Medico ISDE
Pediatra Portavoce Coordinamento dei Comitati dei Medici del
Comprensorio di Civitavecchia per l’Ambiente e la Salute
Pediatra Portavoce Coordinamento dei Comitati dei Medici del
Comprensorio di Civitavecchia per l’Ambiente e la Salute
I BAMBINI SONO QUELLI CHE PIU' RISENTONO DEI DANNI CAUSATI DALLA COMBUSTIONE DEI FOSSILI.Environmetal Perspectives
Tratto dal nostro blog 4 maggio 2010
ECCO GLI EFFETTI DEL
CARBONE SUI BAMBINI
Intervento del Dr. Giovanni Ghirga
Dopo
circa 20 anni che seguo bambini affetti da asma bronchiale non riesco a
nascondere la delusione più completa verso questa società.
La
scienza ha fatto progressi enormi nella cura delle patologie infantili
riducendo la mortalità nei paesi più sviluppati a livelli impensabili
fino a poco tempo fa. I reparti ospedalieri di ricovero per bambini, una
volta affollati per l’elevato numero di piccoli malati, oggi hanno
pochi pazienti.
Di fronte a questo successo della Medicina la risposta della società è ripugnante: l’uso del carbone come combustibile.
In
una città come Civitavecchia dove è già molto alta l’incidenza delle
patologie respiratorie infantili, dove l’inquinamento industriale ha
inciso fortemente sullo stato di salute della popolazione,
i
responsabili vedono senza guardare, odono senza ascoltare, si
nascondono e imperano, tiranni, seguendo un unico obbiettivo: il lucro.
Cos’altro può suscitare nell’animo una notizia come quella da poco pubblicata sugli effetti del carbone nei bambini.
Uno
studio effettuato dal Prof. Dubnov ha dimostrato che l’inquinamento
dell’aria causato da una centrale a carbone, sebbene nei limiti di
legge, ha un effetto negativo sulla maturazione e la crescita polmonare
dei bambini che vivono nella stessa area (Environ Res 2006,4).
Il
tessuto polmonare sin dalla nascita è in via di accrescimento e
rimodellamento. L’80 % degli alveoli polmonari si forma durante la
crescita e lo sviluppo del polmone continua fino all’adolescenza.
L’inibizione
dello sviluppo completo dei polmoni comporta una riduzione del tessuto
polmonare, indispensabile per un corretto scambio di ossigeno ed
anidride carbonica.
Ricercatori dell’Università della
California hanno scoperto che un minor sviluppo del polmone può causare
alterazioni secondarie a livello del sistema nervoso centrale (Children at Risk http://www.clnatf.org/publications/reports/children_at_risk.html ).
La preoccupazione per i risultati di questo studio si aggiunge a quella per le conclusioni di altre recenti ricerche. Alcuni
noti scienziati hanno preso in esame un gruppo di bambini, senza alcun
sintomo a carico delle vie respiratorie, tra i quali alcuni di appena 3
mesi di età ed hanno dimostrato che tutti questi innocenti avevano un deposito carbonioso nei polmoni (Thorax 2001;56-12;932).
A
Roma è stato dimostrato che il numero dei ricoveri di bambini affetti
da polmonite aumenta in rapporto all’innalzamento dei livelli di
inquinamento atmosferico (Eur Respir J 2001;17;1143-50).
Come si rimane dopo essere a conoscenza di queste ricerche.
Molti scrolleranno le spalle, ignavi, mormorando “Tanto non c’è più niente da fare”; altri si chiederanno
“Ma cosa possiamo fare?”; pochi, ma onesti, continueranno a lottare ed a difendere quella dignità che, aimè, molti hanno svenduto.
Dr. Giovanni Ghirga - Pediatra Portavoce Coordinamento dei Comitati dei Medici di Civitavecchia per l’Ambiente e la Salute .
ECCO GLI EFFETTI DEL
CARBONE SUI BAMBINI
Intervento del Dr. Giovanni Ghirga
Dopo
circa 20 anni che seguo bambini affetti da asma bronchiale non riesco a
nascondere la delusione più completa verso questa società.
