Tratto da Noalcarbone Brindisi
NO COKE: “Ora il Comune detti queste condizioni sull’Aia”
“Rispetto dei limiti emissivi per il monossido di carbonio (CO), come attesi con l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili e prescritti nel BREF sui grandi impianti di combustione (Large Combustion Plants), di 50 mg/Nm3;
utilizzo di carbone con contenuto in zolfo non superiore allo 0,3% come prescritto dall‘art. 6 delle Norme di Attuazione del Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria della Regione Lazio;
rispetto dei flussi di massa come prescritti ed autorizzati con Decreto MAP/2003, con particolare riferimento al quantitativo di carbone utilizzabile, anche al fine di non inficiare la riduzione della centrale da quattro a tre gruppi;
rispetto delle ore di funzionamento come autorizzate con Decreto MAP/2003;
adeguamento del rendimento dell’impianto a livelli previsti dal BREF LCP e fissati nell’intervallo tra il 43 e il 47%;
desecretazione e pubblicazione dei contenuti relativi alla scheda B della documentazione per la richiesta del rinnovo Aia e relativa a ‘Dati e notizie sull’impianto attuale’ comprensiva dei risultati del monitoraggio in continuo delle emissioni al camino”.
Il Movimento ricorda come il mancato rispetto di dette prescrizioni, oltre a configurarsi come violazione delle normative comunitarie, rappresenterebbe “un ulteriore aggravio (con gravi effetti diretti quali aumento proporzionale di ictus, infarti, ischemie, acuzie respiratorie etc) per la già martoriata situazione della salute della popolazione del territorio”.
“Per questo il Sindaco – concludono appellandosi a Pietro Tidei – in coerenza con quanto affermato sin ora ed in qualità di primo responsabile della salute dei cittadini, non potrà esimersi dal presentare dette prescrizioni.
Ribadiamo, qualora ce ne fosse bisogno, che non accetteremo la monetizzazione della nostra salute:
non possono esistere compensazioni economiche, contributi a pioggia o la sponsorizzazione di qualsivoglia opera, più o meno utile, che possa valere la vita e la salute di anche un singolo cittadino né ripagarci dei danni subiti e di quanto sottratto alla nostra vita, ovvero il diritto di avere un futuro”.
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Tratto da Il centro di Pescara
Cementificio da spostare Wwf diffida Asl e Regione
«Sono due le motivazioni alla base della diffida», afferma Augusto De Sanctis dell’associazione ambientalista, «la mancanza di trasparenza nelle procedure seguite e lo stato d’inquinamento dell’area metropolitana che ha bisogno di un profondo risanamento».
Con la diffida, il Wwf chiede di non procedere al rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio, e di bloccare la procedura.
Solo pochi giorni fa, la giunta guidata da Luigi Albore Mascia ha dato parere contrario al rinnovo. Lo stesso giorno si è riunita la conferenza regionale dei servizi per decidere sulla questione. «Contestiamo alla Regione il fatto che vengano rilasciate autorizzazione senza rispettare la legge», attacca De Sanctis, «la data della conferenza dei servizi non era segnalato da nessuna parte. È assurdo che la principale associazione ambientalista non sia stata informata, così come i cittadini, i quali avrebbero avuto il diritto di presentarsi e farsi ascoltare dagli enti che, per legge, avrebbero dovuto controdedurre nero su bianco».
De Sanctis, insieme alla collega del Wwf Loredana Di Paola, richiama la Convenzione di Aarthus sulla trasparenza e sulla partecipazione dei cittadini nei procedimenti di tipo ambientale, ratificata dallo Stato italiano con la legge 108 del 2001, che impone agli enti di pubblicizzare l’avvio dei procedimenti di autorizzazione affinché tutti i cittadini, ma anche associazioni e società, possano partecipare ai lavori e fare osservazioni. «La Regione pare aver omesso tutto questo», continuano dal Wwf, «lasciando all’oscuro i cittadini e togliendo loro un diritto».
Il cementificio ha chiesto il rinnovo dell’autorizzazione, e la modifica della stessa con la possibilità di bruciare anche rifiuti Cer, della categoria “pericolosi”, il 7 marzo scorso. La notizia è trapelata solo il giorno in cui si è tenuta la conferenza dei servizi: sei mesi dopo....
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