No al Carbone sull'archiviazione della denuncia di Enel
I dirigenti Enel indagati per omicidio, noi per aver sporcato la loro immagine
Apprendiamo dalla stampa che il PM Milto De Nozza
ha chiesto l’archiviazione in merito alla denuncia effettuata dal
dirigente Enel Ascione contro il movimento No al Carbone reo secondo il
dirigente Enel di aver offuscato, con cartelloni e lettere ad artisti
ingaggiati per addomesticare la popolazione con concertini nella
centrale, l’immagine della multinazionale dell’Energia.
Una denuncia che ha portato alcuni di noi , Riccardo Rossi e Daniele Pomes ad essere interrogati in Procura come persone informate sui fatti, dopo aver ricevuto , anche sul posto di lavoro, un avviso a recarsi in Procura.
Una denuncia con la quale si è tentato di intimidire e fermare un movimento nato per difendere il nostro territorio dall’aggressione del carbone e dagli interessi miliardari che la sostengono.
Come ha ben ricordato il giudice De Nozza, nella richiesta di archiviazione, il diritto di critica è sancito dalla Costituzione così come aggiungiamo noi il diritto alla salute, al lavoro senza ricatti, a vivere in un ambiente non degradato.
Ma oggi, in una sorta di nemesi storica, chi ci ha denunciato come Ascione è oggi sotto inchiesta insieme ad altri dirigenti Enel per le dispersioni di polvere di carbone dovute al carbonile scoperto in cui si stoccano 750 mila tonnellate di carbone a cielo aperto.
E sempre sotto inchiesta vi sono quattro dirigenti Enel indagati per omicidio colposo e lesioni colpose relativamente a leucemie e neoplasie contratte da contadini residenti nei pressi della centrale.
Questa è la verità: loro indagati per omicidio noi per aver sporcato la loro immagine. Sappiano questi signori che le lotte non si arrestano.
COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE
Una denuncia che ha portato alcuni di noi , Riccardo Rossi e Daniele Pomes ad essere interrogati in Procura come persone informate sui fatti, dopo aver ricevuto , anche sul posto di lavoro, un avviso a recarsi in Procura.
Una denuncia con la quale si è tentato di intimidire e fermare un movimento nato per difendere il nostro territorio dall’aggressione del carbone e dagli interessi miliardari che la sostengono.
Come ha ben ricordato il giudice De Nozza, nella richiesta di archiviazione, il diritto di critica è sancito dalla Costituzione così come aggiungiamo noi il diritto alla salute, al lavoro senza ricatti, a vivere in un ambiente non degradato.
Ma oggi, in una sorta di nemesi storica, chi ci ha denunciato come Ascione è oggi sotto inchiesta insieme ad altri dirigenti Enel per le dispersioni di polvere di carbone dovute al carbonile scoperto in cui si stoccano 750 mila tonnellate di carbone a cielo aperto.
E sempre sotto inchiesta vi sono quattro dirigenti Enel indagati per omicidio colposo e lesioni colpose relativamente a leucemie e neoplasie contratte da contadini residenti nei pressi della centrale.
Questa è la verità: loro indagati per omicidio noi per aver sporcato la loro immagine. Sappiano questi signori che le lotte non si arrestano.
COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE
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