Tratto da Il Cambiamento
Taranto, l’Ilva fa ricorso contro la riapertura dell'Aia
Pronto il ricorso dell’Ilva di Taranto al Tar, per impedire la riapertura dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA), voluta da Corrado Clini, nuovo titolare del Ministero dell’Ambiente. L’assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, ha già precisato che la Regione si costituirà in giudizio contro la proposizione dell’azienda.
di Matteo Marini - 30 Maggio 2012
L'Ilva di Taranto vuole presentare ricorso al Tar per impedire la riapertura dell’autorizzazione integrata ambientale voluta da Corrado Clini
L’assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, ha già precisato che la Regione si costituirà in giudizio contro la proposizione dell’Ilva, motivando così la scelta: “ben consapevoli che l’azienda stia esercitando un proprio diritto, non possiamo che tutelare in tutte le sedi opportune le istanze relative alla salute dei cittadini e alla qualità dell’ambiente, stigmatizzando un atteggiamento che appare oggi più che mai pretestuoso nella misura in cui tenta di sottrarsi al confronto tecnico, nelle sedi istituzionali, mentre si va delineando il piano di risanamento per l’area di Taranto”.
Il "ripensamento del Ministero", era stato provocato dalle reazioni alle due perizie, chimica ed epidemiologica, inserite nell’incidente probatorio del procedimento avviato dalla procura di Taranto per disastro ambientale a carico dei vertici dell’Ilva. Il dicastero di Via Cristoforo Colombo, cita – a supporto della sua riflessione – anche il fatto che era stata varata la direttiva 75 del 2010 su Bat (Indice sintetico bilancio ambientale territoriale, ndr) più stringenti e le aziende erano tenute ad adeguarsi.......
Anche Legambiente si fa sentire: “L’Ilva dovrebbe mettersi d’accordo con se stessa, da una parte ricorre al TAR contro la 'vecchia' AIA chiedendo la rimozione di alcune delle poche misure rigorose contenute in quella autorizzazione da noi già ritenuta del tutto insufficiente e inadeguata ad affrontare il carico inquinante che il siderurgico riversa sulla città di Taranto; dall’altro ricorre contro l’ipotesi di una nuova AIA di cui non si conoscono ancora né i contenuti, né le linee guida e gli eventuali cambiamenti rispetto alla vecchia autorizzazione. Il tutto mentre la città è letteralmente inondata da messaggi pubblicitari tesi a evidenziare l’impegno contro l’inquinamento di un’azienda che, da 3 anni, nei propri Rapporti sull’ambiente e la sicurezza propaganda i propri investimenti (sempre gli stessi nei 3 rapporti 2009, 2010 e 2011) per l’ambientalizzazione degli impianti tarantini”.
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