Tratto da La Repubblica
Ma il futuro non sarà a carbone
Valerio Gualerzi
Il
clamoroso boom delle rinnovabili è macchiato in questi giorni
dall’effetto collaterale di aver rimesso in gioco il carbone. A fare le
spese dell’energia pulita sono soprattutto i moderni e più efficienti
cicli combinati a gas, mentre le vecchie centrali a carbone, grazie ai
costi apparentemente inferiori (sono sempre al netto del prezzo
sanitario e ambientale), riconquistano spazio.
Una tendenza preoccupante
che in mancanza di interventi normativi (la più volte annunciata carbon
tax ad esempio) rischia di depotenziare fortemente i vantaggi ottenuti
con la crescita di sole e vento.
Uno scenario al centro in questi giorni di diversi interventi e commenti preoccupati.
Davvero sarà la fonte più antica e inquinante a beneficiare di tutta la
fatica fatta per far decollare le rinnovabili? Secondo uno dei massimi
esperti del settore la risposta è no.
Michael Liebreich, capo
dell’autorevole Bloomberg New Energy Finance, è convinto che il futuro sarà un altro, per lo meno su scala globale. L’analista, in un’intervista a David Roberts di Grist, ci regala una visione molto più ottimistica.
La sua analisi si sofferma su Stati Uniti e Asia, mondi energetici a
noi lontani, ma decisamente più importanti di quello europeo quando si
tratta di valutare le conseguenze sul clima. Liebreich si dice convinto
che l’era del carbone negli Stati Uniti sia tramontata definitivamente. ..... Ciò che è accaduto
dal 2000 ad oggi non è prorogabile in Cina e non è ripetibile altrove.
La crescita cinese non sarà più la stessa né da un punto di vista
quantitativo né qualitiativo sia in conseguenza dell’impegno del governo
che ha fissato obiettivi energetico-ambientali molto ambiziosi, sia
delle ripetute proteste popolari.....
L’analista è convinto poi che ci sia un problemi di costi, con il
prezzo del carbone destinato a non rimanere così basso a lungo.
Il capo di Bloomberg New Energy Finance introduce poi un
altro tema molto interessante per escludere che l’esperienza cinese si
possa replicare altrove, magari in India o in Vietnam. “Rispetto al
2002, quando la Cina fece le sue scelte strategiche, oggi sappiamo molte
più cose sulle energie pulite.
E’ come se fossimo in un posto diverso,
il mondo è molto più consapevole. Non dico che ci sarà una svolta
repentina, ma la tendenza è inesorabile. Il prezzo del carbone, la
comprensione delle esternalità, la comprensione delle tencologie
verdi…quel periodo di boom del carbone non lo vedremo mai più”.......
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