Tratto da QualEnergia
I sussidi alle fonti fossili e la soglia dei 2 gradi
Secondo Fatih Birol dell’International
Energy Agency, il motivo per cui le emissioni di CO2 sono in continua
crescita a livello mondiale è da ricercare nei sussidi alle fonti
fossili: 630 miliardi di $ nel 2012. La IEA chiede di tagliarli subito e
di investire nella riduzione dei gas serra. Contenere la temperatura
sotto i 2 °C è ormai un'impresa.
La
lotta al cambiamento climatico non richiede unicamente l’adozione di
nuove politiche, ma anche la riforma di alcune già esistenti, in modo da
fornire il corretto segnale di prezzo del danno ambientale generato
dalle emissioni di gas a effetto serra ai mercati. Le misure di supporto
ai combustibili fossili sono un chiaro esempio di quanto questa seconda
linea di azione sia importante. Come indicato nel rapporto Green Growth Studies: Energy, dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), nel
2009 la dipendenza dai combustibili fossili del sistema energetico
mondiale ha prodotto l’84% delle emissioni di gas a effetto serra.
Considerando la crescita di domanda energetica e popolazione trainata
dalle economie emergenti, appare fondamentale modificare le attuali
traiettorie di produzione e consumo.
“Il motivo principale per cui le emissioni di CO2 sono in continua crescita a livello mondiale è da ricercare nei sussidi alle fonti fossili”. A dirlo è Fatih Birol,
capo economista dell’International Energy Agency, un’evidenza che viene
stressata nuovamente dall’Agenzia con dati più aggiornati. Nel 2012,
spiega la IEA, saranno spesi 630 miliardi di dollari di
sussidi alle fonti fossili, pari a circa lo 0,7% del Pil mondiale.......
Secondo la IEA ora è
necessario fare pressione sui Governi per tagliare gradualmente i
sussidi. Eliminarli entro il 2020 significherebbe ridurre la domanda di
energia mondiale del 4% e di conseguenza ridurre la crescita delle
emissioni di gas serra. .Leggi l'articolo integrale
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Clini: "Incentivi fonti fossili 6 volte più che alle rinnovabili"
Giovedì, 19 Aprile 2012 | Energia
Nel mondo il fossile è incentivato molto di
più rispetto alle fonti di energia pulita. Ne ha parlato il Ministro
Clini alla presentazione dell'ultimo Rapporto energia e ambiente
dell'Enea
Clini: "Incentivi fonti fossili 6 volte più che alle rinnovabili"
Fonti fossili contro fonti rinnovabili 6 a 1: sul fronte degli
incentivi. Mentre in Italia è alto il dibattito sul peso degli incentivi alle
fonti rinnovabili, troppo rilevanti e costosi secondo alcuni, ecco che si
scopre che le fonti fossili, fanno il pieno di denari pubblici. Alle fonti
fossili sono andati, infatti, incentivi per 400 miliardi di dollari nel 2010
contro i 66 miliardi di dollari di incentivi per le fonti rinnovabili. Ne ha parlato
Corrado Clini, ministro dell'Ambiente,
nel corso della presentazione del rapporto Energia e ambiente di Enea. Lo ha
segnalato anche Fatih Birol,
responsabile Elaborazione strategie per l'Agenzia internazionale dell'energia,
in occasione del Major economies forum on energy and climate di Roma. "Il
ruolo dei sussidi ai combustibili fossili è molto importante nelle economie di
Paesi al di fuori dell'Unione europea, ma anche all'interno dell'Ue", ha spiegato
Clini. Si verifica quindi, a causa degli aiuti ai fossili, una vera e propria
"distorsione nel mercato dell'energia - ha affermato Clini - e come
giustamente ha ricordato Birol, anche se l'Ue ha politiche che sostanzialmente
sono diverse da quelle di altri paesi extraeuropei che invece hanno incentivi
importanti per i combustibili fossili, è però evidente che sul prezzo finale
dei combustibili fossili nel mercato globale dell'energia pesano molto questi
incentivi. Aiuti al livello monstre di 400 miliardi di
dollari nel 2010 contro i 66 miliardi di dollari di incentivi per le fonti
rinnovabili - ha avvertito Clini. -
E
questo fa una certa impressione, considerando la discussione che abbiamo a
livello nazionale sugli incentivi alle fonti rinnovabili". (s.f.)
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