La
scienza ha fatto progressi enormi nella cura delle patologie infantili
riducendo la mortalità nei paesi più sviluppati a livelli impensabili
fino a poco tempo fa. I reparti ospedalieri di ricovero per bambini, una
volta affollati per l’elevato numero di piccoli malati, oggi hanno
pochi pazienti.
Di fronte a questo successo della Medicina la risposta della società è ripugnante: l’uso del carbone come combustibile.
In
una città come Civitavecchia dove è già molto alta l’incidenza delle
patologie respiratorie infantili, dove l’inquinamento industriale ha
inciso fortemente sullo stato di salute della popolazione,
i
responsabili vedono senza guardare, odono senza ascoltare, si
nascondono e imperano, tiranni, seguendo un unico obbiettivo: il lucro.
Cos’altro può suscitare nell’animo una notizia come quella da poco pubblicata sugli effetti del carbone nei bambini.
Uno
studio effettuato dal Prof. Dubnov ha dimostrato che l’inquinamento
dell’aria causato da una centrale a carbone, sebbene nei limiti di
legge, ha un effetto negativo sulla maturazione e la crescita polmonare
dei bambini che vivono nella stessa area (Environ Res 2006,4).
Il
tessuto polmonare sin dalla nascita è in via di accrescimento e
rimodellamento. L’80 % degli alveoli polmonari si forma durante la
crescita e lo sviluppo del polmone continua fino all’adolescenza.
L’inibizione
dello sviluppo completo dei polmoni comporta una riduzione del tessuto
polmonare, indispensabile per un corretto scambio di ossigeno ed
anidride carbonica.
Ricercatori dell’Università della
California hanno scoperto che un minor sviluppo del polmone può causare
alterazioni secondarie a livello del sistema nervoso centrale (Children at Risk http://www.clnatf.org/publications/reports/children_at_risk.html ).
La preoccupazione per i risultati di questo studio si aggiunge a quella per le conclusioni di altre recenti ricerche. Alcuni
noti scienziati hanno preso in esame un gruppo di bambini, senza alcun
sintomo a carico delle vie respiratorie, tra i quali alcuni di appena 3
mesi di età ed hanno dimostrato che tutti questi innocenti avevano un deposito carbonioso nei polmoni (Thorax 2001;56-12;932).
A
Roma è stato dimostrato che il numero dei ricoveri di bambini affetti
da polmonite aumenta in rapporto all’innalzamento dei livelli di
inquinamento atmosferico (Eur Respir J 2001;17;1143-50).
Come si rimane dopo essere a conoscenza di queste ricerche.
Molti scrolleranno le spalle, ignavi, mormorando “Tanto non c’è più niente da fare”; altri si chiederanno
“Ma cosa possiamo fare?”; pochi, ma onesti, continueranno a lottare ed a difendere quella dignità che, aimè, molti hanno svenduto.
Dr. Giovanni Ghirga - Pediatra Portavoce Coordinamento dei Comitati dei Medici di Civitavecchia per l’Ambiente e la Salute .
Dopo circa 20 anni che seguo bambini affetti da asma bronchiale non riesco a nascondere la delusione più completa verso questa società.
La scienza ha fatto progressi enormi nella cura delle patologie infantili riducendo la mortalità nei paesi più sviluppati a livelli impensabili fino a poco tempo fa. I reparti ospedalieri di ricovero per bambini, una volta affollati per l’elevato numero di piccoli malati, oggi hanno pochi pazienti.
Di fronte a questo successo della Medicina la risposta della società è ripugnante: l’uso del carbone come combustibile.
Cos’altro può suscitare nell’animo una notizia come quella da poco pubblicata sugli effetti del carbone nei bambini.
Uno studio effettuato dal Prof. Dubnov ha dimostrato che l’inquinamento dell’aria causato da una centrale a carbone, sebbene nei limiti di legge, ha un effetto negativo sulla maturazione e la crescita polmonare dei bambini che vivono nella stessa area (Environ Res 2006,4).
Il tessuto polmonare sin dalla nascita è in via di accrescimento e rimodellamento. L’80 % degli alveoli polmonari si forma durante la crescita e lo sviluppo del polmone continua fino all’adolescenza.
