CENTRALE ENEL PORTO TOLLE (ROVIGO)
No alle pressioni sui giudici del Consiglio di Stato
OGGI 22 MAGGIO, il Consiglio di Stato emetterà la sentenza sulla regolarità dell'iter autorizzativo per la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. Per l'occasione, i sindacati dei lavoratori hanno organizzato una manifestazione in piazza Farnese (leggi articolo) a Roma. Il coordinatore di Fds Lorenzo Feltrin critica la manifestazione ritenendo che sia una forma di pressione sulla magistratura
Porto
Tolle (Ro) – Oramai tutti si chiedono se il 22 maggio sarà o meno il
giorno della verità per la riconversione a carbone della centrale di
Porto Tolle, dopo gli ultimi rinvii .
Lavoratori e una parte del mondo dei sindacati saranno a Roma in piazza Farnese
(leggi articolo),
in attesa che il Consiglio di Stato emetta il giudizio di ottemperanza,
richiesta dall'avvocatura dello Stato, visto che il collegio ha
decretato l'illegittimità della valutazione di impatto ambientale che
dava parere positivo alla riconversione a carbone della centrale Enel di
Polesine Camerini.
La posizione della Federazione della sinistra provinciale è chiara: no
al carbone, come ricordato dal coordinatore Lorenzo Feltrin: “Tuttavia
né il nostro partito, né i comitati e le associazioni ambientaliste
hanno intrapreso alcuna forma di pressione sul Consiglio di Stato –
attacca – e questo perché compito di tale organo è unicamente quello di
valutare se le autorizzazioni date rispettano le normative italiane ed
europee.
Trovo assolutamente inquietante che vi sia invece chi cerca di
fare pressione sulla magistratura come se fosse un organo politico o di rappresentanza”.
Un pericolo per la democrazia se la magistratura prendesse le proprie
decisioni “sulla base di lobbies politiche e imprenditoriali”, ha
ricordato Feltrin, dato che porrebbe fine all'uguaglianza dei cittadini
di fronte alla legge.
Nella sentenza di primo grado, spiega il coordinatore, già è stato
denunciato il “clima di controllo esercitato da Enel sulla politica e la
società locale.
Addirittura il consiglio regionale ha cambiato una legge per assecondare la realizzazione di quel mega inceneritore di carbone nella zona umida più bella e importante d'Europa.
Addirittura il Comune di Porto Tolle esita a costituirsi parte civile
contro chi è accusato di aver consapevolmente danneggiato la salute di
migliaia di propri cittadini”; denunciando anche l'autorizzazione del
ministero dell'ambiente (quella poi considerata illegittima) ottenuta in
violazione alle normative italiane e comunitarie.
“Se una multinazionale come Enel – continua Feltrin – o chiunque altro
dovesse riuscire a influenzare anche il Consiglio di Stato credo proprio
che potremmo anche gettare la nostra Costituzione nelle caldaie di
Polesine Camerini.
Se l'autorizzazione alla riconversione è stata data
senza rispettare le norme a tutela dell'ambiente e della salute deve
essere revocata. In caso contrario Enel avrà le carte in regola per
poter continuare a riempire di inquinamento l'acqua e l'aria del Delta
del Po. Punto”.
L'invito è di lasciare lavorare i giudici, invitando sindaci ed imprenditori a fare la stessa cosa
“e che invece di andare a manifestare davanti alla Magistratura e
criticare il Parco che loro stessi hanno contribuito ad affossare,
lavorassero per trasformare il Parco in quello che in tutto il resto del
mondo i parchi sono: una grande opportunità di sviluppo economico e
sociale compatibile con l'ambiente”.
Nicola Cappello
21 maggio 2012
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