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Rinnovabili, i calcoli di Legambiente
"In bolletta pesano solo per il 10%"
L'associazione ha preso in esame la spesa media di una famiglia con un contratto in fascia protetta da 3Kw, pari a 494 euro l'anno. E ne è venuto fuori che il 59,5% va per la produzione in centrali a metano, petrolio e carbone. Gli aumenti non sono quindi colpa degli incentivi per fotovoltaico, eolico, biomasse
di ANTONIO CIANCIULLO
Le fonti rinnovabili frenano il caos climatico, tolgono di
mezzo un po' di smog, evitano le sanzioni europee e producono fatturato
facendo crescere l'occupazione. Ma, afferma l'Autorità per l'energia,
rappresentano una voce di costo in preoccupante aumento. Per misurare il
peso di questa preoccupazione Legambiente ha passato ai raggi x una
bolletta da 494 euro l'anno, la media di una famiglia con un contratto
in fascia protetta da 3Kw.
La prima sorpresa è venuta da questo
primo scorcio del 2012. Dall'inizio dell'anno l'aumento del prezzo del
petrolio ha prodotto - nota Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente -
un aumento di 49 euro sulla bolletta media, mentre neppure un euro di
aumento è stato finora imputato a carico delle rinnovabili. Nei prossimi
mesi c'è da attendersi uno scatto di 20 euro per le rinnovabili, ma non
è da escludere una nuova crescita anche della quota da petrolio.
Forse
il problema riguarda il passato, la bolletta così come si è andata
strutturando negli anni? Vediamo. Il 59,5% di ciò che paghiamo va a
compensare l'energia prodotta dalle centrali a metano, petrolio e
carbone (sono escluse da questa voce le rinnovabili). Per questa parte
della bolletta è significativo l'aumento del gas: più 40% dal 2010.
Poi
c'è un 14% destinato ai servizi di rete: dalla distribuzione alle
misurazioni. Il 13,5% sono tasse e Iva sui beni e servizi (Iva che si
paga anche sugli incentivi sebbene non siano né beni né servizi). Un
altro 13% va a imprecisati oneri generali di sistema.
Infine
arriviamo agli incentivi per le rinnovabili: sono il 10% per
fotovoltaico, eolico, biomasse. Mentre un altro 2% va al Cip6: si tratta
delle fonti ufficialmente "assimilabili alle rinnovabili", ma in realtà
questa voce copre gli aiuti destinati a raffinerie, inceneritori,
acciaierie, impianti a carbone. A chiudere, un altro 1,2% va al nucleare
(ricerca e smantellamento delle vecchie centrali).
"Da questi
numeri risulta evidente che imputare alle rinnovabili la colpa degli
aumenti delle bolletta significa prendersela con un falso bersaglio",
commenta il senatore del Pd Francesco Ferrante. "Per far risparmiare le
famiglie, senza bloccare di colpo il meccanismo degli incentivi facendo
crollare un intero settore produttivo e aumentando la disoccupazione, la
strada è un'altra. Bisogna eliminare dalle bollette elettriche i 4
miliardi di euro l'anno che paghiamo per gli oneri impropri e per l'Iva
ingiustamente conteggiata. E rendere più flessibile la rete per evitare
gli sprechi che oggi incidono pesantemente sul costo dell'energia".
Il
bilancio dell'investimento sulle rinnovabili va considerato, come tutti
gli investimenti, nel medio periodo. Secondo lo studio dell'istituto
Althesys, il calcolo costi-benefici per i soldi spesi in energia pulita
dà un beneficio economico netto al 2030 che arriva a 37 miliardi. A
patto di portare a termine il percorso: se si interrompesse a metà -
cioè prima di raggiungere nel giro di pochi anni la grid parity -
resterebbero gli oneri e si perderebbe il beneficio prodotto dalla
creazione di un sistema produttivo nazionale.
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Rinnovabili: WWF mantenere incentivi per decarbonizzare l'Italia
Cittadini
e imprese 'pagano' l'assenza di un piano industriale e di una
programmazione energetica, danni ad ambiente e salute di centrali a
carbone e a olio combustibile. Le cifre del lavoro in Germania: 340mila
addetti nelle rinnovabili contro 50mila del carbone. Alcuni 'pesi' in
bolletta: il nucleare di 25 anni fa e le accise sulla benzina per la
guerra di Abissinia.
"Gli incentivi per le rinnovabili vanno mantenuti e modulati sull'esigenza di tagliare (fino all'eliminazione completa) le emissioni di CO2
e di sviluppare l'economia del futuro, cioè la 'Green Economy', in
Italia, non certo sulla necessità di tappare le falle di un sistema
energetico distorto basato sui combustibili fossili". Questo l'appello
del WWF Italia
"Ma la collettività non può farsi carico di questi errori, già paghiamo
tutti l'assenza di un piano industriale che sostenga lo sviluppo dell'efficienza energetica e delle rinnovabili, per non parlare dei danni ambientali e alla salute che molti degli impianti convenzionali, in primis le centrali a carbone e a olio combustibile, producono.
Tratto da Tribuna economica
Futuro roseo per l’energia rinnovabile in Germania
Nei prossimi otto anni la Germania pianifica di riuscire a ricavare il
35% (il 15% in più di oggi) dell’energia di cui necessita il paese da
fonti rinnovabili. Nel 2030 tale quota dovrebbe salire al 50%. Per poter
realisticamente ridurre la dipendenza energetica da fonti non rinnovabili e riuscire a sfruttare al meglio le tecnologie eoliche e solari è necessario non solo aumentare quantitativamente gli impianti di produzione di energia rinnovabile, ma bisogna essere anche in grado di poter creare riserve di tale energia. Il punto in questione è molto semplice: mentre la quantità di energia prodotta da fonti convenzionali è prevedibile con ampio anticipo, lo stesso non vale per l’energia proveniente da fonti alternative, che è sempre dipendente dalle condizioni metereologiche. Per questo motivo è importante e necessario riuscire a immagazzinare la maggiore produzione di alcuni periodi dell’anno per poterla poi sfruttare nel momento in cui la produzione non riesce a soddisfare il fabbisogno nazionale. Obiettivo è di riuscire a trovare un equilibrio tra domanda e offerta di energia. Per realizzare tale progetto il Governo intende attrare investimenti sostanziosi in accumulatori di energia nel più prossimo futuro tramite prestiti agevolati presso la KfW (Banca per lo sviluppo). (ICE BERLINO)
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