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04 aprile 2014

1) Greenpeace: quale futuro energetico per l'Europa al 2030 ? 2)Ban Ki Moon: l’azione sui cambiamenti climatici è urgente

Tratto da  Zeroemission
Greenpeace: quale futuro energetico per l'Europa?

Tre rapporti dell'associazione ambientalista sulla realtà energetica del vecchio continente e sui nuovi target al 2030 che dovranno essere decisi entro ottobre

Greenpeace: quale futuro energetico per l'Europa?
In tre distinti rapporti Greenpeace fotogafa la situazione delle grandi aziende elettriche ancora bloccate a difendere le fonti fossili, del pericoloso invecchiamento centrali nucleari e del conflitto tra rinnovabili e fonti sporche nelle reti elettriche in Europa. Entro ottobre 2014 la UE dovrà decidere la propria politica energetica e di taglio delle emissioni di CO2 e stabilire gli obiettivi al 2030.

Locked in the past. Le grandi aziende energetiche europee come emerge dai loro investimenti sbagliati, sono rimaste legate al passato e alle fonti fossili, che le hanno portate in una condizione finanziaria precaria. I segnali di cambiamento del mercato c'erano ed erano evidenti, ma le compagnie energetiche non sono state in grado di coglierli e sono pertanto rimaste indietro nella corsa alle rinnovabili. Per questo ora cercano di bloccarne il mercato.....

PowE[R] 2030. L’Europa ha bisogno di politiche energetiche unitarie, altrimenti i costi del sistema dell’energia elettrica aumenteranno di circa 2 miliardi di euro l'anno entro il 2030. Il rapporto dimostra come con investi uguali a quelli previsti da ENTSO-E (il network europeo dei gestori delle reti elettriche) sarebbe possibile dimezzare i chilometri di nuove linee elettriche aumentando contemporaneamente l'integrazione delle rinnovabili fino al 77% sul totale. Se invece ogni paese continuerà a procedere autonomamente questo causerà costi più alti per tutto il sistema.

Su  Zeroemissionl 'articolo integrale
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Tratto da Il Fatto Quotidiano 

Ban Ki Moon: l’azione sui cambiamenti climatici è urgente

“Quando ci pentiremo, sarà troppo tardi”. 

Il cambiamento climatico richiede una risposta urgente. La questione climatica può non sembrare un problema immediato, come ad esempio la crisi in Ucraina, ma il Segretario Generale ha posto il tema della lotta ai cambiamenti climatici come una priorità assoluta del suo mandato. Ha ribadito preoccupazione per una situazione tragica e importante come quella della Siria ma ha posto l’accento sul fatto che affrontare il tema dei cambiamenti climatici significa salvare l’intera umanità”. “Il mio obiettivo è tenere alta la pressione sugli Stati Membri che si sono concentrati maggiormente solo sulle questioni interne” ha affermato esortandoli “per favore, leader, guardate oltre i confini nazionali: l’intero Pianeta Terra sta soffrendo e soffrirà domani
Il ritardo Europeo. Il Segretario Generale ha inoltre posto l’accento sulle questioni interne che sono state responsabili del ritardo relativo alla messa a punto del pacchetto clima ed energiadell’Unione Europea nel mese di marzo. Il pacchetto, che stabilisce un obiettivo di riduzione dei gas a effetto serra del 40% entro il 2030, avrebbe costituito la base di impegno dell’Unione Europea in vista del Summit di Settembre.....

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