Tratto da Il Fatto Quotidiano
Facciamo luce su Enel
Enel è colpevole di reati contro il clima,
contro l’ambiente e contro la salute. L’arma che utilizza è il carbone.
Per questo Greenpeace ha consegnato al colosso dell’energia un “avviso
di garanzia” e ha messo sulle sue tracce una squadra di agenti speciali, il R.i.c. (Reparto Investigazioni Climatiche), che per i prossimi mesi gli staranno col fiato sul collo.
I R.i.c. di Greenpeace sono entrati per la prima volta in azione lo
scorso 29 marzo presso la sede di Enel a Roma, in Viale Regina
Margherita. Tre attivisti si sono calati dal tetto dell’edificio e hanno
aperto uno striscione di 70 metri quadri con la scritta “Enel killer
del clima”, altri hanno transennato l’ingresso per marcare la “scena del crimine”. Ma questo è stato solo l’inizio. Ogni giorno su www.FacciamoLuceSuEnel.org viene pubblicato un nuovo indizio contro Enel.
Ora l’indagine ha bisogno di migliaia di investigatori online. Sul sito
anche tu puoi entrare a far parte del R.i.c, diffondere gli indizi e
cercare nuove “reclute” tra i tuoi amici. Obbligheremo Enel a tirar giù
la maschera: non è “energia che ti ascolta”, è energia che uccide il
clima, e lo fa con i soldi delle nostre bollette e a spese della nostra salute.
A livello globale, il carbone è responsabile di più del 40% di tutte le
emissioni di CO2. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente (Aea), la
centrale a carbone di Enel Federico II di Brindisi è l’impianto
industriale più inquinante in Italia per emissioni in
atmosfera. Ogni anno causa danni ambientali, climatici e sanitari
stimati tra i 536 e i 707 milioni di euro. Brindisi è solo uno degli 8
impianti a carbone che Enel ha in Italia e l’intenzione
dell’amministratore delegato dell’azienda Fulvio Conti è di raddoppiare
quasi la produzione. E non dimentichiamoci che l’azionista di
maggioranza di Enel è il Ministero del Tesoro.
Tratto da L'arena.it
«Flash mob» di Greenpeace alla Prefettura per fermare la centrale Enel di Porto Tolle
11/04/2012
Verona. Oggi pomeriggio alle 19 i volontari del Gruppo
Locale di Greenpeace di Verona daranno vita a un flash mob di protesta
davanti alla Prefettura della città. La manifestazione vuole richiamare
l’attenzione sui crimini commessi da Enel contro il clima e contro la
salute, crimini per i quali l’azienda elettrica è al momento oggetto di
un’inchiesta da parte del Reparto Investigazioni Climatiche (R.I.C.) di
Greenpeace.
Nelle ultime due settimane quasi 14 mila investigatori sono stati reclutati sul sito www.FacciamoLuceSuEnel.org. La manifestazione avviene a soli due giorni dall’udienza che vede 25 attivisti dell’associazione ambientalista sotto processo per l’azione del 13 dicembre 2006, in cui fu occupata per 3 giorni la centrale Enel di Porto Tolle, in provincia di Rovigo; e dalla riunione del Consiglio di Stato, che potrebbe accelerare i tempi della Valutazione d’Impatto Ambientale sul progetto di conversione a carbone della stessa centrale. Un processo penale, conclusosi in Cassazione il 27 aprile 2011, ha già accertato, per il funzionamento della centrale di Porto Tolle, i reati di violazione della normativa sull’inquinamento atmosferico e danneggiamento aggravato. Sempre per quella centrale, poi, amministratori delegati e dirigenti di Enel sono stati rinviati a giudizio per aver omesso di applicare le dovute tecnologie di abbattimento dell’inquinamento.
Uno studio epidemiologico dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano ha dimostrato il significativo impatto delle emissioni della centrale sull’aumento delle malattie respiratorie nella popolazione infantile residente nei comuni circostanti la centrale. Greenpeace chiede ad Enel il ritiro immediato dei progetti per gli impianti a carbone di Porto Tolle e Rossano Calabro, la progressiva eliminazione della produzione elettrica da carbone entro il 2030 e la sua sostituzione con energie rinnovabili.
Nelle ultime due settimane quasi 14 mila investigatori sono stati reclutati sul sito www.FacciamoLuceSuEnel.org. La manifestazione avviene a soli due giorni dall’udienza che vede 25 attivisti dell’associazione ambientalista sotto processo per l’azione del 13 dicembre 2006, in cui fu occupata per 3 giorni la centrale Enel di Porto Tolle, in provincia di Rovigo; e dalla riunione del Consiglio di Stato, che potrebbe accelerare i tempi della Valutazione d’Impatto Ambientale sul progetto di conversione a carbone della stessa centrale. Un processo penale, conclusosi in Cassazione il 27 aprile 2011, ha già accertato, per il funzionamento della centrale di Porto Tolle, i reati di violazione della normativa sull’inquinamento atmosferico e danneggiamento aggravato. Sempre per quella centrale, poi, amministratori delegati e dirigenti di Enel sono stati rinviati a giudizio per aver omesso di applicare le dovute tecnologie di abbattimento dell’inquinamento.
Uno studio epidemiologico dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano ha dimostrato il significativo impatto delle emissioni della centrale sull’aumento delle malattie respiratorie nella popolazione infantile residente nei comuni circostanti la centrale. Greenpeace chiede ad Enel il ritiro immediato dei progetti per gli impianti a carbone di Porto Tolle e Rossano Calabro, la progressiva eliminazione della produzione elettrica da carbone entro il 2030 e la sua sostituzione con energie rinnovabili.
Nessun commento:
Posta un commento