L’inibizione dello sviluppo completo dei polmoni comporta una riduzione del tessuto polmonare, indispensabile per un corretto scambio di ossigeno ed anidride carbonica.
Ricercatori dell’Università della California hanno scoperto che un minor sviluppo del polmone può causare alterazioni secondarie a livello del sistema nervoso centrale (Children at Risk http://www.clnatf.org/publications/reports/children_at_risk.html ).
La preoccupazione per i risultati di questo studio si aggiunge a quella per le conclusioni di altre recenti ricerche. Alcuni noti scienziati hanno preso in esame un gruppo di bambini, senza alcun sintomo a carico delle vie respiratorie, tra i quali alcuni di appena 3 mesi di età ed hanno dimostrato che tutti questi innocenti avevano un deposito carbonioso nei polmoni (Thorax 2001;56-12;932).
A Roma è stato dimostrato che il numero dei ricoveri di bambini affetti da polmonite aumenta in rapporto all’innalzamento dei livelli di inquinamento atmosferico (Eur Respir J 2001;17;1143-50).
Come si rimane dopo essere a conoscenza di queste ricerche.
Molti scrolleranno le spalle, ignavi, mormorando “Tanto non c’è più niente da fare”; altri si chiederanno
Tratto Uniti Per La Salute . Tratto da Asca
SALUTE: INQUINAMENTO INNALZA RISCHIO PARTI PREMATURI
Roma, 7 ott - L'inquinamento atmosferico delle
citta' e' associato ad un aumento delle nascite pretermine
del 30%.
Lo dice uno studio condotto su 100.000 neonati
dall'Universita' della California che ha preso in esame la
qualita' dell'aria e i pericoli per i nascituri.
''L'inquinamento e' noto per essere un fattore di rischio
associato a nascite sottopeso e parti prematuri'', ricorda
Beate Ritz, autrice dello studio pubblicato su Environmental
Health.
I dati si riferiscono ai nuovi nati nella contea di Los Angeles nel 2004, i cui dati clinici sono stati
incrociati con le informazioni sulla qualita' dell'aria delle
stazioni di monitoraggio piu' vicine ai luoghi di nascita dei
bambini.Sotto accusa i combustibili fossili, petrolio e carbone, e i loro derivati durante la combustione, come gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), una famiglia di 500 sostanze che se inalate, spiegano i ricercatori, ''sono risultati associati ad aumento del 30% delle nascita pretermine''.
Immagini tratte dalla Relazione del "Dottor GIOVANNI GHIRGA Medico ISDE in Video Conferenza da Parigi " al Teatro Chiabrera il 18 febbraio 2011 |
Pubblichiamo alcuni stralci di Nostri Post del 2008
01/8/2008. BAMBINI E INQUINAMENTO AMBIENTALE
Bambini e inquinamento ambientale
11/06/2007 - Silvia Gambi e Mimmo Tringale .Tratto da" Terra Nuova"
Oggi i bambini sono sottoposti al rischio dell’esposizione di più di 15 mila sostanze chimiche sintetiche, senza contare l’inquinamento dell’aria, il traffico, la contaminazione di acqua e cibo, le radiazioni. Una vera e propria giungla di insidie, non sempre tenuta nella giusta considerazione.
Sono i bambini di oggi, gli adulti di domani, a fare le maggiori spese per l’attuale situazione ambientale attuale. Nell’aria di casa e in quella esterna, nei cibi, nell’acqua e persino nei giocattoli sono presenti sostanze che quotidianamente mettono a rischio la loro salute. A lanciare il grido d’allarme questa volta sono l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Agenzia Europea per l’Ambiente, con la pubblicazione del rapporto Children’s Health and Environment "A review of evidence" dove vengono analizzati i diversi fattori di rischio per la salute dei bambini, prendendo spunto da una serie di studi effettuati sull’argomento nei diversi paesi europei. Quello che ne viene fuori è un quadro della situazione molto poco incoraggiante.
