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14 febbraio 2010

2010/02/14 MODA:La centrale di Vado e i controlli ambientali /La magia del "carbone sparito"/ Inceneritori e mortalità infantile

Tratto da Il Ponente .Moda:La Centrale di Vado e i Controlli ambientali


vado_centraleda MODA Savona - Seguendo il consiglio dei responsabili della centrale Tirreno Power per un dibattito pacato sulla centrale a carbone di Vado, abbiamo letto la “Dichiarazione ambientale 2008 Centrale di Vado Ligure”, analizzato la rete pubblica della qualità dell’aria, studiato la normativa italiana ed europea e ricavato alcune riflessioni.A nostro avviso emergono alcuni dati poco confortanti sui controlli ambientali relativi all’impatto ambientale dell’impianto a carbone di questa “centrale in città”:

1. Si dichiara che la centrale è proprietaria e gestisce una rete di 7 centraline per il controllo della qualità dell’aria con monitoraggio di SO2, NOx e polveri i cui dati vengono inviati al Centro Elaborazione Dati della centrale stessa e poi trasmessi al COP (Centro Operativo Provinciale) di Savona che, come dichiarato dal presidente Vaccarezza, negli anni ha archiviato i dati senza ulteriori controlli. E’ un caso singolare e preoccupante, a nostro avviso, che controllato e controllore siano lo stesso soggetto con l’aggravante che i dati sono stati accettati in modo acritico dagli Enti pubblici.
Da tenere presente ad esempio che la centrale misura polveri totali, mentre la normativa attuale prescrive di dosare polveri PM10 e PM 2,5. Preoccupante inoltre il fatto che studi di biomonitoraggio per escludere la VIA del nuovo gruppo a gas in funzione dal 20 Dicembre 2007 siano stati commissionati da T. Power e non gestiti direttamente dall’Ente pubblico.
Non si parla poi di polveri fini secondarie formate in atmosfera dai gas SO2 e NOx la cui quantità prevalente è PM2,5.

2. Negli anni passati e fino ad oggi la rete pubblica di monitoraggio della qualità dell’aria è stata inadeguata per una valutazione puntuale degli inquinanti del Savonese e della val Bormida dove insistono rilevanti impianti industriali fonti principali di inquinamento di tutta la Liguria come dimostra il progetto di oggi degli Enti pubblici per un adeguamento della Rete alla normativa italiana ed Europea (vedi La Stampa del 12/02/10). Nel recente passato infatti solo dal 2005 è entrata in funzione la centralina di via Zunini a Savona che ha valutato le PM10 con il metodo gravimetrico di riferimento (DM 60/02) dimostrando superamenti dei limiti di legge nel 2005 e 2006 mentre le altre centraline (anche a Vado e a Cairo) misuravano le PM10 con metodi nefelometrici poco affidabili come denunciato dagli stessi tecnici ARPAL (vedi bollettino Ordine dei Medici PM 3/2007). Ci auguriamo quindi che il rinnovamento della Rete promosso oggi finalmente da Provincia, Regione e Comuni di Vado e Quiliano porti ad installare e gestire in proprio con ARPAL centraline con metodo gravimetrico per le PM10 e PM2,5 nelle zone più inquinate di Savona, Vado-Quiliano e Bragno (Cairo M.) e centraline con sistemi affidabili di misurazione in continuo delle PM10 (ad esempio tipo TEAM) nelle altre località come ormai da diversi anni si fa in quasi ttutta la Lombardia e anche in Provincia di Genova.

3. Infine rileviamo che, come da noi sempre sostenuto ed oggi confermato anche dall’Assessore Zunino, la centrale di Vado, secondo le norme IPPC della UE e il DL.vo 372/1999, non applicando le migliori tecnologie disponibili sui vecchi inquinanti gruppi 3 e 4 a carbone da più di 10 anni non è in possesso dell’autorizzazione A.I.A. e quindi andrebbe al momento fermata.

Dott. Virginio Fadda
Dott. Agostino Torcello
M.O.D.A. Savona

Tratto da "La Repubblica "

La magia del "carbone sparito"di Valerio Gualerzi


enel

Indignazione o soddisfazione?In alcuni casi si possono provare reazioni diametralmente opposte ma entrambe legittime.

Indignazione: la pubblicità dell’Enel per invitare gli italiani ad investire in obbligazioni dell’azienda elettrica ricorda ai lettori che “la nostra energia ha mille risorse”. Le lunghe e ramificate radici della lampada a risparmio energetico ritratta nell’inserzione pescano quindi nel Fotovoltaico, nel Solare termodinamico, nel Geotermico, nell’Idrogeno, nell’Eolico, nel Mini eolico, nel Ciclo combinato a gas, nel Termoelettrico, nel Nucleare, nelle Biomasse e nell’Idroelettrico. L’Enel sta puntando pesantemente sul carbone e, come ricorda Legambiente, in testa alla classifica delle centrali italiane a maggiore emissione di CO2 c’è l’impianto Enel di Brindisi Sud che, con 14,9 milioni di tonnellate (Mt) di CO2, ha sforato di 3,9 Mt i limiti europei Ets. Enel inoltre, per porre freno alle campagne di boicottaggio di Greenpeace contro il carbone, ha chiesto all’associazione ambientalista danni per una cifra pari 1,6 milioni di euro. Eppure, come d’incanto, tra le “mille risorse” dell’energia segnalate dalla pubblicità il carbone è magicamente sparito. A meno che non si voglia sostenere che vada cercato sotto la voce “termoelettrico”. Giustificazione che suonerebbe ben strana, visto che per l’eolico ci si è addirittura premurati di distinguere tra maxi e mini.

Soddisfazione: il carbone è ormai diventato nella percezione degli italiani una fonte di energia talmente obsoleta e inquinante che persino l’Enel, che pure ci punta così pesantemente, un po’ se ne vergogna e al momento di chiedere ai risparmiatori di finanziarla preferisce non ricordarne il massiccio contributo al suo portafoglio energetico. Se i pubblicitari hanno suggerito all’azienda che sul carbone è meglio glissare, forse non è troppo lontano il momento in cui questo killer del clima verrà fatto fuori non solo dall’immaginario degli italiani, ma anche dal loro mondo reale.

Tratto dal blog del Comitato per Taranto

Inceneritori e mortalità infantile

Gran Bretagna, nuove prove sulla pericolosità dei termovalorizzatori

da Peacereporter.it

Uno studio rileva alti tassi di mortalità infantile nei pressi di un inceneritore nel nord-est dell'Inghilterra.

Nuove prove dalla Gran Bretagna sulla pericolosità dei termovalorizzatori per la salute umana.Il sito della UK Health Research ha pubblicato uno studio sulla mortalità infantile nei distretti circostanti l'inceneritore di Kirklees, nella regione dello Yorkshire e Humber.Dagli esiti della ricerca, consultabile sulla mappa della zona, è emerso che nei distretti posti sottovento rispetto all'inceneritore il livello di mortalità infantile è anormalmente alto, pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso è circa dell'uno per mille.Il termovalorizzatore di Kirklees produce energia dall'incenerimento di rifiuti solidi urbani.

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