Tratto da Qualenergia
Caro-energia? Colpa delle fossili, non delle rinnovabili
In 10 anni la spesa delle famiglie per
l’elettricità è cresciuta del 52,5%. Ma ad aumentare di più in bolletta è
stata la componente energia, legata all'andamento del prezzo del
petrolio. Fa spendere in media 187,36 euro in più a famiglia rispetto al
2002. Un mini dossier di Legambiente. Ma non era tutta colpa dello
sviluppo delle rinnovabili?
28 maggio 2012
Telegiornali e quotidiani lo hanno
raccontato con grande enfasi negli ultimi due mesi: “Ancora aumenti
nelle bollette elettriche a causa delle rinnovabili!” e per chiarire le responsabilità:
“Il fotovoltaico e le altre tecnologie pulite pesano troppo nella spesa
delle famiglie”. Infine la soluzione proposta dal Ministro Passera:
“Intervenire sugli incentivi perché costano troppo” e da qui la proposta
dei nuovi Decreti che potrebbero stroncare la crescita delle energie
pulite.
Ma è davvero così? Veramente
si devono fermare le rinnovabili per salvaguardare le famiglie e le
aziende dagli aumenti in bolletta? E in questi anni gli aumenti
dipendono dalle energie pulite? Sono le domande cui Legambiente
cerca di rispondere nel suo ultimo mini-dossier sulle bollette (vedi
allegato, pdf). Arrivando a una conclusione ben diversa da quanto
abbiamo letto troppo spesso sulla stampa generalista: la responsabilità
principale del caro-energia che abbiamo vissuto in questi ultimi anni
non è delle energie pulite ma, al contrario, della dipendenza da fonti fossili che importiamo dall’estero.
Secondo
i dati dell’Autorità per l’energia, la spesa annua della famiglia tipo
per l’elettricità è passata da 338,43 euro nel 2002 a 515,31 Euro nel
2012. Ossia 176,88 Euro in più a famiglia e un aumento
del 52,5%. Questo aumento impressionante ha una spiegazione che
conosciamo da tempo – si legge nel documento - "la dipendenza nella
produzione di energia da fonti fossili che importiamo dall’estero, che
ci fa essere un Paese in balia degli eventi che accadono intorno al
prezzo del greggio tra conflitti, speculazioni, interessi delle
imprese".
Nelle bollette delle famiglie la troviamo alla voce “energia e approvvigionamento”,
ossia i servizi di vendita che comprendono l’importazione di fonti
fossili e la produzione in centrali termoelettriche. Bene, nelle
bollette questa voce legata all’andamento del prezzo del petrolio negli
ultimi 10 anni è semplicemente decollata, passando da 106,06 euro a
293,96. Esattamente 187,36 Euro in più a famiglia con un aumento del 177,2%.
I
motivi? È vero - come potrebbe osservare qualcuno - che su quella voce
pesano anche gli oneri d'acquisto di permessi a emettere e certificati
verdi sostenuti dai produttori di energia convenzionale, ma il loro peso
è veramente minimo ed è chiaro che il grosso è dovuto all'andamento del prezzo dei combustibili fossili,
e soprattutto del gas nel nostro Paese. Del resto, fa notare il
documento, siamo un Paese che importa il 97% del petrolio, gas e carbone
e che non dispone di significativi giacimenti. Come mostrano bene i
grafici elaborati dall’associazione ambientalista, infatti, l’aumento
delle bollette delle famiglie segue esattamente l’andamento della voce
“energia e approvvigionamento”, che a sua volta segue il prezzo del
petrolio (cui è agganciato il prezzo del gas).
Ovviamente è cresciuto anche il costo delle fonti pulite.
Secondo i dati aggiornati dell’Autorità per l’energia, in questo mese
di maggio si può stimare una spesa annua in bolletta legata alle fonti
rinnovabili di 67 euro, pari al 13,1% dei complessivi 515 euro che mediamente paga una famiglia italiana.
“Va
tenuto d’occhio anche questo aumento – commenta Edoardo Zanchini, vice
presidente di Legambiente – ma è uno strabismo e una chiara ipocrisia
lanciare allarmi sulle rinnovabili ignorando l’87% della bolletta e le
ragioni degli aumenti di questi anni. Se si vuole veramente aiutare le
famiglie e le imprese, occorre ridurre la dipendenza dalle fonti fossili
e dall’estero e premiare, invece, gli investimenti in efficienza
energetica e sviluppo delle rinnovabili. Oltre a fare in modo che il
mercato dell’elettricità funzioni veramente, verificando che la
concorrenza nell’offerta ci sia veramente e premiando le tecnologie più
efficienti”.
Legambiente chiede alle
Regioni – che mercoledì saranno riunite in conferenza proprio per
discutere dei Decreti del Governo - di battersi per evitare che si fermi
lo sviluppo del solare, dell’eolico e delle altre rinnovabili. Infatti,
per ridurre le bollette elettriche, secondo l’associazione
ambientalista, la prima cosa da fare è proprio continuare nello sviluppo delle rinnovabili.
Perché produrre energia rinnovabile da sole, vento, biomasse, acqua,
geotermia permette di sostituire importazioni e produzione da fonti
fossili.
Il secondo passo - raccomanda Legambiente - è fare pulizia tra le voci che concorrono a formare il costo in bolletta.
Un esempio sono i diversi oneri che si sommano nella voce “oneri
generali di sistema” per la messa in sicurezza dei siti nucleari, per i
regimi tariffari speciali alle Ferrovie, ma anche tutti i sussidi legati
alle fonti “assimiliate” e quindi inceneritori e raffinerie. Il terzo
intervento necessario riguarda la garanzia di una vera concorrenza nel
mercato elettrico, in modo da controllare ed evitare cartelli sui
prezzi. Infine, occorre premiare i risparmi realizzati da aziende e
famiglie.
Il dossier di Legambiente (pdf)
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Tratto da Zeroemission
"Il nostro obiettivo è quello di avere dal 2013
sessantamila nuovi occupati tra i giovani laureati sotto i 30 anni che possano
portare un contributo attivo allo sviluppo di settori di punta presenti nel
nostro sistema industriale e anche generare valore aggiunto per competere
nell'economia globale". Lo ha detto il
ministro dell'Ambiente Corrado Clini nel corso dell'Intervista a Maria
Latella su Sky. ......
"Negli ultimi due anni - ha poi detto il Ministro circa l'impiego
delle risorse - i nuovi occupati,
soltanto nel settore delle fonti rinnovabili e sono prevalentemente giovani,
sono 120 mila. Questo è un settore che è ancora in grado di assorbire nuova
occupazione soprattutto nella produzione e nello sviluppo di nuove tecnologie
avanzate. Abbiamo delle eccellenze nel nostro Paese che ci sono invidiate a
livello internazionale, in particolare, nelle tecnologie del solare e del geotermico
e giá questi due settori potrebbero assorbire una parte importante.
Leggi l'articolo integrale
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Tratto da Zeroemission
Clini: "60 mila posti di lavoro nel settore ambientale"
Lunedì, 28 Maggio 2012
Il Ministro dell'Ambiente :"Stiamo lavorando ad un programma straordinario per
l'occupazione giovanile nei settori delle tecnologie sostenibili"
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