Oltre il 40 per cento delle patologie causate da fattori ambientali colpisce bambini di età inferiore ai 5 anni. I bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento ambientale, in parte perché la loro esposizione precoce a determinati fattori può avere ripercussioni anche a lungo termine, in parte perché in proporzione al loro peso corporeo i bambini respirano, bevono e mangiano più degli adulti, con una conseguente maggiore assimilazione delle sostanze potenzialmente tossiche.
I pericoli a carico dei bambini
.......Ma il fattore da tenere in maggiore considerazione è l’accumulo di inquinamento. Stiamo ormai accantonando delle riserve di inquinamento di varia natura che necessariamente penalizzeranno gli adulti di domani. La loro esposizione a certi fattori è notevolmente più rilevante di quella delle generazioni precedenti. Questo avrà necessariamente una ripercussione negativa sulla loro vita futura”.
........
17/8/2008 BAMBINI: IL CARBONE PULITO SPORCA IL CERVELLO
Accorato appello dei Medici per l’Ambiente
BAMBINI: IL CARBONE PULITO SPORCA IL CERVELLO
Allarme nel Mar Tirreno, soprattutto in Toscana e nel Lazio dov’è in corso la riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord, ma anche nelle altre regioni italiane che ospitano centrali a carbone, a seguito dello studio presentato al Congresso Annuale dell’American Public Health Association, svoltosi a Washington D.C.
I preoccupanti risultati degli scienziati mettono in guardia contro il consumo di pesce proveniente da acque vicine a centrali a carbone. Oltre alle possibili ed enormi perdite economiche per l’Industria Ittica Italiana il carbone causa gravi danni alla risorsa più preziosa: IL CERVELLO dei BAMBINI
Lo studio è stato effettuato a Pittsburgh, Pennsylvania, USA, in un’area situata lungo la direzione dei venti prevalenti rispetto ad una centrale a carbone. Gli studiosi hanno trovato nel tessuto dei pesci di questa zona un alto contenuto di mercurio e selenio, due ben noti inquinanti emessi dalla combustione del carbone. ......I ricercatori hanno messo in evidenza come l’ingestione di pesce contaminato da mercurio avrebbe aumentato di molto il rischio di danni neurologici nei bambini quali ritardo mentale, difficoltà di apprendimento, ritardo dello sviluppo neurologico, deficit del linguaggio, della funzione motoria, dell’attenzione e della memoria. L’ingestione di pesce “al mercurio” può causare oltre a danni neurologici, malattie cardiocircolatorie e malformazioni congenite. Non è possibile valutare la quantità di mercurio che, in seguito alla combustione del carbone, una delle fonti più importanti di inquinamento da mercurio, verrà immessa nell’aria in forma ossidata ed in forma elementare. La prima porrà un rischio di inquinamento da mercurio per le popolazioni che risiedono in un raggio di centinaia di km dalla centrale a carbone; le emissioni di mercurio in forma elementare causeranno invece un danno su scala mondiale
..........
2008/10/08 "Polveri fini dannose anche per i feti,"
07.10.08
Tratto da ticinonews.it
Polveri fini dannose anche per i feti, studio Uni Berna
Una concentrazione eccessiva di polveri fini nell'aria è dannosa anche per i feti nel grembo materno. Questa la conclusione di uno studio effettuato all'Inselspital di Berna, i cui risultati sono stati presentati oggi ad un congresso in corso a Berlino.
Finora i ricercatori ritenevano che l'inquinamento dell'aria potesse creare problemi ai bambini, ma soltanto a partire dall'età scolastica. Lo studio condotto dell'istituto di pneumologia dell'ospedale bernese, sotto la direzione di Philipp Latzin, ha preso in esame 241 neonati.
I ricercatori hanno misurato la qualità dell'aria - ossia le concentrazioni di ozono, diossido d'azoto e polveri fini - respirata dalle gestanti ed ha in seguito controllato, cinque settimane dopo il parto, le funzioni respiratorie dei neonati mentre dormivano.
I bambini le cui madri sono state esposte a forte concentrazioni di particolato negli ultimi tre mesi di gravidanza hanno inoltre sviluppano con maggior frequenza delle infiammazioni alle vie respiratorie........
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