Alcuni
rappresentanti della RSFC (Rete savonese “Fermiamo il carbone”), di cui
fanno parte molti Comitati, Associazioni e Partiti savonesi, giovedì
scorso hanno avuto un incontro formale con i Sindaci e gli Assessori
all’ambiente dei Comuni di Vado Ligure e Quiliano per un confronto
sugli sviluppi dell’iter del potenziamento della centrale a carbone.
COMUNICATO
Come
Rete Savonese “Fermiamo il carbone” abbiamo anticipato in linee
generali le prossime azioni giuridiche e legali che si intendono portare
avanti con la massima determinazione, a tutela della legge e della
salute della cittadinanza della provincia di Savona.
Abbiamo ancora
ribadito le nostre posizioni che esprimono concetti chiari:noi
crediamo nello Stato, nel rispetto di tutte le leggi e nella
Costituzione come legge fondamentale.
Il rispetto e l’applicazione
delle leggi tutelano il lavoro, la vita e la salute di tutti i
cittadini.
Come più volte ripetuto non è nostro obiettivo la chiusura di
impianti (al contrario da sempre rimarchiamo l'indispensabile difesa
dell'occupazione anche con il ricorso al metano come male minore). Noi
nutriamo il massimo rispetto per i lavoratori della centrale, come del
resto per tutti i lavoratori: nel campo turistico, nell’agricoltura e
nella industria delle rinnovabili (come portatrice di sviluppo
tecnologico).
Abbiamo ribadito alcuni nostri punti principali:
-la motivata, ferma contrarietà ad ogni ipotesi di costruzione di nuovi gruppi a carbone;
-la disponibilità al confronto sull’ipotesi di nuovi gruppi a metano (accettabili come male minore), proprio per venire incontro a necessità occupazionali.
-lo scrupoloso rispetto delle procedure e delle normative di legge, sia per quanto riguarda gli iter autorizzativi che per quanto riguarda le normative sanitarie e ambientali.
-la necessità, di procedere da subito a misurazioni pubbliche e verificabili sia delle emissioni ai camini sia agli scarichi idrici alla foce del torrente Quiliano( che ad oggi ci risultano entrambe effettuate a cura della stessa azienda).
-la necessità di verificare la provenienza del gravissimo inquinamento nei sedimenti marini alla foce del Quiliano.
Per
quanto riguarda l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) abbiamo
evidenziato a proposito dei vecchi gruppi a carbone 3 e 4 (che
funzionano da almeno 5 anni sprovvisti di AIA):
•
la stessa centrale a proposito dei sistemi di trattamento fumi ha
dichiarato che “non permettono ulteriori improvement tecnologici”
•
il presidente della Regione Burlando oltre a parlare di "inquinamento
colossale" ha dichiarato: “due vecchi gruppi da 330 Mw che sono stati
realizzati nel 1971 e che ormai hanno raggiunto la fine della loro vita
produttiva... Hanno già 40 anni: non si può pensare di tirare loro il
collo ulteriormente”
•
i sindaci Isetta e Giacobbe avevano chiaramente dichiarato: “Mancano
quindi i presupposti per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata
Ambientale per quanto riguarda gli esistenti gruppi 3 e 4 …
Abbiamo quindi chiesto ai Sindaci, che, avvalendosi delle prerogative e delle responsabilità a loro riconosciute dagli art. 29 quater e 29 septies del D. Legvo 29 giugno 2010 n 128, diano prescrizioni a tutela della salute e del territorio ribadendo come espressa prescrizione la richiesta di VIS ( valutazione di impatto sanitario ) in riferimento alla Carta di consenso di Goteborg e ricordando, per quanto riguarda i dati emissivi la nota DVA-2011-0000835 del 17.01.2011 del Ministero dell’Ambiente che fissa i valori limite per i gruppi 3 e 4 (130 per SO2, 140 per Nox , 15 per le polveri.)
Quindi,
per i motivi suesposti, abbiamo rinnovato la nostra fermissima
opposizione a qualsiasi ipotesi di AIA più o meno “transitoria”
richiedendo che siano attivate in modo scrupoloso e immediato tutte le
azioni a tutela dei cittadini e del territorio, senza ritardi e senza
inopinate “scorciatoie”.
Per la Rete savonese “Fermiamo il carbone” erano presenti all’incontro:
ARCI
Comitato Spotorno Noli
Federazione Verdi
GasSA
Legambiente
Noi per Savona
Rifondazione Comunista
Ubik
Uniti per la Salute
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