “Zero Rifiuti”; il dott. Stefano Montanari e la dott.ssa Antonietta Gatti, esperti e scopritori delle nano-particelle; la dott.ssa Patrizia Gentilini, oncologa e membro dell’Associazione Medici per l’Ambiente; il biologo prof. Gianni Tamino; dott. Valerio Gennaro medico oncologo epidemiologo ISDE Italia; il dott. Federico Valerio Responsabile Chimica Ambientale IST di Genova; i sindaci delle città virtuose della Silicon Valley, Palo Alto, Barkeley; il sindaco di San Franciso Gavin Newson...

- Tutto si crea e nulla si distrugge-
Questa è la grande legge che dovrebbe guidare qualsiasi processo di smaltimento dei rifiuti, ma in Italia l’incenerimento è una delle pietre miliari su cui si ergono i piani di gestione dell’immondizia. In Italia le aziende esercenti gli inceneritori rivendono a prezzo maggiorato l’energia elettrica prodotta, rivalendosi direttamente sui consumatori. Il Cip6 è il prezzo insulso di quest’affare, che assimila l’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti a quella derivata da fonti rinnovabili. Com’è la situazione lontano dal Belpaese?...
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Riportiamo a termine di questo post sugli "inceneritori" un nostro grido d'allarme del 5 novembre 2009 che riportiamo integralmente poichè la possibilità di bruciare CDR nelle centrali a carbone incombe sempre sulla nostra già martoriata ITALIA......e sui territori su cui insistono centrali a carbone.( BRINDISI , CENTRALE DI CERANO DOCET)


2009/11/05 "Centrali a Carbone e cdr "



Vorremmo fare fare una piccola puntualizzazione su due articoli tratti da Nocoke di Brindisi,da noi appena pubblicati che secondo noi sono di basilare importanza ed avrebbero bisogno certamente di una lettura approffondita perchè sono un brutto presagio di quello che potrebbe stare dietro l'angolo delle centrali a carbone .
E' giusto che i cittadini a Taranto ,come a Civitavecchia e a Savona e in tutti i siti dove sono locate" centrali a carbone "sappiano cosa ci potrebbe riservare il futuro e si organizzino per far comprendere alle istituzioni che il territorio non è d'accordo con simili forme di smaltimento di rifiuti,che non tengono assolutamente in considerazione la nostra salute ed il futuro dei nostri territori.
Siamo noi che dobbiamo richiedere a chi di competenza un serio potenziamento della raccolta differenziata e del riciclo che sono sicuramente anche un volano per lo sviluppo, poichè creano occupazione, ma primariamente sono l'unico mezzo valido per tenere nella debita considerazione i futuri dei nostri territori.
2009/11/01 "Comunicato Stampa Dei "No Coke di Brindisi " sulle Convenzioni e sul Cdr
2009/11/04 Nocoke di Brindisi:Bozza di convenzione
Tratto da Nocoke Di Brindisi

Ma l’elemento più inquietante e che potenzialmente potrà aggravare la drammatica situazione ambientale e soprattutto sanitaria a danno di tutti è la possibilità di poter bruciare all’interno di Cerano 70.000 tonnellate di CDR, ovvero combustibile da rifiuti.
La combustione dei rifiuti produrrà DIOSSINE, FURANI ed IPA sostanze altamente tossiche e cancerogene per l’uomo.
E gli effetti negativi non terminano qui.

Consentendo infatti ai territori della provincia che conferiscono i propri rifiuti alle Ato BR/1 e BR/2 di chiudere il ciclo degli stessi bruciandoli,si inibirà il potenziamento della raccolta differenziata e del riciclo che può essere un volano per lo sviluppo, creando occupazione.

La bozza del protocollo d'intesa da quì al 2019 tra la Regione Puglia, il Comune di Brindisi ed Enel prevede tra i vari punti LO SVILUPPO DI PROGRAMMI FINALIZZATI ALLA RIDUZIONE DEL RILASCIO DI CO2 IN ATMOSFERA ATTRAVERSO IMPIEGO SOSTITUTIVO DI FONTI RINNOVABILI, FORESTAZIONE, AGRITERMIA E
"COMBUSTIONE DI CDR IN CENTRALE".
CDR sta per COMBUSTIBILE DA RIFIUTI(Da Ricordare Bene)

La combustione combinata di carbone e CDR in grossi impianti tradizionali già esistenti è di particolare interesse, per la possibilità di utilizzare minori quantità di combustibile fossile.

Alcuni aspetti che richiedono particolari attenzioni:

1. la pezzatura del CDR influisce nella percentuale di incombusti nelle ceneri pesanti
2. la concentrazione di cloro e la presenza di composti metallici e alogenati nel CDR possono causare maggiori rischi di corrosione e sporcamento
3. per quanto concerne le emissioni in atmosfera, alcuni composti sono maggiori (ad esempio HCl e HF), altre diminuiscono (ad esempio SO2 e particolato solido)

E’ dimostrato da studi del Ministero dell’Ambiente che con il CDR in centrali a carbone (trattandosi di impianti “non dedicati” ai rifiuti) si producono più diossine, furani e metalli pesanti, come “nanopolveri” che sfuggono ai sistemi di filtraggio, di quelli che vengono emessi dai “famigerati” inceneritori.

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Sta a noi cittadini decidere se è giunto il momento , terminata la tattica dello struzzo, di aprire finalmente gli occhi ,e dare un segno tangibile che siamo cresciuti ed non siamo disposti a scendere a compromessi e che vogliamo che siano tenuti nella massima considerazione il futuro dei nostri territori e dei nostri figli .
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