Tratto da Noalcarbone
04 luglio 2012
Contro la censura di Enel non siamo soli
A volte dire la verità può essere un'attività rischiosa, che comporta conseguenze o problemi veri e propri. E, tuttavia, dire la verità rimane - a maggior ragione - un imperativo, un'esigenza imprescindibile.
Questo pensiamo oggi: che nella campagna contro Enel - il più grande consumatore di carbone in Italia, il più grande emettitore di gas serra del Paese, il quarto in Europa - abbiamo raccontato un pezzo di verità di cui è impossibile pentirsi o disfarsi facilmente.
Anche se Enel ci ha portato in tribunale, accusandoci di diffamazione e chiedendo l'oscuramento della nostra campagna. Anche se a questa prima citazione in giudizio seguirà una richiesta economica di indennizzo, che potrebbe essere milionaria. Sono questi i mezzi che usa la famosa "energia che ti ascolta": già li conoscevamo e non ci hanno mai fermati.
Non ci fermeranno neppure questa volta, continueremo comunque, e fin quando ve ne sarà bisogno, a "Fare Luce su Enel". Lo ricordiamo ancora: la sua produzione termoelettrica col carbone è causa, in Italia, di una morte prematura al giorno e di circa 2 miliardi di euro di danni l'anno; se estendiamo l'analisi a tutta l'Europa, il carbone Enel costa quasi 1.100 morti premature l'anno e danni per 4,3 miliardi di euro.
Enel non sopporta le contestazioni, le proteste, le critiche. Tanto meno quando si fanno severe. Enel vuol censurare Greenpeace. Si illude di poter zittire la nostra voce, di cancellare la verità sul suo conto portata alla luce in questi mesi.
Intanto, in questi giorni, molti cittadini ci hanno espresso solidarietà. Li ringraziamo così, con queste parole, perché le loro testimonianze e i loro incoraggiamenti ci danno forza. E ringraziamo anche Enrico Panini, Segretario Confederale della CGIL, i senatori Francesco Ferrante e Roberto Della Seta del PD, l'eurodeputato dell'Italia dei Valori Andrea Zanoni, così come Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, e Maria Grazia Midulla del WWF Italia. E Monica Frassoni, presidente del Partito Verde Europeo, che sta predisponendo un'interrogazione all'Unione su questo caso.
Grazie a tutti voi. Noi andiamo avanti, ricordando un prezioso insegnamento di Gandhi: "Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci."
Questo pensiamo oggi: che nella campagna contro Enel - il più grande consumatore di carbone in Italia, il più grande emettitore di gas serra del Paese, il quarto in Europa - abbiamo raccontato un pezzo di verità di cui è impossibile pentirsi o disfarsi facilmente.
Anche se Enel ci ha portato in tribunale, accusandoci di diffamazione e chiedendo l'oscuramento della nostra campagna. Anche se a questa prima citazione in giudizio seguirà una richiesta economica di indennizzo, che potrebbe essere milionaria. Sono questi i mezzi che usa la famosa "energia che ti ascolta": già li conoscevamo e non ci hanno mai fermati.
Non ci fermeranno neppure questa volta, continueremo comunque, e fin quando ve ne sarà bisogno, a "Fare Luce su Enel". Lo ricordiamo ancora: la sua produzione termoelettrica col carbone è causa, in Italia, di una morte prematura al giorno e di circa 2 miliardi di euro di danni l'anno; se estendiamo l'analisi a tutta l'Europa, il carbone Enel costa quasi 1.100 morti premature l'anno e danni per 4,3 miliardi di euro.
Enel non sopporta le contestazioni, le proteste, le critiche. Tanto meno quando si fanno severe. Enel vuol censurare Greenpeace. Si illude di poter zittire la nostra voce, di cancellare la verità sul suo conto portata alla luce in questi mesi.
Intanto, in questi giorni, molti cittadini ci hanno espresso solidarietà. Li ringraziamo così, con queste parole, perché le loro testimonianze e i loro incoraggiamenti ci danno forza. E ringraziamo anche Enrico Panini, Segretario Confederale della CGIL, i senatori Francesco Ferrante e Roberto Della Seta del PD, l'eurodeputato dell'Italia dei Valori Andrea Zanoni, così come Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, e Maria Grazia Midulla del WWF Italia. E Monica Frassoni, presidente del Partito Verde Europeo, che sta predisponendo un'interrogazione all'Unione su questo caso.
Grazie a tutti voi. Noi andiamo avanti, ricordando un prezioso insegnamento di Gandhi: "Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci."
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